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Interviste

Primo bilancio Giunta Tommasi dell’urbanista Saturni

INTERVISTA – «Diamogli ancora un po’ di tempo, ma per questa Amministrazione e ormai giunto il momento di rendere concreti tanti progetti che fanno parte del programma e delle aspettative degli elettori. Bene alcune cose, altre non le ho capite»

INTERVISTA – Giulio Saturni, urbanista, offre da circa vent’anni consulenze alle pubbliche amministrazioni nel suo ambito di competenza, con focus particolari sulla pianificazione strategica. Nel 2018 ha co-fondato Cocai, un’associazione che ha il preciso scopo di proporsi a Verona come un’agenzia urbana, ovvero «un luogo in cui lo studio della città è finalizzato alla costruzione di visioni urbanistiche per migliorare il benessere delle persone». Non a caso, i progetti di cui Cocai si sta occupando, cioè La Fabbrica del Quartiere a Borgo Roma e Baleno agli Orti di Spagna, coniugano, nella stessa visione d’insieme, temi sociali e recupero dello spazio urbano.

Giulio Saturni, architetto urbanista

Giulio Saturni

– Saturni, Cocai propone una visione di città condivisa, innovativa e sostenibile. Le pare ciò che sta concretizzando la nuova Amministrazione?
Saturni. «La visione della giunta va in questa direzione, ma passi concreti ancora non ci sono stati. Segnali, come le domeniche ecologiche, sono confortanti: non devono però rimanere momenti effimeri. Occorre intraprendere un percorso che metta al centro la persona, valorizzando la vivibilità dei quartieri e la qualità dello spazio pubblico».

– Riuscite a interloquire su questi temi con il Comune?
Saturni. «Siamo stati direttamente coinvolti nell’organizzazione di queste domeniche. Che sia un punto d’inizio, non d’arrivo».

– Dunque i vostri rapporti sono positivi?
Saturni. «C’è apertura nei nostri confronti, siamo riusciti a parlare con vari assessori. Ma bisogna ancora lavorare molto, soprattutto dal punto di vista della cultura urbana: eliminare la panchina in piazza Santa Toscana, o il tavolo in Borgo Venezia, per ridurre i raduni di frequentazioni malviste non è la soluzione. A partire dai problemi, serve parlare con le persone e costruire una comunità partecipata».

– Nuova Amministrazione, vecchia vita?
Saturni. «Ora noto sicuramente più sensibilità. Però devo insistere sul lato operativo. Verona dispone di una società civile molto attiva, che non aspetta altro di essere sostenuta dall’Amministrazione e non ostacolata, come successo a volte in passato. Questo deve avvenire a prescindere dall’appartenenza politica: il benessere delle persone prima di tutto».

– Le vostre difficoltà, più che la comunicazione con il Comune, riguardano il concretizzare insieme. Perché questo avviene?
Saturni. «Negli ultimi vent’anni la macchina amministrativa è stata notevolmente depotenziata e un assessore, se non ha alle spalle una struttura ben organizzata e preparata, fa fatica a realizzare determinate progettualità. Inoltre, visto che si parla spesso di co-progettazione, ci si aspetta un supporto tecnico, e non solo politico, da parte della pubblica amministrazione. È necessario immettere nuove competenze al suo interno».

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– Il presidente della Ronda della carità Alberto Sperotto ha dichiarato al nostro giornale che l’attuale Amministrazione “sta ancora imparando come funziona la macchina amministrativa” e che 2dovrebbe ascoltare chi ha esperienza su determinati argomenti”. Si trova d’accordo?
Saturni. «Non è un discorso che vale per noi. Sperotto opera in un settore ricco di conflittualità che, nell’ultimo ventennio, è stato sostanzialmente trascurato».

– Sulle tematiche di Cocai invece la macchina amministrativa è più oliata?
Saturni. «C’è meno conflittualità. In più ci occupiamo di rigenerazione urbana, che si muove su tempistiche diverse rispetto all’accoglienza emergenziale. Detto questo, il Comune, supportato da realtà come Cocai, deve creare una visione d’insieme per riuscire laddove incontra difficoltà, cioè nel tramutare in prassi definite i segnali positivi che sta lanciando su urbanistica e mobilità».

– Aspettative deluse sin qui?
Saturni. «Si tratta di processi lunghi. Il bilancio si potrà tracciare tra un anno».

– Il progetto filobus è stato mantenuto. Mancanza di coraggio da parte dell’Amministrazione?
Saturni. «Non aveva alternative. Rinunciando avrebbe perso il finanziamento e rischiato una penale. L’importante è che non si fermi al filobus: da solo non può rendere sostenibile la mobilità a Verona, in quanto, impiegando mezzi lunghi 18 metri, come gli attuali bus a metano, non è un trasporto pubblico di massa. Occorre una metrotranvia che colleghi Verona sud al centro, altrimenti continueremo a muoverci in questa maniera disordinata».

– Ma perché fare il filobus se non cambia la mobilità a Verona?
Saturni. «Ha degli aspetti positivi, come abbattere l’inquinamento acustico. Inoltre diventa un’opportunità se l’Amministrazione effettua uno studio di riqualificazione dello spazio pubblico lungo l’intero tracciato, perché il progetto attuale è concentrato esclusivamente sul canale stradale».

– Sergio Mantovani, del comitato Verona sud, sostiene che se il Comune rinunciasse al filobus e adottasse autobus elettrici risparmierebbe anche pagando la penale. Lei che ne pensa?
Saturni. «Così non progrediamo, e poi i giochi per il filobus sono fatti. Al massimo acquisterei autobus elettrici per sostituire quelli obsoleti».

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– Un’Amministrazione di sinistra a Verona è una rarità. Non dovrebbe incidere con politiche più radicali?
Saturni. «Una politica radicale potrebbe essere, nell’urbanistica, puntare maggiormente sul pubblico. Storicamente a Verona le Amministrazioni hanno sempre operato come notaie dell’interesse privato, che però non è in grado di generare un miglioramento autentico della città. Bisogna lavorare su una partnership pubblico-privato e a tal fine serve un’Amministrazione che abbia un approccio manageriale, non burocratico: solo con questa mentalità si può pensare, per esempio, di rigenerare i quartieri di Verona».

– L’Amministrazione Tommasi le sembra burocrate o manageriale?
Saturni. «Devo ancora capirlo. Di certo, se non si rivelerà manageriale, Verona diventerà una città sempre più provinciale».

Gregorio Maroso

Written By

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com

2 Comments

2 Comments

  1. Marcello Toffalini

    30/03/2023 at 18:56

    Un’Amministrazione meno burocratica non è difficile da realizzare: io punterei soprattutto sulla mobilità pubblica da incentivare, diminuendo il costo dei biglietti e degli abbonamenti e migliorando ove possibile la frequenza. Se i mezzi pubblici potessero muoversi, a tutte le ore, con un numero di utenti pari anche solo alla metà dei posti disponibili, potremmo dire di aver fatto una mezza rivoluzione: molti cittadini sarebbero indotti a smettere il mezzo privato per ogni necessità, liberando parte del traffico e limitando così l’uso di stalli e parcheggi privati.

    • Redazione2

      05/04/2023 at 09:39

      L’abbonamento ai mezzi pubblici dovrebbe essere automatico, come il certificato di nascita. Paghiamo tante tasse che un balzello di 20-30 euro l’anno pagato da tutti i 250 mila veronesi darebbe una grande spinta nel limitare l’utilizzo del mezzo privato. Paghiamo la tassa per le immondizie? Allo stesso modo facciamo per spostarci con i mezzi pubblici. g.m.

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