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Lettere

Giulia, l’ennesimo femminicidio interroga il nostro modo di educare

È un dovere degli adulti Intervenire quando i bambini sono piccoli perché un domani non commettano atti di questo genere

L’ennesimo efferato femminicidio da parte di un “uomo”, aggravato dal brutale assassinio del figlio che Giulia portava in grembo.

Mi ripeto. Non c’è assolutamente alcun modo di mettere fine a questi assassinii se non ripensiamo il nostro modo di educare i figli. Sono troppi i disgraziati che pensano di eliminare un problema togliendo di mezzo una persona.

Sono troppi gli uomini incapaci di resistere ai propri impulsi distruttivi che si lasciano andare ad azioni così irreparabili. E tutto questo nasce da qualche parte, le varie nature nascono in un modo e vanno modellate con l’educazione.

Lavorare quando i bambini sono piccoli perché un domani non si lascino andare ad atti di questo genere è un dovere di tutti gli educatori, genitori, insegnanti, allenatori… perché anche se in un piccolo certe manifestazioni di rabbia non ci fanno paura, ed anzi a volte ci strappano un sorriso, dobbiamo essere consapevoli che un domani lo stesso impulso potrà manifestarsi in modo diverso e pericoloso.

È ora di cominciare a parlare con gli adulti e dire che no, così non va. Li abbiamo educati in modo sbagliato e dannoso.
Ripensiamo l’educazione, è il nostro compito di adulti, il nostro contributo a una società migliore.

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Paola Lorenzetti

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1 Comment

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  1. Marcello Toffalini

    04/06/2023 at 07:50

    Proprio vero. Non si possono forse evitare “certe manifestazioni di rabbia” ma non dobbiamo far finta di niente. Può starci un sorriso ma non si deve più chiuderla lì: va ripreso subito dopo, con argomentazioni opportune e positive, altrimenti il “piccolo” se ne può fare una ragione (con quel che segue).

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