L’alluvione catastrofica che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna ha riportato in primo piano la protezione dell’ambiente e il consumo di suolo. Colpa di eventi meteorologici estremi ed eccezionali? Del cambiamento climatico? Della eccessiva cementificazione?
Se al tempo meteorologico non si comanda, ed il cambiamento climatico è un problema globale, la cementificazione del suolo è invece un fatto locale sul quale le amministrazioni a vari livelli ne portano la diretta responsabilità. Vediamo allora la situazione nel Comune di Verona e nel Veneto.

Ettari di suolo consumato nel Comune di Verona
Il consumo di suolo cumulato nel solo Comune di Verona, era di 5.443 ettari nel 2006 ed è arrivato a 5.636 nel 2021. Sono stati cementificati 193 ettari in 15 anni con una media di 12,8 l’anno. I dati sono estratti dal sito di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
La prima domanda è se tale consumo di suolo è ancora necessario. Verona aveva 180.000 abitanti nel 1951, ha sfiorato i 270.000 nel 1971 al suo massimo sviluppo. Poi però la popolazione è diminuita stabilizzandosi intorno ai 257.000 abitanti.

Censimenti della popolazione a Verona
Oggi non è più giustificabile un consumo di suolo di 12 ettari l’anno, tanto più che migliaia di appartamenti sono vuoti e sfitti, sia nel privato che nel pubblico, come ricordato da Giuseppe Braga in un suo recente articolo. E non solo appartamenti, anche tanti capannoni, uffici e negozi sono vuoti con le saracinesche abbassate. Oggi la priorità deve essere il recupero e la ristrutturazione dell’esistente invece di nuove costruzioni.
La seconda domanda è se questo livello di cementificazione ed il suo ritmo attuale possono ritenersi responsabili dei disastri alluvionali di cui l’Italia sempre più spesso soffre. Il Comune di Verona ha una estensione di circa 199 kmq, pari a 19.900 ettari. Il suolo cementificato è aumentato dal 27,4% del 2006 al 28,3% del 2021. Un aumento dello 0,9% in 15 anni, che peraltro si poteva evitare.
A livello regionale al 2021 il record di consumo di suolo, in percentuale, è della Lombardia con il 12,12%, tallonata dal Veneto a 11,90%, poi la Campania 10,49% e l’Emilia-Romagna 8,90%. Negli ultimi 15 anni (dal 2006 al 2021) il Veneto ha aumentato il suolo cementificato del +0,67%, la Lombardia +0,58%, la Campania +0,52%, l’Emilia-Romagna +0,46%

Le prime 10 Regioni per consumo di suolo.
Aumenti della cementificazione per frazioni di punto percentuale nell’arco di 15 anni, sia a livello comunale che regionale, si fatica a considerarli causa diretta dei disastri alluvionali che si sono verificati, e che ancora si verificheranno.
Si è costruito troppo, è vero, ma soprattutto si è costruito male, ovvero si è lottizzato in aree dove assolutamente non andavano situati edifici residenziali, industriali o terziario.
Non si doveva costruire sui fianchi delle colline, tanto più se il terreno è franoso, e tantomeno in prossimità degli argini dei fiumi e dei torrenti. Invece sono quasi scomparse le aree golenali dove i corsi d’acqua potevano liberamente espandersi senza danni durante le piene. Tanti torrenti sono stati contenuti in canalizzazioni strette con argini rialzati, a volte addirittura intubati. Con eventi meteorologici straordinari era inevitabile l’esondazione, con l’improvviso e distruttivo allagamento di campagne, ma soprattutto di case, cantine, ed attività economiche.
Ora si tenta di far fronte con le cosiddette “casse di espansione”, che altro non sono che aree delimitate soggette ad inondazione controllata in caso di piena. Ma le avevamo già, si chiamavano appunto “aree golenali”, abbandonate per recuperare terreni edificabili. Ed ora, dopo ripetute distruzioni e tragedie, ci accorgiamo della loro preziosa funzione, che si cerca in qualche modo di recuperare.
E’ urgente correre ai ripari. Gli eventi meteorologici eccezionali, ce lo confermano da anni gli scienziati della climatologia, saranno sempre più intensi e frequenti a causa del riscaldamento globale, ormai inarrestabile.
Non ci resta che difenderci dagli eventi climatici estremi, fermando la cementificazione del suolo ed intervenendo con opere per evitare/limitare le esondazioni dei corsi d’acqua. Su questo Sindaci e Governatori di Regione, dopo un doveroso mea culpa per gli errori del passato, possono fare molto.
Claudio Toffalini

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it
