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Vangelo

Correggere è un atteggiamento di profonda carità

Si diventa complici se si tace in presenza di un comportamento ingiusto

L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)
L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)

Vangelo di Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Mt.18,15-20.

Il messaggio del Vangelo è tutto un invito a fare “comunità”. A non giudicare. Ad ascoltare. A rispettare. È un compito non facile. Spesso costa molta fatica. Mettere insieme le nostre diversità è sempre il frutto di un lungo cammino.
In questo brano Gesù ci indica una strada, ci dà dei suggerimenti per costruire relazioni profonde, per realizzare tra di noi una comunità viva.

«Se un tuo fratello sbaglia, tu “vai”… prenditi cura di lui».
Di fronte a un comportamento scorretto, ad una ingiustizia, non si può rimanere indifferenti. Il tacere rende complici.
Correggere l’altro non è facile. Mentre spesso ci permettiamo di criticare e di giudicare gli altri. Facciamo tutti molta più fatica ad accettare le osservazioni degli altri.
Il correggere invece è un atteggiamento di profonda carità. Perché l’obiettivo del correggere non è il rimproverare o il giudicare, ma è l’aiutare a crescere, è il “guadagnare l’altro”.

In questa ottica possiamo tentare di interpretare un’espressione piuttosto difficile di questo brano:  «tutto quello che legherete e scioglierete sulla la terra…».
Abbiamo sempre collegato questa frase di Gesù con il potere dei preti di confessare e di assolvere. Gesù non ha dato questo potere in esclusiva agli apostoli, ma ha rivolto a tutti l’invito a “fare comunione”, a sentirsi “responsabili” della comunità.
Tutti siamo chiamati sia a legare, sia a sciogliere. Che cosa vuol dire: “tutto ciò che legherete”? Se riuscirete a costruire tra di voi relazioni belle e profonde poi le ritroverete per sempre nella vita. Sono le relazioni l’anima di una Comunità.

E che cosa vuol dire “tutto quello che scioglierete”? Se riuscirete a rendere  “libere le persone” … saranno libere, responsabili, adulte per sempre. Ricordiamocelo: tutti nella vita abbiamo sbagliato, tutti continueremo a sbagliare.
Qual è la cosa più importate quando ci accorgiamo di aver sbagliato? Trovare una persona che ti aiuta, che ti dà una mano, perché tu possa ri-cominciare a vivere.

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Ma il vero scandalo del comportamento di Gesù sta nell’espressione: «Se non ascolterà né te, né l’assemblea… consideralo come un pagano o un pubblicano».
Spesso abbiamo interpretato questo invito come un giudizio negativo nei confronti di chi non accetta di convertirsi.
Ma in realtà, come si era comportato Gesù con i pagani e i pubblicani? Era andato a mangiare a casa del pubblicano Zaccheo. Aveva elogiato per la sua fede la pagana Cananea. Per Gesù, se uno sbaglia, non devi giudicarlo, non devi punirlo.
E se non ti ascolta, non devi nemmeno abbandonarlo, devi invece aiutarlo perché impari ad avere sempre il coraggio di ri-cominciare.

Don Roberto Vinco
Domenica 17 settembre 2023

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Don Roberto Vinco, docente di filosofia allo Studio Teologico San Zeno e all'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona, è collaboratore nella parrocchia di Novaglie. roberto.vinco@tin.it

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