Verona non è ancora Città30 ma in alcuni quartieri il limite di 30 km/h è già attivo, anche se poco rispettato. L’Amministrazione, su questo tema, sembra voler seguire un iter prudente collegato con l’avanzamento dei lavori del filobus e del Piano generale della sosta.
Nel frattempo la Polizia Locale informa che nel primo semestre 2023 si sono verificati a Verona ben 797 incidenti stradali con 7 decessi e 16 persone in prognosi riservata. Sono dati pressoché in linea con quelli pre-covid (2018-2019) lontani dall’obiettivo di dimezzare la mortalità stradale entro il 2030 chiesto dal Parlamento europeo.
Con la risoluzione A/RES/77/286 l’Assemblea generale dell’ONU ha fissato il 26 novembre quale Giornata mondiale del trasporto sostenibile. Una buona notizia, che incoraggia chi si batte per un sistema di trasporti che riduca l’impatto ambientale e che favorisca la connettività intermodale, amichevole e socialmente inclusiva.
Il trasporto sostenibile in ambiente urbano vuol dire mobilità dolce, ovvero meno auto private, ingombranti e inquinanti, e più mezzi pubblici e biciclette. Ma anche bici a pedalata assistita e monopattini, per non dire, per i brevi tragitti, dello spostarsi a piedi, favorito da aree verdi e pedonali anche nei quartieri. Il modo più pratico per incontrare le persone e riscoprire la vita sociale di prossimità.
Un’altra pedalata buona, usando il gergo ciclistico, è Bologna Città30 dal 1° luglio scorso. Il limite dei 30 km/h riguarda tutti i mezzi a motore in circa il 70% delle strade cittadine, in pratica nella viabilità interna dei quartieri. L’obiettivo non è solo quello di ridurre l’inquinamento e il rumore, ma anche, e non meno importante, ridurre il numero di incidenti e la mortalità correlata.
Le “sgommate” in alcuni brevi tratti con punte di velocità di 70 km/h aumentano iperbolicamente il rischio di gravi incidenti con utenti della strada più vulnerabili come pedoni, biciclette e motorini. Il piede pesante sull’acceleratore illude di arrivare prima, in realtà anticipa di pochi secondi lo stop al semaforo successivo, per restare poi fermi più a lungo.

Slide del ddl sicurezza stradale del 27/6/2023
Già è noto a tutti, per quotidiane esperienze, che la velocità media delle auto in città è spesso inferiore a 30 km/h. Ed anche se può sembrare paradossale, il limite di 30 km/h non penalizza ulteriormente la velocità media ma al contrario fluidifica la marcia, oltre che ridurre la probabilità di incidenti e diminuirne la gravità.
Sul tema della mobilità è del 27 giugno scorso il disegno di legge presentato dal Governo sulla sicurezza stradale. Il Disegno di legge (ddl)prevede l’inasprimento severo delle pene per guida senza patente, sotto l’influsso di alcol e droghe, e in caso di infrazioni particolarmente gravi, nonché per l’uso del telefono alla guida.
Di notevole impatto sono le norme riguardanti il monopattino elettrico. È previsto infatti il divieto di circolazione su strade extraurbane e ove i limiti sono superiori a 50 km/h. Obbligatori l’uso del casco, targa, assicurazione, ed indicatori di svolta e di freno.
Una stretta anche sul parcheggio dei monopattini spesso selvaggio e ostruttivo per pedoni e disabili. Il ddl non contiene nuove norme restrittive per le biciclette, ma parecchie condizionalità tecniche su piste ciclabili, corsie ciclabili, ZTL e autovelox.
Le Associazioni della Piattaforma #Città30subito hanno trovato molto lacunoso il ddl proposto dal Governo e in un comunicato stampa hanno espresso critiche al provvedimento. Più che giusta la massima severità verso chi guida sotto l’influsso di alcol e droghe, che è causa del 4% degli incidenti.
Totalmente assente invece, secondo le associazioni, la moderazione della velocità, soprattutto in ambito urbano, dove avvengono oltre il 70% degli incidenti e dove l’eccessiva velocità è la prima causa di incidenti stradali gravi.
Inoltre il ddl renderebbe più difficile l’installazione degli autovelox, mentre le amministrazioni locali troveranno maggiori complicazioni nel progettare e realizzare infrastrutture ciclabili e ZTL. Il ddl sicurezza stradale, nella sua impostazione generale, sembra non solo non favorire, ma anzi ostacolare il percorso verso una mobilità urbana sostenibile.
Qualche pedalata avanti, grazie all’ONU ed alla città di Bologna, qualche pedalata di lato, se non indietro da parte del ddl del Governo. Verona, come al solito, avanti piano.
Claudio Toffalini

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

Cristina Stevanoni
11/07/2023 at 17:15
Avrei una domanda da sottoporre a chi di dovere: perché il costruendo filobus non è stato inserito nel PUMS. A quale pianeta appartiene il rinato filobus? Alla piatta memoria? Grazie sempre all’ottimo Claudio!