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Editoriale

Maria Callas e l’importanza dei monumenti come logos

La tendenza è quella di considerarli anacronistici ma piuttosto che eliminarli meglio pensare a una loro evoluzione al fine di mantenerne le potenzialità espressive che coinvolgono anche i più distratti

Piazza dei Signori, Verona
La statua di Dante in Piazza dei Signori, Verona

I monumenti possono essere ritenuti dalle élite come qualcosa di superato, perché queste realizzano la loro “soddisfazione” intellettuale in altro modo (letture, convegni, studi, frequentazioni). Ma chi governa dovrebbe assumere anche una “visione democratica” della cultura, comprensiva di queste forme espressive per certi versi elementari, svolgendo esse un importante ruolo educativo, come ben esprime Ugo Foscolo nei Sepolcri.

Per non parlare dei tanti stranieri che visitano la città, non tutti professori: questi che idea portano a casa di Verona? Gli spazi tendono a riempirsi ed è tempo di iniziare a pensare a come utilizzarli meglio: vogliamo una città di sole vetrine, uguale a tante altre sparse per il mondo, o piuttosto puntare su verde e cultura, magari recuperando un’identità che si è consumata nel tempo?

È anche vero che non si può riempire la città di monumenti, come è avvenuto per negozi e ristoranti, e che bisogna fare delle scelte. È allora la domanda sorge spontanea: veramente Maria Callas non meritava uno spazio vicino a l’Arena? O a Zevio, dove ha vissuto e dove c’è un suo museo, piuttosto che a San Giovanni Lupatoto?

Fa un po’ sorridere sostenere, come è stato detto, che “delocalizzare” i monumenti serve a realizzare una città policentrica. Nel caso in questione il verbo giusto sarebbe “decontestualizzare”, cioè togliere quei riferimenti che servono a definire meglio un significato.

Piuttosto pensiamo a come fare dei monumenti diversi, se riteniamo che l’attuale modo di realizzarli non sia consono ai tempi.

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Giorgio Montolli

Written By

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine. Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it

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