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Agsm-Aim multiutility, la difficile conquista dell’autonomia

È necessario riportare i rapporti tra amministrazione e impresa al livello di corretta collaborazione, anche chiarendo gli assetti e i compiti futuri

AgsmAim, la multiutility dell’Est Veneto, nata nel 2021 dalla fusione delle due aziende dei comuni di Verona e Vicenza, che opera nei settori dell’energia elettrica, del gas, del teleriscaldamento, e dell’illuminazione , è divenuta, in questi giorni, ambito di uno scontro politico tra il suo Cda e il Comune di Verona, detentore della maggiore quota, in seguito ad una operazione di acquisto della partecipazione del 35% della società Compago, di dubbia utilità, senza un trasparente rapporto con la maggioranza della proprietà.

Lo sbocco dello scontro è stata la revoca del presidente e di un consigliere di amministrazione della multiutility da parte del sindaco Damiano Tommasi. Per capire meglio le ragioni di fondo di tale conflitto. è necessario rifarsi al modo con cui AgsmAim è nata, appena due anni fa. Si è trattato di una nascita avvenuta in forte ritardo rispetto alla evoluzione del mercato e fortemente segnata da un condizionamento politico.

Dieci anni prima, quando il mercato delle multiutility spingeva per le aggregazioni al fine di migliorare quantità e qualità dei servizi, e che, in altre Regioni del nord, ha consentito la nascita di tre giganti del settore: A2A, Hera e Iren, anche su base interregionale, Agsm che pure aveva le caratteristiche per partecipare da protagonista alle aggregazioni, per la chiusura leghista non si mosse, e lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia non ebbe la forza e il coraggio di promuovere una megautility veneta.

Solo dieci anni dopo, quando anche a Vicenza venne eletto un sindaco leghista, si accettò di realizzare una fusione monca, rifiutando, all’ultimo momento di far partecipare anche A2A per garantire il servizio sui rifiuti urbani, da noi assolto, in qualche modo e con non pochi problemi operativi e legali, da Amia.

A questo limite culturale e politico, la Lega aggiunse una prassi, già presente a Verona, per cui gran parte degli incarichi gestionali negli enti partecipati erano normalmente ricoperti da militanti politici, con conseguente, totale subalternità dei singoli enti all’amministrazione comunale. L’inevitabile conseguenza è stata una perdita di autonomia e responsabilità gestionale degli enti con effetti in gran parte negativi sulle loro prospettive di sviluppo, la cui realtà è sotto gli occhi di tutti.

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A parte lo stato del bilancio, frutto della contingenza energetica, questo quadro di rapporti si è riprodotto anche in AgsmAim, reso ulteriormente complicato dal recente cambio politico dell’amministrazione comunale di Verona, per cui si sono modificati i rapporti tra organo di gestione dell’impresa e proprietà.

La scelta di acquisire una partecipazione molto discutibile nel settore della vendita di prodotti energetici, senza un’adeguata discussione preventiva con il socio di maggioranza, ha determinato oggettivamente un vulnus nella corretta gestione dell’impresa. Bene ha fatto quindi il sindaco Tommasi a pretendere il rigoroso rispetto delle regole e a qualificare il mancato rapporto come caduta di fiducia tra Amministrazione e vertice dell’impresa, con la conseguente revoca dei due amministratori.

Tanto più che lo stesso Cda, prima dell’ultimo confronto con Tommasi, aveva unilateralmente deciso di dar corso all’azione di responsabilità nei confronti del componente dello stesso Cda che aveva gestito direttamente l’operazione Compago.  In tale occasione, del tutto ambiguo è risultato il comportamento del sindaco di Vicenza Francesco Rucco che, votando contro la revoca ha avvallato un comportamento difforme dalla correttezza istituzionale, cercando poi di minimizzare l’intera vicenda, riducendola a una volontà di Tommasi di avere un Cda aziendale politicamente omogeneo.

Appartiene invece a una certa volontà del centrodestra veronese di creare tensioni nei rapporti con la nuova Amministrazione, la scelta di impugnare, per vie legali, la revoca da parte dell’ex presidente, nonostante la scarsa sostenibilità giuridica. Quando si è convinti che la sconfitta elettorale rappresenti un’anomalia, da cancellare nel più breve tempo possibile, nasce la spinta ad utilizzare ogni mezzo per mettere in difficoltà l’avversario.

Ora, a mio avviso, da questa vicenda nascono, per l’Amministrazione Tommasi, alcuni precisi impegni. Innanzitutto, tramite il nuovo cda, è necessario riportare i rapporti tra amministrazione e impresa al livello di corretta collaborazione, anche chiarendo gli assetti e i compiti futuri. AgsmAim rappresenta un preciso segnale di un modo sbagliato di condurre gli enti, frutto di una gestione ampiamente subordinata alla politica, che occorre correggere in direzione di una maggiore autonomia e responsabilità in un contesto di leale collaborazione aziende-amministrazione, possibilmente senza nuove revoche.

Più in generale, lo scontro politico, che rimane aperto, reclama un forte ruolo innovatore del nuovo governo locale, come risposta decisiva di un nuovo futuro della città. Gli elementi di questo scontro sono sempre più chiari, la risposta progettuale e operativa dovrà essere altrettanto concreta.

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Luigi Viviani

Written By

Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com

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