Come tributo funebre è stato regale. Di più: faraonico. Come se alla morte di Cheope la sua piramide, invece di accoglierne la mummia, fosse crollata. Così quest’anno, morto Alvise Zanolini (1929-2022), l’ingegnere veronese che ne aveva ideato la struttura reggente, la cometa d’acciaio dell’Arena è crollata, in fase di smontaggio. Il vecchio ingegnere scomparso non avrebbe comunque controllato la fase di smontaggio, d’accordo. Ma la coincidenza è da rilevare.
L’idea della stella, e la sua definizione di “archiscultura”, fu dell’architetto veronese Rinaldo Olivieri (1931-1998), a cui non sono mancati i dovuti tributi, compresa una targa commemorativa sulla sua casa natale, in via Duomo. Ma, disegnata la stella (nello schizzo iniziale c’erano addirittura più code), bisognava trovare il modo di farla stare in piedi. Fu chiamato allora l’ingegner Zanolini, un esperto di strutture. (…)

L’ingegnere Alvise Zanolini (1929-2022)
Finalmente smontata in Bra, sbullonata la coda e le gambe, la stella ha mostrato per qualche ora il suo nucleo nascosto, quello ideato appunto da Zanolini. Un icosaedro: un poligono con venti facce, in questo caso a forma ciascuna di pentagono. Quando la cometa è montata non si vede, ma è la parte essenziale dell’opera. La soluzione tecnica per fare posare la stella in Bra, con i raggi proiettati in alto e in basso, ciascuno imbullonato a una faccia dell’icosaedro e la coda ad arco sulla piazza e dentro l’Arena, ad appoggiarsi in alto sulla cavea.
Da lassù, quest’anno la base di appoggio è inopinatamente crollata in fase di smontaggio. La piattaforma di ancoraggio è precipitata all’interno dell’anfiteatro, rovinando i gradoni: era là, ricordo del Natale, durante la Via Crucis voluta dal vescovo in Arena il Venerdì Santo. Appropriata icona: il corpo di Cristo, neonato nel presepe, martoriato sul Calvario.
Il nucleo centrale della stella, che resta nascosto nel cuore della struttura e che si può vedere solo nelle fasi di montaggio e smontaggio, è un blocco di acciaio che pesa 40 quintali e che nella forma si rifà a precedenti famosi nella storia dell’arte.
Zanolini raccontava di essersi ispirato alla celeberrima incisione di Albrecht Dürer Melencolia I, dove appare il solido enigmatico, associato a Saturno, il pianeta ispiratore del genio.
Tutta veronese è la più bella serie di raffigurazioni relative ai solidi geometrici: sono intarsiati nel legno a Santa Maria in Organo, nei sedili del celebre coro capolavoro di fra’ Giovanni da Verona (1457-1525), architetto anche di chiesa e campanile.
I solidi geometrici hanno un significato nella filosofia platonica che fu illustrato da Leonardo nel trattato De divina proportione: fra’ Giovanni lo riprende per dimostrare la sua straordinaria abilità nella raffigurazione in prospettiva, intarsiando rombododecaedro stellato, cubottaedro, dodecaedro stellato, icosaedro…
Un virtuosismo artistico e filosofico che continua ad affascinare gli studiosi: ne parla, assieme ad altri tesori artistici della città, la guida alla città Verona città fatata, scritta da Katiuscia Lorenzini per Cierre Edizioni.
Smontata la stella d’acciaio, Vittorio Sgarbi, nella sua veste di sottosegretario, ha detto che non sarà più rimontata. Quindi ieri è stata l’ultima occasione per vedere il suo geniale e nascosto nucleo zanoliniano.
Cosa c’entra Cheope? La piramide è il solido costruito con facce formate da triangoli. Con il quadrato si costruisce il cubo. Con il pentagono, l’icosaedro. Impossibile fare un solido con le facce fatte solo di esagoni, spiegava l’ingegnere.
Giuseppe Anti
Photogallery dell’ultima fase dello smontaggio della stella, 12-14 aprile 2023

Giuseppe Anti è nato a Verona il 28 agosto 1955. Giornalista, si è occupato di editoria per ragazzi e storia contemporanea; ha curato fino al giugno 2015 gli inserti "Volti veronesi" e le pagine culturali del giornale L'Arena. giuseppe.anti@libero.it

Luigi Grimaldi
15/04/2023 at 13:33
Un grandissimo articolo di Beppe Anti