Sono ormai tre le domeniche sostenibili organizzate a rotazione dal Comune nei quartieri di Verona. La prima si è svolta il 12 febbraio a Veronetta, poi in borgo Venezia il 12 marzo, l’ultima in borgo Roma il 19 marzo mentre le prossime saranno il 12 e 19 aprile in 2ª e 4ª circoscrizione.
I cittadini hanno sperimentato cosa significa uscire di casa e non vedere un’auto circolare, nemmeno parcheggiata a bordo strada. In una atmosfera quasi surreale solo qualche bicicletta e tanta gente che passeggia, che si incontra e chiacchiera, non sui marciapiede, ma proprio in strada. I negozi del quartiere aperti, e poi banchetti, associazioni con giochi e proposte culturali, e tanta musica.
Niente a che vedere con le domeniche a piedi degli anni ’70. Quelle servivano a risparmiare benzina, che a seguito della crisi petrolifera provocata dalla guerra del Kippur, era quasi razionata. Poco a che vedere anche con le più recenti domeniche ecologiche, insoddisfacente tentativo di combattere le polveri sottili PM10. Erano provvedimenti estemporanei per tentare di far fronte alla carenza di energia fossile, o per rimediare ai danni da inquinamento dalla stessa prodotti, senza però proporre un modo diverso di vivere.
Le domeniche sostenibili nei quartieri sono invece un’idea nuova, ovvero quella di “Ripensare il modo di vivere nei quartieri, con vantaggi ambientali, sociali ed economici”, spiega l’assessore all’ambiente e mobilità del Comune di Verona Tommaso Ferrari. E questa idea, a giudicare dalla partecipazione e dai commenti molto positivi, per non dire entusiastici, di tanti residenti, sembra essere stata apprezzata.
Si tratta di esperimenti domenicali, ma che sono nel solco delle idee dell’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno note come “Città 15 minuti”, e lanciata anche dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo nel 2020. L’obiettivo è di fare in modo che tutto ciò che serve al cittadino, dal lavoro, ai servizi, al tempo libero, sia raggiungibile in 15 minuti a piedi o in bicicletta.
Si tratta di un modo nuovo di pensare il vivere comune che ha risvolti positivi su varie problematiche della città. Prima di tutto sulla mobilità, perché limita drasticamente l’uso dell’automobile, poi sull’ambiente grazie alla riduzione dell’inquinamento da traffico motorizzato, ed infine riguardo la socialità in quanto favorisce l’incontro fra le persone. Ma vuol dire anche posti di lavoro nel quartiere, più vicini al contesto abitativo.
Nei decenni scorsi, non solo a Verona, molte periferie sono state trascurate, diventando progressivamente anonime aree dormitorio prive di negozi, cinema e luoghi ricreativi e di cultura, imbruttite da file di serrande abbassate e persino con rari bar spesso con chiusure serali anticipate. A fronte di questo deserto era inevitabile un uso sistematico dell’auto per portarsi verso il centro cittadino o i centri commerciali.
Come invertire la tendenza? Bisogna innanzitutto crederci, e poi serve coraggio e pazienza, non solo da parte degli amministratori ma soprattutto dai cittadini. La Giunta Tommasi deve fare la sua parte incrementando i servizi delocalizzati ed informatizzati, quindi investendo in eventi nei Centri di Comunità dei quartieri, luoghi ideali di incontro ricreativi e culturali. Una leva importante è anche quella della mobilità, che consiste nella creazione nei quartieri di aree pedonali, zone 30, piste ciclabili separate e sicure, e marciapiede più larghi.
Se le periferie riprendono vita, le saracinesche torneranno a rialzarsi, il che vuol dire lavoro nel quartiere ed occasione di incontro, in pratica l’innesco di un circuito virtuoso che si autoalimenta.
Ci sono ormai molti segnali che indicano la tendenza verso il ritorno ad una più intensa vitalità dei quartieri. C’é un bisogno crescente di rapporti sociali diretti, che i cosiddetti “social” non sono in grado di soddisfare. C’é una sempre maggiore sensibilità ambientale espressa per esempio dai “Friday for future” che vedono protagoniste le giovani generazioni.
Le domeniche sostenibili sono state, per chi le ha vissute, un assaggio di ciò che potrebbero diventare in futuro i nostri quartieri. Per adesso un sogno, ma che se lo vogliamo, può diventare realtà.
Claudio Toffalini

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

Cristina Stevanoni
21/03/2023 at 16:30
… Vero, Claudio. Ma anche qualche domenica senza rumori, dedicata al suono del silenzio, dal quale è derivata, e non per caso, una delle più belle canzoni del Novecento.Per favore, proponila tu!
Claudio Toffalini
21/03/2023 at 18:35
Impresa eroica in un mondo votato alla velocità, alla crescita accelerata, ai consumi in eccesso e dove il bombardamento sonoro serve a nascondere il vuoto che c’è dietro. Fino alle bombe vere per nascondere la pace.
https://www.youtube.com/watch?v=NAEppFUWLfc
Redazione2
05/04/2023 at 09:43
Si parla poco di inquinamento acustico. Chi vive a ridosso di strade particolarmente trafficate ha la vita difficile e fatica a farsi sentire. Il perché di questa situazione è intuibile: l’aria inquinata raggiunge anche i quartieri più ricchi, dove le strade sono meno trafficate, mentre il rumore è meno “democratico” e si concentra particolarmente nei quartieri più popolari. g.m.