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Vangelo

È la cultura del dono e del gesto gratuito che fa sentire vivi

Il tuo dono è gratuito quando non ti aspetti nulla in contraccambio

L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)
L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)

Vangelo di Matteo
Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Matteo 9, 36 – 10,8.

Questo brano è l’inizio del capitolo 9 di Matteo, il “grande discorso missionario”.
Anche Gesù si preoccupa del “dopo lui”. Con il suo esempio ha proposto uno stile di vita alternativo a quello che ha trovato. Vede tante cose che non vanno. Sogna un mondo più umano. Cerca collaboratori. «Vedendo le folle ne sentì compassione. La messe è molta, ma gli operai sono pochi».

Gesù partecipa al dolore della sua gente. Non si ferma al guardare e al giudicare. Si immedesima con la vita delle persone.
Gesù non è un pessimista. Vede che il terreno è buono. Il raccolto sarebbe abbondante, ma mancano gli operai. Cerca raccoglitori. Rivolge il suo invito a tutti.
Per fare che cosa? Sintetizza il suo invito con sei verbi: predicate, guarite, resuscitate, sanate, liberate, donate”. Usa un solo verbo per il ministero della predicazione, quello della responsabilità del “dire”. Ma indica ben cinque verbi per il ministero del “prendersi cura”, l’impegno del “fare”.

«Guarite i malati…».
Il compito dei discepoli è molto concreto. Per ben due volte in pochi versetti invita i discepoli a “guarire ogni sorta di malattie”. Il primo dovere è quello di preoccuparsi di chi soffre. Il “sogno” di Dio di una nuova umanità, non si annuncia con le parole o con le dottrine, ma con l’esempio e con la vita.
Il compito è umanitario… compiere azioni di bene. E non solo le malattie fisiche, ma anche quelle morali e sociali.

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…».
Non è facile parlare di gratuità. Viviamo tutti nella cultura dello “scambio”, del “mio”, del “commercio”. Oggi si rischia di fare tutto per interesse. Se non è utile non si fa.
Gesù propone la cultura del “dono”. La cultura del “gratuito”. È la gratuità che ti dice quanto sei vero e sincero.

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Che cosa vuol dire fare un gesto gratuito?
Il tuo dono è gratuito quando non aspetti nulla in contraccambio. Il ringraziare è riconoscere di essere amato. Ti fa sentire vivo.
La gratitudine è una medicina preziosa. Da prendere ogni giorno

«Non andate tra i pagani».
È un versetto piuttosto difficile da interpretare. Certamente l’intenzione di Gesù non era quella di escludere qualcuno. Forse può essere interpretato come un monito per fuggire la tentazione di un “impegno a distanza”.
A volte anche oggi può essere più facile aiutare un povero dell’Africa, piuttosto di interessarti di chi ti sta vicino.

Don Roberto Vinco
Domenica 18 giugno 2023

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»
Matteo 10,8
“Ringraziare desidero per l’amore,
che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità.
Ringraziare desidero per il pane, il sale,
per il mistero della rosa”.
Mariangela Gualtieri, Le giovani parole, Einaudi 2015.

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Don Roberto Vinco, docente di filosofia allo Studio Teologico San Zeno e all'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona, è collaboratore nella parrocchia di Novaglie. roberto.vinco@tin.it

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