Il Comune di Verona con la variante 282 aveva previsto che tutta l’area di 45 ettari dell’ex Scalo Merci di FS dovesse diventare Parco Pubblico. L’impegno nel 2017 venne confermato da Federico Sboarina che con questa promessa venne eletto sindaco.
Ma nel luglio 2019 la stessa Amministrazione Sboarina, all’insaputa della cittadinanza, firma un accordo con le Ferrovie dello Stato (FS) in cui si prevede che il 50% dell’area sia destinato a strutture edilizie. Inoltre l’accordo prevede che in primis si debbano salvaguardare le esigenze di guadagno delle Società del Gruppo FS, proprietarie dell’Area, quindi con la concreta possibilità che la superficie edificata superi anche notevolmente la soglia del 50% di edificazione.
L’attuale Giunta Tommasi, dopo circa nove mesi dal suo insediamento, non ha ancora detto una parola chiara sul destino dell’ex Scalo Ferroviario, ma sembra che il programma sia quello di confermare l’accordo con le Ferrovie cementificando cosi almeno il 50% dell’area: verrebbero così smentite le promesse di cambiamento fatte in campagna elettorale.

Il convegno sull’ex Scalo merci all’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona
Il Comitato Verona Sud il 17 marzo scorso, in un affollato e partecipato convegno all’Accademia di Agricoltura Scienza e Lettere (AASL) ha riproposto la posizione del Comitato, che in sostanza prevede zero cemento per l’intera superficie del parco, con delle precise motivazioni.
1. Il Veneto è la regione che ha consumato più suolo in Italia e Verona è la prima città veneta con il 13,30% di terreno cementificato.
2. A Verona esistono oltre 10 mila immobili vuoti ed si ha un alto tasso di denatalità : nascono 500 bambini in meno ogni anno
3. Quindi non essendoci necessità di un incremento edificatorio l’accordo del Comune con le Ferrovie per costruire altri edifici risulta solamente di tipo speculativo
4. Secondo l’ISPRA (il più importante istituto nazionale per la ricerca ambientale) il consumo di suolo determina: la perdita, permanente e irreversibile di suolo coltivabile, causa frammentazione del territorio, riduzione della biodiversità, alterazioni del ciclo idrogeologico e modificazioni microclimatiche; un aumento dei trasporti, del consumo di energia, dell’inquinamento acustico, degli inquinanti atmosferici e di gas serra.
Come se ciò non bastasse, dalla comunità scientifica locale arrivano dati preoccupanti sullo stato di salute dei veronesi. Il 18 marzo, al Polo Zanotto, il prof. Francesco Amaddeo dell’Università di Verona ha presentato una dettagliata ricerca, nella quale è emerso che i quartieri dove gli abitanti soffrono maggiormente di patologie neurologiche sono situati nelle zone a sud della città, proprio dove è minore la presenza di aree verdi e alberi.
Viene quindi spontaneo rivolgere alcune domande agli attuali amministratori.
1. Come può il Comune ritenere sostenibile un ulteriore consumo di almeno 230.000 mq di suolo?
2. Il Comune è proprio sicuro che cementificando metà del parco farà gli interessi dei cittadini in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno compromettendo la sopravvivenza dell’umanità?
3. Perché il Comune non interpella la cittadinanza, istituendo subito la Consulta, come previsto dal Regolamento sul verde?
4. Perché il Comune, usufruendo dei 15 milioni per le opere compensative della TAV, non inizia ad acquisire e forestare le aree dello Scalo meno problematiche, come ad esempio quella a sud adibita a parcheggio per la fiera?
5. Piuttosto di condizionare le generazioni future con pesanti scelte irreversibili non sarebbe preferibile sospendere la decisione di cementificare?
Per rispondere a queste domande sarebbe stato opportuno che almeno un rappresentante della Giunta avesse partecipato al convegno del Comitato Verona Sud, ma saranno comunque gradite delle risposte.
Alberto Ballestriero
VeronaPolis
Foto in alto: i cittadini di Verona Sud durante una manifestazione in piazza Bra

Alberto Ballestriero. La campagna e il paesaggio sono una presenza costante nella sua vita. Ha lavorato come funzionario nella gestione di canali e opere agrarie presso uno dei più importanti Consorzi di Bonifica del Veneto. Dopo la qualifica nel settore del verde progetta parchi e giardini, alcuni dei quali pubblicati. È socio dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Per diversi anni è stato responsabile del settore verde urbano della sezione veronese di Italia Nostra. Ha pubblicato il libro “Confini Connessioni Scenari – divagazioni di un giardiniere sul paesaggio”. È socio fondatore dell’Osservatorio territoriale VeronaPolis. ballestriero@gmail.com
