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Domus Mercatorum, meno negozi e più amore per la città

La Casa dei mercanti in piazza Erbe potrebbe diventare proprietà privata mentre invece dovrebbe essere considerata patrimonio pubblico. Verona e i suoi abitanti hanno bisogno di mantenere i simboli che rappresentano le loro radici

Domus Mercatorum, Piazza Erbe, Verona (Foto Andrea Bertozzi).jpg
Domus Mercatorum, Piazza Erbe, Verona (Foto Andrea Bertozzi).jpg

Sembra che l’edificio della Domus Mercatorum in piazza Erbe a Verona vada all’asta per poi essere trasformato in un contenitore per negozi, uffici e, forse, appartamenti. La base d’asta è di sette milioni di Euro. A tale cifra, alle quali si devono aggiungere i costi del restauro, le destinazioni d’uso previste saranno certamente le più redditizie possibile. Ma, la Casa dei Mercanti, considerato il suo valore simbolico e storico, meriterebbe ben altra attenzione.

La Camera di Commercio prima di permettere la trasformazione dell’edificio, che fa parte delle memorie della città, in un contenitore per attività che producono reddito avrebbe il dovere di interpellare i cittadini di Verona. La Camera di Commercio è la proprietaria giuridica della Domus Mercatorum, ma quella vera, quella ideale, è la città di Verona, la cui storia è strettamente legata a quell’antico edificio.

La città e i suoi abitanti hanno bisogno dei simboli che rappresentano le loro radici. Nel medioevo, il potere della città risiedeva proprio nella Domus Mercatorum in piazza Erbe, non in quella attuale, ma in una più modesta di legno. I mercanti e gli artigiani lì si riunivano e, tramite i gastialdoni (i capi delle Arti e dei Mestieri), eleggevano il podestà, oltre che una parte del Consiglio Maggiore.

Nel 1261 Leonardino Della Scala divenne il podestà della Domus Mercatorum, dove si riuniva il Consiglio dei mercanti veronesi, che deteneva il potere economico della città.

Nel 1301, Alberto I Della Scala, in memoria del passato mercantile della sua famiglia, favorì l’attività delle Corporazioni e fece costruire la nuova Domus Mercatorum, un palazzo in cotto e pietra veronese. L’edificio ha subito parecchie ristrutturazioni, ma l’impianto attuale è ancora quello degli Scaligeri.

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Personalmente, ritengo che la Domus Mercatorum non meriti di ridursi in uno dei tanti contenitori direzionali e commerciali di cui la nostra città abbonda.

Spero che la nostra Pubblica Amministrazione e la Camera di Commercio non commettano l’errore di eliminare uno dei simboli della Verona medievale, che potrebbe essere il luogo ideale per un museo-laboratorio sulla storia della vita dei veronesi, della loro economia, del ruolo dell’Adige e dei mulini ad acqua e di cosa rappresentava nel passato la Domus Mercatorum.

Giorgio Massignan
VeronaPolis

Written By

Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

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