Tra le recenti iniziative dell’amministrazione Tommasi vanno considerate positivamente le intese con i sindaci di Vicenza, Brescia e Mantova: si tratta di intese su una serie di temi che interessano i territori della zona centrale del lombardo-veneto, spesso sottovalutata se non trascurata dalle politiche regionali del centralismo leghista di Venezia e Milano.
La felice coincidenza di quattro governi locali di centrosinistra e l’essere i territori tutti patrimonio mondiale dell’Unesco, consente di raggiungere più facilmente una visione comune dei problemi da affrontare e delle prospettive di sviluppo territoriale futuro.
Il punto di partenza di tali intese sono i problemi relativi al completamento dell’alta velocità ferroviaria Venezia-Milano e delle Autostrade A4 e A 21 del Brennero, oltre alla valorizzazione e integrazione dei rispettivi patrimoni storico-artistici territoriali e dei sistemi museali, nonché la gestione i dei progetti locali del Pnrr.
Queste intese evidenziano inoltre la possibilità di ulteriori accordi tendenti a costruire una visione comune del modello di sviluppo dell’area, fondato su una maggiore valorizzazione delle risorse materiali ed umane potenzialmente disponibili.
Si tratta, ad esempio, di un ulteriore rafforzamento del sistema infrastrutturale, con lo sviluppo degli aeroporti Catullo di Verona e D’Annunzio di Brescia-Montichiari, con i relativi collegamenti stradali e ferroviari; della possibile costituzione di una nuova multiutility, che raggruppando le aziende dei servizi pubblici presenti lungo l’asse del Brennero potrebbe diventare la quarta impresa italiana del settore per dimensione; di sviluppare il turismo tramite la valorizzazione del ricco patrimonio naturale, come il Lago di Garda e la montagna; della valorizzazione dei beni culturali storico-artistici territoriali, compresa la nascita di un museo diffuso del Risorgimento; di regolare il fenomeno migratorio, facendolo uscire dall’emergenza attraverso la diffusione dell’accoglienza diffusa; del rilancio della ricerca e dell’innovazione, coinvolgendo le università e le maggiori imprese del territorio, finalizzate a una crescita qualificata dell’apparato produttivo; della qualificazione del mercato del lavoro in modo da favorire l’occupazione, non precaria e di qualità, adeguatamente retribuita, con una maggiore istruzione a tutti i livelli, specie per i giovani, come premessa per una presenza consapevole e responsabile nella società.
La collocazione geografica e le potenzialità economiche e sociali dell’area rendono indispensabile una sua proiezione verso l’Europa, che sta diventando sempre più il soggetto decisivo per il futuro dell’Italia.
In particolare, Verona, che rappresenta la porta italiana verso la Germania, dovrebbe essere particolarmente interessata a costruire rapporti di collaborazione economica, sociale e politica soprattutto con la Baviera che, per tanti aspetti, rappresenta la regione più vicina e più omogenea con il nostro territorio, recuperando in tal modo una sua vitale dimensione europea.
Questo approccio dello sviluppo, integrato a livello dell’area circostante, può consentire all’ amministrazione Tommasi di rendere più qualificato ed efficace il governo della città, inserendo nel territorio veronese alcuni processi di crescita innovativa di più ampio respiro, destinati a lasciare un segno nel futuro. In tal modo si aprono nuovi orizzonti di crescita che consentono alla nostra città di recuperare un certo ruolo protagonista che si è in gran parte offuscato negli ultimi anni.
Così il profilo rigidamente civico con il quale Tommasi ha voluto qualificare la sua squadra, oltre a portarlo alla vittoria elettorale, con un governo di questo tipo potrebbe consentire di migliorare il sistema politico locale, nel senso di rendere il centrosinistra più unito e competitivo e sollecitare lo stesso centrodestra a superare il complesso negativo di considerare Verona come territorio naturalmente destinato a rimanere in suo potere, senza quindi preoccuparsi di rinnovare. Un contributo al miglioramento della politica locale come effetto non secondario di chi ha saputo intraprendere strade nuove.
Luigi Viviani

Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com
