L’ulteriore, grave frattura nella Fondazione Arena, con il deposito presso la Camera di Commercio dei nuovi vertici della società che gestisce l’attività extra lirica, ancora all’insaputa del Sindaco, rende evidente il carattere brutale e volgarmente anti istituzionale dell’operazione iniziata con l’anomala elezione a sovrintendente di Cecilia Gasdia.
La rielezione di Gasdia non ha alcun motivo plausibile perché anche l’aver gestito con una certa capacità il bilancio della Fondazione corrisponde a un suo preciso dovere che non ha nulla a che fare col potere del nuovo Sindaco di proporre una soluzione diversa.
Il fatto poi che la stessa Gasdia risulti oggi al vertice della società che gestisce gli eventi extra lirici determina una situazione incompatibile con la normale attività di sovrintendente, con possibili conseguenze penali.
Nello stesso tempo va anche verificato il profilo penale del comportamento del sottosegretario Gianmarco Mazzi, responsabile delle attività extra lirica sino al 31 dicembre 2022, entrato a gamba tesa nel dibattito a sostegno della riconferma di Gasdia come Sovrintendente.
Una realtà che, nel complesso, dimostra come un gruppo di chiara ispirazione antistituzionale si sia col tempo insediato nella Fondazione Arena che, pur di raggiungere i propri interessi, rompa consapevolmente con il Sindaco, presidente della stessa Fondazione Arena e responsabile dell’attività e delle sorti dell’anfiteatro.
Una situazione del tutto anomala creatasi durante la precedente gestione di centrodestra che oggi non dice una parola su una situazione che colpisce e imbarazza la città. Nonostante questo colpevole silenzio, la ferita inferta all’Amministrazione e alla città è veramente profonda e destinata a far sentire i suoi effetti su entrambe le parti in causa.
Innanzitutto sulla Fondazione, dove la immotivata rottura è destinata a diffondere un clima di diffidenza e sfiducia che peserà non poco sulle non semplici scelte future. Poi sull’amministrazione Tommasi, che si trova a gestire una contraddizione imbarazzante e priva di prospettive.
Il Sindaco ha fatto bene a denunciare il colpo di mano di dubbia legittimità legale, ma una reazione soltanto in termini di denuncia penale appare insufficiente. L’attacco è stato diretto e grave contro il Comune e la città, e richiede perciò una risposta altrettanto forte e diretta sul piano politico-istituzionale.
L’iniziativa spetta al Consiglio comunale che dovrebbe approvare subito una mozione di dura condanna dell’accaduto, chiarendo che il Comitato di indirizzo della Fondazione ha scelto deliberatamente di rompere con il Sindaco, legittimo rappresentante di Verona e Presidente della Fondazione Arena.
Il Consiglio comunale deve dunque sostenere decisamente il Sindaco, dandogli un preciso mandato per ridiscutere in toto i rapporti tra Fondazione Arena e Comune con l’obiettivo di subordinare l’uso dell’Anfiteatro a una nuova sintesi condivisa della gestione della Fondazione e di Arena extra lirica.
Questo si rende necessario per ricostruire un corretto rapporto tra potere e responsabilità nella gestione di una delle maggiori società partecipate del Comune. Ad un attacco politico e istituzionale la politica deve rispondere con il legittimo potere di decisione dell’istituzione democratica per ripristinare il corretto equilibrio dei poteri in campo.
Questa risposta dura consentirà all’amministrazione Tommasi di fugare ogni dubbio circa una sua presunta inesperienza creando le condizioni per un percorso futuro basato su un rapporto chiaro, anche se conflittuale, tra maggioranza e opposizione, senza più assistere a queste scorrettezze.
Luigi Viviani