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Interviste

Turismo e cultura, per Verona un equilibrio possibile

INTERVISTA – Carcereri De Prati, presidente dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere: «Giulietta e Romeo conferiscono a Verona un pizzico di fascino ma non si può basare l’offerta della città solo su questo mito». «Una rete informatica potrebbe aiutare a creare un clima di collaborazione tra le varie istituzioni culturali»

Casa di Giulietta, Verona
Casa di Giulietta, Verona

INTERVISTA – L’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere, fondata nel 1768 per volere del doge Luigi Mocenigo IV, è una delle istituzioni culturali più longeve di Verona e come altre realtà della cultura scaligera non ha vita facile. Per capire come un ente simile può essere valorizzato nel contesto attuale e per ottenere spunti sulle possibili politiche culturali da adottare a Verona, abbiamo intervistato il presidente dell’Accademia, Claudio Carcereri De Prati.

Claudio Carcereri De Prati

Claudio Carcereri De Prati

– Carcereri De Prati, se avesse qui davanti la neo assessora alla Cultura e al Turismo di Verona Marta Ugolini, quale sarebbe la prima proposta che avanzerebbe?
Carcereri De Prati. «La nuova assessora non l’ho ancora conosciuta ma posso parlare in base alle esigenze di questa Accademia. A Verona c’è la necessità di creare una rete tra le istituzioni culturali. Una sinergia tra realtà che svolgono servizi costosi che si fondano sulla contribuzione altrui può portare buoni frutti».
– Questa sinergia sembra difficile da ottenere perché a Verona ognuno sembra andare per conto suo. Come raggiungerla?
Carcereri De Prati. «Il segreto della sinergia è il rispetto delle singole individualità e specializzazioni. A questo occorre aggiungere un utilizzo opportuno delle reti informatiche. Sarebbe, ad esempio, utile mettere in piedi un sistema simile a quello bibliotecario, per cui chi desidera ricercare un testo riesce a farlo in maniera agevolata. Ogni ente manterrebbe la propria specificità e l’utente avrebbe contezza della pluralità di offerta disponibile, scegliendo ciò che preferisce».
– Con chi sareste interessati ad avviare un percorso del genere?
Carcereri De Prati. «A Verona l’elenco di associazioni ed enti che si occupano di cultura è piuttosto folto, per cui ritengo che sarebbe necessario avviare un dialogo il più ampio possibile».
– Il Conservatorio, un’istituzione culturale storica ma che appare marginalizzata rispetto alle sue potenzialità…
Carcereri De Prati. «Sicuramente il Conservatorio, vista la sua importanza, potrebbe essere coinvolto. Ma includerei anche quelle istituzioni scolastiche che dispongono di biblioteche e propongono iniziative più tarate sulla formazione: è opportuno che siano conosciute».
– Tornando all’assessorato, cultura e turismo sono stati accorpati. Come giudica questo cambiamento?
Carcereri De Prati. «Credo sia una scelta che guardi al futuro. Oggi si percepisce una conoscenza meno profonda ma più diffusa e dunque il turismo può essere un volano per la cultura. Purché sia gestito in una certa maniera: il visitatore deve essere reso consapevole di ciò che vede attraverso indicazioni e visite guidate».
– Non teme che quest’accorpamento possa tradursi in una proposta rivolta principalmente a un turismo di consumo, penalizzando istituzioni culturali come la vostra?
Carcereri De Prati. «Si tratta di due aspetti diversi: da un lato c’è un’offerta culturale-turistica, dall’altro l’acquisizione di obiettivi attraverso uno studio sempre più approfondito. Se gestite in maniera adeguata le due cose possono convivere».

Convegno La vera scienza

Convegno La vera scienza all’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere

– Pare di capire che lei collochi questi due aspetti su corsie parallele…
Carcereri De Prati. «Lo studio e l’approfondimento si prestano male alla diffusione di massa. Tuttavia si può aspirare a diffondere contenuti minimali anche a un pubblico più esteso. Forse ciò non condurrebbe a livelli di specializzazione ma sarebbe comunque meritorio».
– Approfondiamo il versante dell’offerta culturale-turistica. Come si pone sulla questione delle grandi mostre a Verona?
Carcereri De Prati. «Hanno il vantaggio di far conoscere al grande pubblico personalità che vengono appena origliate in televisione o sui social. Rappresentano un’opportunità significativa ma devono essere parte di un progetto più ampio».
– E per quanto riguarda il ruolo dell’Arena?
Carcereri De Prati. «L’opera per Verona è un punto di eccellenza».
– Qualcosa invece sul mito di Giulietta?
Carcereri De Prati. «Conferisce alla città un pizzico di fascino. Di certo però non si può basare l’offerta culturale della città solo su questo mito».
– Qual è lo stato di salute dell’Accademia?
Carcereri De Prati. «Sotto il profilo della funzionalità è ottimo. I nostri ranghi accademici sono al completo, un buon numero di cittadini partecipa alle nostre iniziative e, nonostante le ristrettezze economiche, riusciamo a editare pubblicazioni».
– Com’è la vostra situazione a livello di bilancio?
Carcereri De Prati. «Molto risicata. Le questioni legate ai finanziamenti sono un problema che affrontiamo tutti i giorni».
– Che ruolo auspica per l’Accademia nel percorso che il nuovo assessorato sta intraprendendo?
Carcereri De Prati. «Lo stesso che ci è stato assegnato nel 1768 dalla Repubblica di Venezia: agire, operare e studiare per il progresso civile, sociale ed economico del territorio veronese e di tutta l’umanità più in generale».
– I tempi però sono cambiati. Come coesistono oggi lettere e agricoltura?
Carcereri De Prati. «La nostra Accademia è divisa in due classi, ognuna delle quali riflette delle specialità. In questo modo la selezione di accademici riesce a coprire interamente le nostre tematiche: agricoltura, scienze e lettere».
– Chiudiamo da dove abbiamo iniziato. Altre indicazioni per l’assessora Ugolini?
Carcereri De Prati. «È importante far funzionare bene l’esistente. Ritengo che il primo passo per qualsiasi azione culturale sia la valorizzazione di ciò che già c’è, coordinandolo meglio e stimolandolo a ulteriori iniziative. Creare qualcosa ex novo è più difficile e rischia di avere vita breve».

Gregorio Maroso

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Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com

1 Comment

1 Comment

  1. Marcello Toffalini

    01/10/2022 at 18:31

    Bene Gregorio. Dopo Turismo ed Affari finalmente Turismo e Cultura. Un binomio più difficile da realizzare ma in grado di sviluppare sinergie più diffuse e meglio distribuite, non solo all’estero o tra le province italiane ma anche nei nostri quartieri. Davvero meno miti e più interessi culturali.

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