INTERVISTA – Filobus, ZT, piste ciclabili, inquinamento atmosferico e acustico: appare intricata e complessa la partita sulla viabilità che la nuova Giunta comunale di Verona si trova a giocare. Per capire come verrà affrontata abbiamo intervistato l’assessore alla Mobilità, Ambiente e Transizione ecologica Tommaso Ferrari.
– Ferrari, una volta ultimata la filovia come sarà incentivato il suo utilizzo?
Ferrari. «Il filobus deve costituire un punto di partenza per ripensare la mobilità cittadina. Calato così come è stato precedentemente pensato rischia di patire grosse problematiche perché necessita di corsie preferenziali. Perciò può essere incentivato solo attraverso un ridisegno sistemico, che implica cambiamenti negli spazi urbani e nelle modalità di spostamento dei cittadini».
– E come si ridisegna Verona a questo scopo?
Ferrari. «Parcheggi scambiatori, piste ciclabili, aree pedonali e un piano della sosta che disincentivi l’arrivo in città col mezzo privato e privilegi il trasporto pubblico».
– In che tempi realizzerete il filobus?
Ferrari. «Confidiamo che i lavori ripartano entro novembre. In tre anni abbondanti dovremmo avere il filobus».
– Non avrebbe più senso impiegare mezzi lunghi per collegare la provincia alla città e tanti mezzi piccoli e frequenti per gli spostamenti in centro?
Ferrari. «Il progetto filobus esiste da tempo e impone condizioni che dobbiamo rispettare. Ma nulla vieta di prolungare il suo percorso in futuro. Anzi, questa è la prospettiva da perseguire. Il filobus non può rimanere questo se si intende realizzare una grande area metropolitana a Verona: va intersecato con altri progetti futuri di mobilità, che colleghino i territori limitrofi oltre al Comune».

Tommaso Ferrari
– Sarebbe favorevole a far pagare una tassa minima a tutti i veronesi in modo che si possa usufruire dei mezzi pubblici senza pagare il biglietto?
Ferrari. «Non si può schiacciare il dibattito esclusivamente sulla questione biglietto. Le persone prendono il trasporto pubblico locale se è efficiente, perciò la partita del Comune deve essere questa: velocizzarlo e fluidificarlo attraverso corsie preferenziali. Per quanto riguarda le tariffazioni occorrono sforzi statali e regionali».
– Sarà decisiva la gestione della ZTL. Come valuta l’ingresso per le auto solo acquistando un ticket?
Ferrari. «Non risolverebbe la situazione dell’attuale ZTL. Ci sono 1600 stalli blu, mentre i permessi relativi alla sola categoria residenti sono 2800. Dove collochiamo chi entra pagando? Inoltre contribuirebbe a rendere ancora più insostenibile un sistema che già non funziona: in centro c’è poco spazio e ci si muove male. Questo vale soprattutto per anziani e persone con disabilità fisiche».
– Nel pratico come si rende sostenibile un equilibrio così delicato?
Ferrari. «Dichiarare l’insostenibilità del sistema attuale e individuarne i problemi sono i primi passi. Su questa base abbiamo aperto una fase di concertazione con gli stakeholder per individuare le possibili soluzioni. Ancora non le abbiamo, ma di certo ogni categoria che ha accesso alla ZTL dovrà fare delle rinunce per la vivibilità comune».
– Piste ciclabili: qual è l’attuale estensione e quando intende incrementarla nei prossimi 5 anni?
Ferrari. «Più che sull’estensione occorre focalizzarsi sull’approccio per un vero cambio di rotta. La strada è democratica, per tutti i mezzi. Dunque la ciclabilità non può essere sempre di risulta, infilata lì dove avanza spazio: bisogna invertire il paradigma per cui si ritiene che la strada sia solo delle auto».
– A Saval la passata Amministrazione ha creato un’estesa rete ciclabile. In altre zone, come Borgo Trento, le ciclabili sono assenti: c’è il suo impegno in questo senso?
Ferrari. «Non è questione di impegno specifico, la viabilità va rivista in generale. Troveremo le soluzioni adeguate per far circolare i ciclisti, come gli altri utenti della strada, in sicurezza, anche con scelte coraggiose. Ripensare il concetto di sosta è la via da seguire: meno auto sulla strada, più in parcheggi di pertinenza, in modo da favorire la ciclabilità».

ZTL a Verona
– A proposito di sicurezza, alcuni tratti ciclabili sono contrassegnati solo da una linea bianca lungo la strada…
Ferrari. «A volte esistono dei limiti fisici che impediscono lo snodarsi delle ciclabili, per questo vengono tracciate quelle corsie. Ma la scusa della mancanza di spazio è vera solo in alcuni contesti, in altri casi invece si può ragionare anche a livello di sensi unici per lasciare spazio ad altri tipi di mobilità».
– Cosa ne pensa dei monopattini elettrici? Vista la loro ingovernabilità non sarebbe meglio incentivare l’utilizzo della bicicletta?
Ferrari. «La micro-mobilità è un’opportunità. Ad essere sbagliate sono le modalità, non il mezzo: vanno previste delle aree di sosta ben delimitate. Lo stesso discorso vale però anche per le biciclette: non esiste che parcheggiarle si traduca in una caccia al palo. Dobbiamo avviare un processo di cambiamento, attualmente ci sono molte più bici che rastrelliere».
– Questione plateatici in centro storico: sia il Liston che piazza Erbe sono uno slalom tra sedie e tavolini. Come avete intenzione di gestirla?
Ferrari. «È un tema che attiene più al settore Commercio, che a quello della mobilità. Posso dire però che non deve tradursi in una lotta tra residenti e commercianti: la politica deve gestire questi processi attraverso una visione d’insieme che tenga conto della sostenibilità della ZTL».
– Prima ha citato i disagi delle persone disabili per spostarsi in centro. La scorsa Amministrazione aveva affidato ad Ilaria Segala la delega per la disabilità, nell’attuale giunta non la troviamo. Ci sfugge qualcosa?
Ferrari. «In Giunta ci sono le Pari opportunità, che comprendono le pari opportunità di tutti, anche delle persone che convivono con disabilità di qualsiasi tipo. La tematica ci è molto chiara, semplicemente la affrontiamo in maniera più sistemica».
– Non le pare che per una Giunta progressista sia una grave lacuna non avere una delega specifica per la disabilità?
Ferrari. «Nelle Pari opportunità c’è anche la delega sulla disabilità. L’assenza di un nome specifico non significa non riservare particolare attenzione alla tematica».
– Chiudiamo con l’inquinamento, che è anche acustico. In centro le moto sono le maggiori responsabili. Come incentiverete il cambio del parco motorini?
Ferrari. «L’elettrificazione della mobilità è una condizione che sta già dettando il mercato. Inoltre ci sono provvedimenti statali che vanno in questo senso. È un processo in atto ed è irreversibile».
– Non avete pensato a degli incentivi comunali, come hanno fatto altre città italiane?
Ferrari. «La capacità di spesa del Comune non è illimitata. Se ci fosse la possibilità la prenderemmo in considerazione, ma ora la nostra priorità è la pianificazione della mobilità. Preferisco spendere i soldi per una ciclabile in più piuttosto che per un incentivo alla sostituzione di un mezzo».
Gregorio Maroso

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com

Maurizio Danzi
23/09/2022 at 11:13
Rileggendo le dichiarazioni di Ferrari sembra che l’ambiente sia un di cui della mobilità .
Il ciclo dei rifiuti non è neppure immaginato eppure quando si pensava a come far crescere in maniera esogena AGSM il problema era evidente tanto che A2A con Brescia si proponeva di risolverlo .
A distanza di anni siamo a queste risposte…..
Maurizio Danzi
18/09/2022 at 23:23
Grazie Gregorio . Bella , pungente intervista .
Ecco finalmente spiegato urbi et orbi il Ferraripensiero.
Un concentrato di astrattismo condito con frasi fatte e numerosi fumosi copia incolla .
Una domanda una :
Ma le due fabbriche a un km dall’Arena , fabbriche a cui Arpav ha benevolmente raddoppiato la possibilità di inquinare, come si posizionano nel programma dell’assessorato?
Marcello Toffalini
18/09/2022 at 11:41
Buona intervista Gregorio. Quanto alla mobilità urbana più che ridurre a zero il costo dell’autobus penserei ad un discreta riduzione con incentivazione delle frequenze per servire meglio le zone periferiche (Avesa ma non solo): imporre un intervallo di non più di 15minuti, anche nei giorni festivi, servirebbe a consentire un maggior impiego del mezzo pubblico a scapito del privato.
Redazione2
16/09/2022 at 16:05
Bella intervista. La domanda che proponeva il mezzo pubblico “gratuito” facendo pagare a tutti i veronesi una piccola tassa a priori deriva da una vecchia idea dell’urbanista Giulio Saturni. È vero, come dice Ferrari, che non si può ridurre il dibattito sull’utilizzo del mezzo pubblico al solo ticket, ma qui i significati sono ben altri. Quelli di una comunità che introduce il costo per il trasporto pubblico tra le spese correnti ritenute indispensabili, come si fa per l’acqua e il gas. Una simile presa di coscienza porterebbe a un drastico calo dell’utilizzo dell’automobile (se pago poi voglio usufruire dell’autobus o della filovia) e di conseguenza dell’inquinamento, sia atmosferico che acustico. La spesa spalmata sull’intera comunità sarebbe molto bassa. Ci pensi l’assessore Ferrari. G. Mont.