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Vangelo

Il senso della Pasqua in una realtà fatta di dolore, morte, sofferenze

Risorgere è vincere la morte e credere – malgrado tutto – che l’amore alla fine è più forte delle guerre, della miseria, delle malvagità

L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)
L'adorazione dei magi, tempera e oro su tavola, Gentile da Fabriano, 1423 (Galleria degli Uffizi, Firenze)

Vangelo di Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e vide i teli posati là e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Giovanni 20,1-9

Pasqua è una parola ebraica che significa “passaggio”. Pasqua per i cristiani vuol dire: risurrezione, vita, speranza, futuro.
Il filosofo Heidegger diceva: ognuno di noi ad un certo punto della vita deve decidere se vivere una vita autentica o una vita banale.
Come persone in ricerca ci unisce un desiderio: dare senso alla nostra vita! Come cristiani il Natale ci emoziona. Il Venerdì santo ci commuove. La Pasqua ci sconvolge e ci mette in crisi.

Perché? Perché non è dimostrabile. Nessuno può portare prove oggettive e scientifiche. Gesù è risorto, ma lo scambiano per un giardiniere, per un fantasma. Forse anche noi abbiamo bisogno di cambiare prospettiva di guardare.
Cosa ci dice il Vangelo? «Videro e credettero». Vedere è abbastanza facile. Credere è difficile. Credere che quel Cristo lì, morto in croce, è risorto, occorre la fede. Molti hanno visto il Cristo morto in croce. Pochi hanno creduto.

Il messaggio della risurrezione è straordinario. Ha il suo fascino. Vincere la morte è quello che sogniamo tutti. Tuttavia la realtà ci parla ancora di dolore, di morte, di sofferenza.
Sono tanti i motivi che ci spingono alla rassegnazione e alla sfiducia. Cantiamo l’alleluja, ma attorno a noi la vita è fatta ancora di guerra, di malattie, di fame, di violenza, di solitudine.

Chi ci può aiutare a “credere”? Chi può insegnarci a vivere da “risorti”?
Tutti e quattro i Vangeli ci indicano come esempio di fede le donne. Tutti ci raccontano il loro coraggio e la loro testimonianza. Mentre i discepoli scappano, loro rimangono. Sono le donne che sanno stare vicino a Gesù sotto la croce. Sono le donne le prime annunciatrici della risurrezione.

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La Passione di Gesù continua anche oggi. Mentre ci riempiano di colombe e di uova di Pasqua, migliaia di bimbi vivono sotto le bombe, con problemi di fame, di abbandono, di violenza.
E chi si prende cura di loro? Sono le mamme dell’Ucraina, della Palestina, della Siria, dell’Africa, che si prendono cura di questi poveri cristi innocenti che muoiono per la sete di potere di qualche governante.
Sono le donne che ci aiutano a tenere accesa la piccola luce di speranza. Sono loro che ci insegnano a vivere non da rassegnati, ma da responsabili che lottano per un mondo più umano.

È la loro vita attraversata dall’amore che ci dice cosa vuol dire “credere”.
La fede nella risurrezione non si può spiegare, ma si può vivere. Nessun reporter ha mai fotografato la risurrezione. La Pasqua non si dimostra, ma si può viverla. La risurrezione dei morti è un miracolo che spetta a Dio.
A noi toccano le piccole e grandi risurrezioni della vita di ogni giorno. Il futuro non è nelle mani dei politici e dei potenti che fanno le guerre. Il futuro appartiene a quelle persone che sanno sempre portare un fiore, là dove c’è una lacrima.
Questo vuol dire credere nella Pasqua: credere che l’amore è più forte della morte!

Don Roberto Vinco
Domenica 9 aprile m2023

 Pasqua: vivere da “risorti”; la risurrezione non si dimostra si vive
“Potrei credere solo in un Dio che danza”
Frederich Nietzsche

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Written By

Don Roberto Vinco, docente di filosofia allo Studio Teologico San Zeno e all'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona, è collaboratore nella parrocchia di Novaglie. roberto.vinco@tin.it

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