La vittoria del centrosinistra con Giacomo Possamai a Vicenza proietta elementi di stabilizzazione anche a Verona, dove l’amministrazione Tommasi si trova ancora a gestire rapporti di scontro con un centrodestra locale incapace di concepire e praticare corretti rapporti istituzionali da posizione di minoranza.
In particolare, con la nuova amministrazione vicentina si dovrebbero normalizzare i rapporti entro la multiutility Agsm-Aim, finora particolarmente conflittuali e costruire nuove intese più collaborative tra i due territori in altri ambiti di comune interesse.
L’esito del voto ha messo anche in evidenza l’attuale esistenza di sindaci eletti di centro sinistra lungo tutto l’asse Milano, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, con l’aggiunta delle vicine Udine e Mantova. Trattandosi di una fascia territoriale tra le più produttive del Paese, sono pure evidenti le potenziali possibilità collaborative e già si prospettano incontri a tal fine.
Negli ultimi tempi il sindaco Damiano Tommasi, dopo gli scontri sulla nomina del sovrintendente della Fondazione Arena e quelli in seno a Agsm-Aim, ha rinunciato a porre problemi sulle nomine, riducendo gli scontri immediati, pur non essendosi modificata la situazione generale di conflittualità incombente sul governo locale.
L’imprevisto scontro con la Fondazione Arena è stato frutto della presenza, in tale società, di un gruppo fortemente organizzato che comprende, oltre ad alcuni dirigenti interni, una parte della classe dirigente della città, e diversi imprenditori, riuniti attorno al “Progetto 67 colonne”, con il quale, da alcuni anni, si raccolgono fondi da impiegare nell’attività dell’Arena.
La proposta iniziale di metodo di Tommasi, tesa a definire un percorso per arrivare alla sostituzione della sovrintendente, non è stata accettata, prevedendo effetti incompatibili con la situazione di fatto, per cui, con una grave rottura istituzionale, si è provveduto alla rielezione di Cecilia Gasdia.

Gianfranco De Cesaris, Cecilia Gasdia, Federico Sboarina (foto Verona In)
Dopo l’esito del voto amministrativo, Tommasi a Verona può respirare un clima in parte nuovo e, senza illudersi sul cambiamento del centrodestra, dovrebbe porsi il problema di incominciare ad affrontare il futuro della città nel segno dell’innovazione.
Certo, la questione delle nomine permane perché il sindaco, ad esempio, non può accettare che in alcune scelte strategiche relative alla Fiera o all’aeroporto Catullo venga costretto a svolgere il ruolo di figurina di contorno..
Nella nuova situazione, dopo l’impegno coraggioso della realizzazione del progetto del nuovo Filobus, già deciso in precedenza dal centrodestra, sobbarcandosi l’onere di gestire le impopolari conseguenze sulla viabilità urbana a breve, si tratta di andare oltre la fase di primo inserimento nel governo cittadino per predisporre e realizzare alcuni progetti relativi alla qualificazione del modello di sviluppo e del welfare locali, in modo da lasciare qualche segno significativo nella storia della città.
Penso alla riqualificazione del settore turistico che, pure in crescita, da solo non è in grado di garantire uno sviluppo qualificato della città e a offrire lavoro di qualità, soprattutto ai giovani. A Verona è possibile migliorare la qualità di questo settore con l’arricchimento e l’innovazione del sistema museale, la valorizzazione di alcuni monumenti (Arsenale, Castel San Pietro, Arche scaligere e il complesso delle mura).

Arsenale (foto Giorgio Montolli)
Poi, un rafforzamento delle società partecipate, anche attraverso relazioni con altre società analoghe, perché la loro identità e sviluppo si perseguono attraverso l’apertura alle diverse opportunità che si rendono disponibili, senza chiusure motivate soltanto dalla fuga dalle proprie responsabilità.
Una necessità urgente è rappresentata dal rilancio della sanità pubblica, oggi in particolare difficoltà, che a Verona ha una storia ricca di realizzazioni di avanguardia.
Una attenzione particolare dovrebbe essere dedicata alla logistica e ai settori contigui, anche come strumenti per costruire e rafforzare solidi rapporti in Europa.
Verona da sempre città europea, per storia e cultura, dovrebbe costruire, con la forza di atti concreti, forti rapporti economici, sociali e culturali innanzitutto con la Germania e più in generale con l’Europa, che rimangono sicuri punti di riferimento nella realizzazione di un futuro di prosperità e di pace.
Questa rimane una scelta strategica nettamente alternativa al nazionalismo fuori tempo della destra, sulla quale una amministrazione comunale progressista dovrebbe puntare in via prioritaria.
Luigi Viviani

Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com
