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Mobilità

Si chiama Piano della sosta, ma si legge mobilità sostenibile

Il centro storico di Verona è patrimonio della città e potente attrazione turistica. Ridurne la circolazione dei mezzi motorizzati ne aumenterà la bellezza e il valore

Cartelli indicatori ZTL
Cartelli indicatori ZTL

La mobilità urbana migliora ampliando o riducendo i parcheggi in centro? Per decenni la tendenza generale è stata di aumentare i parcheggi. Così era stato nel 1999 quando venne redatto l’ultimo “Piano della sosta” a Verona. In tale piano oltre ad obiettivi di riordino, sicurezza e moderazione della velocità, c’era anche evidente la preoccupazione di limitare la perdita di stalli di sosta nel centro storico e nella prima fascia esterna, se non addirittura di recuperarne di nuovi. Era un’altra epoca, da poco era stata istituita la ZTL e si stavano progettando nuovi parcheggi anche interrati a ridosso del centro storico.

Ora invece il nuovo “Aggiornamento del piano della sosta urbana” preparato dall’amministrazione Tommasi si muove su strategie diverse. Le priorità oggi sono l’ampliamento delle zone pedonali, un maggior spazio di parcheggio per i residenti e soprattutto il disincentivo dell’uso dell’auto privata in città. È decisamente una rivoluzione che non piacerà a chi dell’auto ne ha fatto un uso irrinunciabile.

Tuttavia costoro se ne dovranno fare una ragione. Infatti, può sembrare paradossale, ma è ormai ampiamente riconosciuto che aumentare il numero degli stalli di sosta nei centri urbani, soprattutto se gratuiti, non risolve il problema. Anzi lo aggrava, perché incentiva l’uso dell’auto privata, che a sua volta fa crescere la domanda di parcheggi, in un circolo vizioso senza fine. Per chi volesse approfondire il tema c’è un simpatico libretto di Gianni Lombardi, scaricabile in formato ebook.

Il nuovo piano della sosta per il momento è stato presentato in Commissione consiliare, l’iter prevede la consultazione pubblica nelle Circoscrizioni, l’analisi ed eventuale accoglimento delle osservazioni dei cittadini, ed infine l’adozione in Giunta per diventare operativo.

Ma cosa c’è scritto in concreto nel nuovo Piano della sosta? L’attuazione del piano è prevista in tre fasi. La prima fase prevede una prima regolamentazione degli spazi di sosta dei monopattini elettrici, iniziando dalla ZTL, l’estensione dei parcheggi giallo-blu in 1a circoscrizione, la pedonalizzazione di piazza Erbe, il divieto di sosta in piazzale Castel S. Pietro. Sono previsti inoltre tavoli di confronto con le proprietà dei parking per specifiche convenzioni con i lavoratori, ed in area ZTL per carico/scarico, aree taxi, parcheggio dei residenti e revisione della gestione dei permessi.

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Nella fase due, che inizierà una volta terminati i lavori sui cantieri per il filobus in via Città di Nimes (presumibilmente metà 2024) sono previste estensione delle aree di sosta a pagamento nei quartieri di Borgo Trento, Ponte Crencano, Valdonega. Inoltre ci sarà l’adeguamento delle tariffe di sosta con valori unitari differenziati. Saranno quindi estese le aree pedonali ed introdotta la ZTL permanente h24. A seguito dell’apertura del parcheggio di piazza Corrubio, sarà istituito il divieto di sosta su tutta la piazza di San Zeno. Successivamente saranno pedonalizzate piazza S. Anastasia e piazza Duomo.

La fase tre inizierà solo dopo l’entrata in funzione del filobus, nel 2026, e sarà avviato uno studio con l’obiettivo di sviluppare un’area vasta a bassa intensità di traffico ad accesso controllato.

Stalli per biciclette

Stalli per biciclette

In sostanza, con gradualità, l’accesso con l’auto al centro urbano, per i non residenti, sarà reso più complicato e costoso per effetto delle estensioni delle pedonalizzazioni, della ZTL h24, e di tariffe di sosta via via più onerose avvicinandosi al centro storico. L’effetto nel medio-lungo periodo? Minori spostamenti in auto e più frequente utilizzo di mezzi pubblici, biciclette, bici elettriche e monopattini.

Il Centro storico di Verona è patrimonio della città e potente attrazione turistica, e ridurne al suo interno la circolazione di mezzi motorizzati ne aumenterà la bellezza ed il valore. Ma anche gli stessi quartieri periferici con un maggior uso di mezzi alternativi all’auto privata ne guadagneranno in vivibilità.

Non c’è dubbio, siamo all’inizio di un cambiamento epocale, ineluttabile anche se osteggiato da molti, per il quale Verona è in ritardo e che richiede coraggio. Funzionerà? Sì, ma a due condizioni. La prima che i mezzi pubblici, nuovo Filobus in testa, si dimostrino un sistema efficiente ed economicamente competitivo rispetto all’auto privata. La seconda che una rete di piste ciclabili separate rispetto alla circolazione delle auto, sicure ed interconnesse, convinca i veronesi ad un uso più frequente della bicicletta. È una scommessa importante sulla quale il sindaco Tommasi si gioca molto del suo attuale credito.

Claudio Toffalini

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Written By

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

2 Comments

2 Comments

  1. tiziano

    27/05/2023 at 17:33

    Egregio Toffalini, è bello vivere sulla luna come lei, affrontare i problemi quotidiani di molti Lavoratori ed Esercenti del Centro Storico di Verona… è un’altro paio di maniche…significa scendere sul pianeta Terra! Cosa che dalla Luna capisco sia difficile.

    • Claudio Toffalini

      29/05/2023 at 12:02

      Gentile sig. Tiziano, nel mio post ho illustrato i provvedimenti della Giunta sul piano della sosta, che a grandi linee condivido, e che capisco possono non piacere a tutti. Nel suo commento non ho colto argomentazioni, se non di tipo satellitare.

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