La ricorrenza del 25 aprile si festeggia come il giorno della liberazione del nostro Paese dal nazifascismo. Per tale ragione va celebrata ricordando i sacrifici di quanti si sono battuti, anche a rischio della propria vita, per restituire a noi tutti la libertà.
Ricordiamo che a seguito dell’armistizio l’Italia di Benito Mussolini pose fine alla sua alleanza con la Germania di Adolf Hitler, ma non alla presunzione del “Duce d’Italia” il quale, in data 23 settembre 1943, volle dar vita ad una sua “Repubblica Sociale Italiana”, un proprio stato dittatoriale, con Verona posta al centro, come centro di comando.
Fra l’8 settembre 1943, sino al 25 aprile 1945 e nei giorni immediatamente successivi alla liberazione, Verona fu interessata e nel contempo protagonista di molti fatti. Ricordiamo tra gli altri:
1) Il “Processo di Verona”, celebrato nei saloni di Castelvecchio nei giorni 8, 9 e 10 gennaio 1944, contro sei componenti del “Gran Consiglio” del Fascismo, fra i quali il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, ritenuti colpevoli di aver votato nella seduta del 25 luglio 1943 la sfiducia nei confronti di Mussolini come Capo del Governo. Quel processo si concluse con la condanna a morte di cinque imputati (su 6) mediante fucilazione, che venne eseguita il giorno 11 gennaio 1944 all’interno di Forte Procolo (oggi quartiere Navigatori in zona Borgo Milano).

Partigiane
2) L’assalto alle Carceri, presso il convitto dei Carmelitani Scalzi, da parte di un “Gruppo di Azione Patriottica”, avvenuto il 23 agosto 1944 per liberare dei prigionieri politici qui detenuti, compreso un dirigente sindacale locale.
È doveroso ricordare altre vicende accadute dall’8 settembre 1943 sino alla fine del mese di aprile del 1945, e in particolare quanto riscontrato dalle ricerche svolte dall’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e rese note dallo storico Federico Melotto.
Tali ricerche, pubblicate sul quotidiano l’Arena in data 25 novembre 2015, a firma di Marco Scipolo, hanno evidenziato come durante questo periodo siano stati commessi in provincia di Verona ben 72 fra omicidi singoli e massacri veri e propri, con ben 191 vittime, delle quali 112 appartenenti alla popolazione civile.
Ricordiamo, tra gli altri, i massacri commessi dai tedeschi dall’8 al 14 luglio 1944 a Vestenanova, con 17 vittime civili, e quelli del mese di settembre dello stesso anno con altri 7 morti. A questi massacri fecero seguito quelli commessi in data 6 aprile 1945 a Cerea, con 6 vittime e altri in data 15 e 26 aprile commessi a Montorio, con 12 vittime. Altri ancora, sempre in data 26 aprile, in località Ferrazze di San Martino Buon Albergo, con 29 vittime e a Pressana in data 10 e 26 aprile, con 9 vittime.
Non possono essere dimenticate altre vicende e circostanze, fra le quali: le azioni svolte dalla Polizia Nazista presente dal 1940 al 1945 nel Palazzo INA di Verona, di inizio Corso Porta Nuova, sotto il comando del generale Wilhelm Harster; il Campo di Concentramento in località Colombare di Montorio; il punto di raccolta in Piazza Isolo dei prigionieri politici da trasferire nei campi di prigionia e sterminio in Germania e altre storie atroci, come le sedi usate per le interrogazioni dei prigionieri politici, in particolare quella in Piazza Martiri della Libertà, presso il Teatro Romano, dove morì sotto tortura il Colonnello Giovanni Fincato.
Nonostante questi tragici fatti, il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale ha provveduto a nominare l’avvocato socialista Aldo Fedeli Sindaco della Verona liberata. Incarico che verrà poi formalizzato il giorno 1° maggio 1945 da Edgar Ershine Dune, generale di Brigata dell’Esercito degli Stati Uniti d’America e Capo del Governo militare alleato.
Per queste ragioni il 25 aprile va celebrato convintamente, coltivando i sentimenti di libertà che questo evento trasmette. Va celebrato per trasmettere alle nuove generazioni quei sentimenti di democrazia e di impegno per i quali la Bandiera del Comune di Verona il 25 settembre 1991 è stata insignita dal Capo dello Stato Francesco Cossiga della Medaglia d’Oro al valore civile. Va celebrato per continuare nell’impegno che ha sorretto le lotte di liberazione dal fascismo della città di Verona, per il quale il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il 5 novembre 1993 ha attribuito alla Bandiera del nostro Comune la Medaglia d’Oro al Valore militare.
Giuseppe Braga

Giuseppe Braga è nato a Verona il 12 giugno del 1943. Ha lavorato alle Officine e Fonderie Leopoldo Biasi di Verona. È stato dirigente e membro della segreteria FIMCISL di Verona; dirigente e Segretario generale Federchimici CISL di Verona; Segretario generale SICET CISL di Verona e Responsabile organizzativo Confederazione; consigliere di terza Circoscrizione in Borgo Milano. Durante l’attività sindacale ha ricoperto varie cariche. giuseppe.braga@gmail.com
