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Mobilità

Un concorso di idee per la mobilità a Porto San Pancrazio

Il quartiere a Est di Verona è un caso scuola da studiare per restituire vivibilità ad una parte trascurata della città. Servono meno auto, piste ciclabili e zone pedonali

Porto San Pancrazio
Porto San Pancrazio

A Porto San Pancrazio (Verona) è stato costruito ovunque e ad alta densità abitativa. Il quartiere è stretto fra la ferrovia e l’Adige non c’è più un fazzoletto di terra libero. Già piccolo borgo, a due passi dal centro di Verona e adiacente alla campagna ed al Giarol Grande, è cresciuto a dismisura, diventando caotico e saturo di auto e di traffico.

Strade strette, auto parcheggiate ovunque. Manca di una pista ciclabile per muoversi all’interno del quartiere e per uscire verso il centro o altri rioni. È zona 30, ma se in qualche via è comunque impossibile superare i 20 km/h, in altre le auto sfrecciano veloci ed è difficile muoversi in bicicletta.

Giardino fratelli Tremante a Porto San Pancrazio

Giardino fratelli Tremante a Porto San Pancrazio

Il nuovo ponte Rumor prima, e il sottopasso verso Viale Venezia poi, hanno incentivato a dismisura il traffico di attraversamento. Nelle ore di punta, ma non solo, è un flusso ininterrotto di mezzi che si spostano dalle aree di nord-est verso Zai-Borgo Roma e viceversa. Un quartiere scorciatoia per evitare lungadige Galtarossa o la tangenziale sud.

E cosa succederà quando partirà il progetto Adige Docks con pluri attività sportive e ricreative, di richiamo almeno regionale, e destinato ad attirare giornalmente altre migliaia di persone e di auto?

E che dire della prevista ri-costruzione della scuola materna “Sole luna” su una delle poche striminzite aree verdi del quartiere? È pur vero che c’erano i fondi del Pnrr da non perdere, e che la decisione era stata deliberata dalla precedente amministrazione Sboarina, ma intanto il quartiere perderà anche il giardino Tremante, quel minuscolo triangolo di verde presso la rotonda di via Ligabò.

Si può fare qualcosa per migliorare la vivibilità dei residenti nel quartiere? È utopia pensare di poter ridurre il traffico di attraversamento e la velocità delle auto? Sarà possibile ricavare una pista ciclabile protetta per muoversi in sicurezza con la bici? E un’area interamente pedonale davanti alle scuole Maggi e in prossimità della nuova materna “sole luna”? Sono domande legittime da parte di un  numero crescente di residenti per i quali il quartiere non deve più essere solo un anonimo dormitorio, ma anche un borgo con una propria vita sociale.

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Scuola elementare Giuseppe Maggi a Porto San Pancrazio

Scuola elementare Giuseppe Maggi a Porto San Pancrazio

Da pochi mesi è stato finalmente riattivato il Centro di Comunità di via Stoppele dove già sono state avviate varie attività culturali e ricreative. Ma sarebbe importante anche la ristrutturazione del vecchio cinema-teatro parrocchiale, chiuso da decenni, da riorganizzare magari come sala multifunzionale a disposizione di tutti i residenti.

Porto San Pancrazio non è certamente l’unico quartiere ad avere bisogno di una rigenerazione urbana, ma ha due caratteristiche particolari: è di dimensioni contenute (circa 7200 persone) e non è contiguo a nessuna altro rione. Adige e ferrovia (ora anche TAV) lo separano completamente anche dal resto della 7a circoscrizione, e vi si accede esclusivamente da un ponte o da sottopassi. Singolarità che, nel bene o nel male, lo rende unico e che comporta più di qualche problema. Per oltre un anno il quartiere era rimasto anche privo di medici di base nel suo territorio e per le persone anziane, disabili e non solo, ciò è stato fonte di indubbi disagi.

Il Porto per le sue caratteristiche può diventare per la nuova amministrazione veronese un caso scuola per approfondire le problematiche e condividere soluzioni con i residenti. Un concorso di idee, cui potranno contribuire architetti, urbanisti, esperti di mobilità urbana, può essere attivato dalla giunta Tommasi con l’obiettivo di riqualificare il quartiere.

Signor Sindaco, ci vogliamo provare?

Claudio Toffalini

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Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

1 Comment

1 Comment

  1. Tiziana

    07/03/2023 at 15:47

    Mi piace che finalmente ci siano persone che osano sognare e proporre qualche soluzione felice per il nostro quartiere!!

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