Giovedì 9 febbraio ad Arbizzano (Verona) va a fuoco il salumificio Coati, 9 chilometri ad Ovest di piazza Bra. Domenica 12 febbraio si svolge a Verona la Giulietta&romeo half maraton, con circa 6000 partecipanti provenienti da 62 Paesi.
Quattro giorni dopo il disastro, quando gli atleti sono quasi al nastro di partenza, la città si sveglia con un odore acre proveniente dai focolai non ancora domati dello stabilimento che si trova in una zona di confine tra i comuni di Verona e Negrar. Salute a rischio? Vediamo insieme la cronistoria di quanto è accaduto.
Tempestivamente il 9 febbraio il sindaco di Verona Damiano Tommasi, in attesa dei primi rilievi Arpav, firma l’ordinanza che “obbliga” in via precauzionale a “mantenere le finestre chiuse entro un chilometro dal luogo dell’incidente, di evitare lo stazionamento nelle vicinanze delle aree interessate dall’incendio e di limitare le attività all’aperto”.
Il 9 febbraio l’Arpav è sul posto per monitorare la situazione e in un comunicato del 10 febbraio spiega che la stabilità atmosferica ha fatto sì che i fumi si alzassero a grandi altezza, determinando concentrazioni poco significative di inquinanti a livello del suolo.
In particolare, la centralina di Corso Milano, con riferimento alle ore 9-24 del 9 febbraio, registra un leggero incremento della concentrazione di monossido di carbonio.
Sempre il 10 febbraio il Comune, riportando la nota Arpav, riferisce che “le misure indicative di particolato fine effettuate con strumentazione portatile rivelano un aumento delle concentrazioni di PM10 compatibili con l’evento in atto”. Contemporaneamente si raccomanda di sospendere le attività all’aperto e di lavare accuratamente frutta e verdura.
L’11 febbraio, il giorno prima della maratona, il Comune fissa il raggio di adozione delle misure di precauzione entro 1,5 km spiegando che “non si ravvisano elementi tali da far ritenere che vi sia un aumento di rischio sanitario per la popolazione”.
Domenica 12 febbraio, fin dalle prime ore del mattino, c’è un cambiamento significativo perché l’odore acre dell’incendio, non ancora completamente domato, si percepisce nettamente ben oltre gli 1,5 chilometri a cui si riferiscono le misure di precauzione adottate. In città, abbiamo segnalazioni dai quartieri Saval, Catena, Pindemonte, Borgo Milano, Borgo Nuovo, Borgo Trento, Centro.
La maratona parte e si svolge ugualmente, in quel momento non c’è un allerta sanitaria tale da impedirne lo svolgimento, anche se probabilmente non era il giorno migliore per respirare aria a pieni polmoni. Ma vediamo nell’ordine cosa succede.
Nei comunicati che seguono, questa volta il Comune mette in evidenza anche l’ora di diramazione, oltre alla data, e precisa con molta cura le tempistiche dei provvedimenti adottati, oltre ad ampliare l’area interessata alle raccomandazioni.
Infatti, alle 18,45 del 12 febbraio, a maratona conclusa, Palazzo Barbieri comunica che “come segnalato dall’Ulss 9, le ultime analisi ARPAV effettuate questa mattina, e pervenute nel pomeriggio di oggi, hanno rilevato elevate concentrazioni di polveri sottili compatibili con la continua immissione di inquinanti in atmosfera associata a condizioni metereologiche stabili e pertanto non favorevoli”.
In questo comunicato delle 18,45 si invita ancora la cittadinanza a mantenere chiuse le finestre delle abitazioni e dei luoghi di lavoro entro il raggio di 1,5 km dall’incendio, fino alle ore 24 del 13 febbraio 2023, e alla sospensione delle attività all’aperto per ulteriori 24 ore, sempre nel raggio di “almeno 1,5 km dal sito”.
La successiva nota delle 20,45 contiene delle novità: informa non solo che il Sindaco ha firmato l’ordinanza per la sospensione il 13 febbraio dell’attività scolastica a Parona e Arbizzano, ma allarga in modo indeterminato l’area dove applicare le misure di precauzione (che riguardano anche le attività all’aperto) “oltre il raggio di 1,5 km dall’incendio in caso di fumi persistenti e maleodoranti”.
Certamente il Sindaco, che è il principale responsabile della salute pubblica del Comune, non poteva “andare a naso” per sospendere una gara che muove anche importanti interessi economici (sponsor, turismo, ecc.) e la sequenza dei fatti qui riportata evidenzia un certo tempismo nel mettere in atto provvedimenti a seguito delle misurazioni effettuate. Sul filo del rasoio.
Giorgio Montolli

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine (chiuso nel 2020). Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it
