Il turismo a Verona nel 2022 non solo è in netta ripresa, ma sfiora anche le vette pre-pandemiche. Questo è quanto rivelano i dati forniti a Verona In dal Comune e dalla Camera di Commercio di Verona.
Il numero di biglietti emessi, nel periodo gennaio-luglio dai principali monumenti e musei veronesi (Casa di Giulietta, Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta, Museo di Castelvecchio, Anfiteatro Arena, Museo Archeologico al Teatro Romano, Museo di Storia Naturale, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Arche Scaligere, Museo Lapidario Maffeiano) nel primo semestre del 2022 ha avuto un incremento di vendite del 540% rispetto all’anno precedente.
I divari più eclatanti li vantano la Casa di Giulietta (dagli 8.475 biglietti nel gennaio-luglio 2021 ai 184.890 nello stesso periodo del 2022), il Museo Archeologico al Teatro Romano (da 4.313 a 38.140) e il Museo di Castelvecchio (da 10.595 a 84.980), anche se il monumento più gettonato rimane sempre l’anfiteatro Arena (da 67.325 a 352.000).
Altri dati confermano la tendenza positiva, come le presenze all’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica IAT (43.708 in tutto il 2021, 67.388 dall’1 gennaio al 20 luglio 2022) e il numero di Verona Card vendute dall’1 gennaio all’1 agosto (4.082 nel 2021, 43.488 nel 2022).
Quest’ultima cifra ha un significato particolare, perché lascia trasparire come Verona possa tornare ad ambire ai traguardi raggiunti prima della pandemia: nel 2019 le Verona Card rilasciate nello stesso arco temporale erano state 45.630.
Che i vecchi sfarzi non siano poi così un miraggio è testimoniato pure dai dati, raccolti dalla Regione Veneto ed elaborati dalla Camera di Commercio di Verona, relativi ai movimenti turistici regionali.
Con riferimento al quadrimestre inaugurale dell’anno, emerge che le presenze nella provincia di Verona hanno toccato quota 2.460.453 nel 2022. Un quantitativo che molto si avvicina alle 2.681.919 del 2019, record assoluto di presenze del decennio precedente nel periodo gennaio-aprile all’interno della provincia scaligera (il 2022 si collocherebbe ai piedi del podio, dietro anche al 2018 e al 2017).
Inoltre, le due annate sono equiparabili anche dal punto di vista della distribuzione dei flussi turistici. Sia nel 2022 che nel 2019 il 26% delle presenze avvenute tra gennaio e aprile ha avuto luogo nel Comune di Verona, mentre per quanto riguarda il sistema turistico locale (Stl) del lago di Garda la differenza è solo di qualche punto percentuale (61% nel 2022, 57% nel 2019).
Immutata infine la tipologia di turismo che caratterizza il veronese. Nonostante il 2022, in confronto al 2019, abbia visto crescere la permanenza turistica media nei suoi primi quattro mesi sia nel Comune di Verona (da 2,2 notti in media a 2,7) che nelle aree del Garda (da 3,2 notti in media a 3,8), l’incremento è ancora troppo irrisorio per liberare Verona dall’alveo del cosiddetto turismo “mordi e fuggi”.
Gregorio Maroso
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INCHIESTA – Nel turismo la crisi da pandemia si contrasta con il lavoro nero

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com
