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Urbanistica a Verona, cosa si dovrebbe fare subito

La città ha bisogno di una pianificazione che comprenda i sistemi economico-produttivo, residenziale, del verde, dei parchi, della mobilità, della cultura e degli edifici storico-monumentali

Castelvecchio, Verona (foto Sailko)
Castelvecchio, Verona (foto Sailko)

L’assessora all’urbanistica Barbara Bissoli ha giustamente rilevato che l’attuale Piano di Assetto del Territorio (PAT) è ormai datato e deve essere rielaborato sulla base dell’attuale situazione della città.

Negli ultimi 15 anni, le passate amministrazioni avevano scelto di programmare l’uso del territorio attenendosi alle proposte di investimento degli operatori economici privati.

Ovviamente, le richieste degli imprenditori erano relative alle destinazioni d’uso che producevano maggior reddito, con il risultato che Verona abbonda di centri commerciali, direzionali e di progetti di futuri alberghi, per ora solo approvati. Sono stati gli anni in cui le Pubbliche Amministrazioni hanno ceduto ai privati e soprattutto alla Fondazione Cariverona, gli edifici e i palazzi storici. Scelte e interventi estranei ad una corretta programmazione del territorio.

Verona ha bisogno di un tipo di pianificazione che comprenda complessivamente e organicamente i sistemi: economico-produttivo, residenziale, del verde, dei parchi, della mobilità, della cultura e degli edifici storico-monumentali.

Cosa fare subito

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1) bonificare gli strumenti urbanistici da alcune scelte del passato che ritengo inopportune, quali il Parco della Cultura Urbana in via Galliano, in realtà un parco sportivo; i Magazzini della Cultura al Pestrino; e l’attuale progetto per l’area della Scalo Merci.

2) Ridurre i mq di Superficie Utile Lorda (SUL) (superficie utile lorda) previsti dalla Variante 29. Con un saldo demografico negativo e circa 10.000 appartamenti sfitti, non è opportuno prevedere altri 95.000 mq di residenziale; così come sono eccessivi i 75.000 mq di commerciale; i 62.000 mq di direzionale e i 42.000 mq di turistico ricettivo.

3) Evitare di utilizzare in modo improprio lo Sblocca Italia concedendo, in deroga, la destinazione alberghiera a palazzo Bottagisio e all’ex sede di Unicredit in Via Garibaldi.

4) Destinare le caserme ed altri edifici dismessi a edilizia economica popolare, per riportare nel Centro Storico le famiglie giovani.

5) Adottare nel nuovo PAT il consumo 0 del suolo e la riqualificazione delle periferie.

6) Destinare l’Arsenale ad uso pubblico e culturale, collegandola con il Grande Museo di Castelvecchio, fulcro principale di un percorso museale cittadino.

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7) Valorizzare gli edifici storici che rappresentano la memoria della città, quale la Domus Mercatorum.

8) Considerare il sistema del verde uno strumento urbanistico su cui basare la pianificazione.

Giorgio Massignan
VeronaPolis

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Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

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