Un aumento delle difficoltà di transito dei Tir al Brennero sta spingendo il presidente del Veneto Luca Zaia a rispolverare un vecchio progetto degli anni ’70-’80 del secolo scorso, relativo alla realizzazione di una nuova autostrada che colleghi Venezia a Monaco di Baviera. Un progetto, a suo tempo, giudicato irrealistico e, senza rimpianti, abbandonato.
Tuttavia, il problema del rapporto del Veneto e dell’Italia con il cuore dell’Europa permane e va affrontato in termini realisti ed efficaci, partendo da una posizione autocritica di Zaia che, nella sua permanenza alla giuda della Regione, ha largamente sottovalutato e trascurato un corretto rapporto con l’Europa, in particolare con la Germania.
Zaia ha sempre considerato il vero baricentro economico e politico del Veneto la cosiddetta PaTreVe, l’area centrale della Regione costituita dalle province di Padova, Treviso e Venezia, mentre i territori circostanti diventano, nei fatti, meno rilevanti.
Circa il rapporto con l’Europa, che in gran parte si realizza tramite la direttrice Verona-Brennero, oltre al giudizio selettivo sul territorio regionale ha pesato l’orientamento generale della Lega verso l’’Ue, considerata una istituzione burocratica, in larga parte non favorevole allo sviluppo dei territori fuori dall’asse franco-tedesco.
In conseguenza di tali giudizi è emersa la diversa rilevanza attribuita da Zaia all’autostrada A4, che attraversa orizzontalmente il Veneto, rispetto a quella A 22 che da Verona e il Brennero ci collega direttamente all’Europa. La diversa entità degli investimenti ad esse dedicati, il numero delle corsie e la qualità dei servizi riflettono esattamente tale differente importanza ad esse attribuita per lo sviluppo della Regione.
Eppure, data la decisiva rilevanza dell’Europa per il futuro del Veneto e dell’Italia, la presenza di adeguiate ed efficienti vie di comunicazione verso l’Europa, e in particolare verso la Germania, diventa assolutamente prioritaria. Se oggi esiste al Brennero una sorta di collo di bottiglia per il trasporto italiano su gomma, il problema va posto con forza a livello di Ue sulla base di una visione globale del trasporto merci Veneto-Europa considerando il trasporto su gomma e quello ferroviario.
In altri termini, Zaia deve affrontare il problema per quello che è e nella sede opportuna, senza perdere tempo con ipotesi illusorie, fuori dalla realtà.
Ma il problema di un rinnovato rapporto con L’Europa riguarda in particolare anche Verona, la cui positiva soluzione può diventare una componente fondamentale del futuro dell’economia e della società veronesi. Verona non solo rappresenta la porta naturale verso la Germania, con la quale si sono sviluppati una serie di rapporti tra i due sistemi industriali e commerciali tramite l’apertura di imprese tedesche nel nostro territorio e viceversa, ma con l’ulteriore sviluppo di tale rapporto Verona può acquisire una dimensione e una identità di città europea.
Da questo rapporto potrebbe derivare sia un forte sostegno alla qualità della nostra industria, attualmente ancora condizionata dal passato processo di deindustrializzazione, ma anche effetti positivi in altre filiere dell’economia scaligera, come la logistica e il turismo.
Nella concreta crescita di questo rapporto può avere un ruolo importante anche l’iniziativa del Comune di Verona attraverso rapporti di amicizia, intese e alleanze con analoghe istituzioni locali della Baviera e della Germania, dalle quali potrebbero derivare conseguenze e risultati probabilmente insperati.
Questa apertura verso l’Europa potrebbe rappresentare un apporto innovativo che l’amministrazione Tommasi conferisce alla città come arricchimento delle sue prospettive di crescita economica, sociale e civile.
Certamente si tratta di un compito non facile, ma l’amministrazione Tommasi avrebbe dalla sua parte l’esistenza di un rapporto storico, culturale ed economico, tra i due diversi territori, che si è sviluppato in vario modo anche con aspetti contraddittori, ma che oggi potrebbe essere facilitato dalla comune appartenenza all’Unione Europea.
Si tratterebbe, in definitiva, di un contributo innovativo importante per la crescita dello spirito europeo dei veronesi e degli italiani del quale, nell’affrontare i complessi problemi di oggi, sentiamo un particolare bisogno.
Luigi Viviani

Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com
