«Ad oggi, sono il candidato sindaco più giovane d’Italia». Ci tiene a sottolinearlo Enrico Righetto (PD), portabandiera del gruppo Zevio Bene Comune nato nell’aprile del 1999, in corsa per diventare il primo cittadino di Zevio alle elezioni comunali del prossimo giugno. Lo abbiamo intervistato, per capire le motivazioni di questa scelta.
– Righetto, cosa l’ha spinta ad assumersi una responsabilità come la candidatura a sindaco, nonostante la giovane età?
Righetto. «Da 25 anni, a Zevio, c’è sempre la stessa maggioranza di centrodestra, che si è resa protagonista di scelte discutibili e non in armonia con il nostro territorio: penso soprattutto all’approvazione e agli ampliamenti della discarica di Ca’ Bianca. Anche io, come altri, sento l’esigenza di un cambiamento radicale e quindi, quando il gruppo di Zevio Bene Comune mi ha proposto la candidatura per dare una svolta netta sotto ogni punto di vista rispetto alla solita amministrazione, ho accettato».
– Quali sono i valori politici che la guidano?
Righetto. «Sono un progressista. I miei valori coincidono con quelli che Zevio Bene Comune porta avanti dal 2012, in particolare l’attenzione per l’ambiente e per le fasce più deboli della popolazione. A questo aggiungo un occhio di riguardo per le tematiche antifasciste, visto che a Zevio è stata intitolata una via a Giorgio Almirante, e la fiducia nei giovani: serve una nuova generazione di amministratori che sappia fare scelte al passo con i tempi».
– Come pensa di incrementare la partecipazione politica dei giovani?
Righetto. «È una questione complicata. Nel Comune di Zevio non esiste un senso di comunità perché mancano spazi pubblici di aggregazione alternativi alle parrocchie, che sono necessarie, ma probabilmente non sufficienti. Nonostante questo, il nostro gruppo conta tra le sue file anche una diciottenne e un ventenne».
– Com’è nata la sua passione per la politica?
Righetto. «Sono da sempre un cittadino attivo, molto interessato a ciò che mi succede attorno: da piccolo ai cartoni animati preferivo il telegiornale. Poi alcuni miei familiari hanno vissuto delle vicende politiche che mi rendono orgoglioso e mi stimolano: mio bisnonno collaborava a Bolzano con i partigiani, mentre mia nonna è riuscita a scappare dalle foibe titine».
– Si ispira a qualche personaggio politico del passato o del presente?
Righetto. «Del passato non saprei. Restando nel presente, ammiro molto il capogruppo del PD al Parlamento europeo, Brando Benifei. È giovane ed ha una visione all’avanguardia, che punta sulle nuove tecnologie. Basti pensare che sta portando avanti un progetto di legge sulle intelligenze artificiali».
– Quali sono le sue esperienze politiche precedenti?
Righetto. «Mi sono iscritto al PD nel 2019. Da novembre 2020 sono segretario del PD di Zevio e San Giovanni, ho aiutato il consigliere comunale Stefano Fittà con alcune interrogazioni riguardanti soprattutto la frazione di Campagnola e l’anno scorso, per le elezioni comunali di San Giovanni Lupatoto, ho collaborato nella formazione della lista, facendo anche una candidatura di servizio».
– Qual è stato il suo percorso di studi?
Righetto. «Alle superiori ho frequentato l’istituto tecnico Cangrande della Scala, infatti sono un geometra abilitato, ma non iscritto all’albo. Dopo il percorso di tirocinio ho deciso di iscrivermi all’università e adesso sono al secondo anno di “Riassetto del territorio e tutela del paesaggio” a Padova, che fa parte della classe di laurea di Scienze della pianificazione urbanistica».
– Ora c’è la candidatura a sindaco di Zevio. Ma poi dove vuole arrivare?
Righetto. «Per il momento voglio focalizzarmi solo su Zevio. Se però quest’impegno, in un futuro, potessi portarlo avanti anche a livelli maggiori, lo farei. Ma non per la poltrona: finché ci sono problemi nella mia comunità e gli amministratori non fanno nulla per risolverli, non posso che mettermi in gioco».
– Dunque lei vuole fare il politico?
Righetto. «Sono un geometra e sto per diventare un urbanista, perciò ho studiato – e continuo a farlo – le città, i servizi, le comunità e il loro sviluppo. Sono ambiti che, per forza di cose, si legano all’amministrazione e alla politica».
– In sintesi, quali sono le sue proposte per Zevio?
Righetto. «Intendiamo realizzare un parco urbano sull’alveo dell’Adige, sullo stampo di quello delle bocche di San Giovanni Lupatoto, valorizzare il nostro prodotto caratteristico, la mela di Zevio, promuovendo un tavolo tra agricoltori e grande distribuzione, raddoppiare a costo zero i plateatici dei commercianti dove possibile, costituire, nella parte dell’ex ospedale Chiarenzi in gestione del Comune, un centro diurno per anziani e creare biblioteche e aule studio diffuse nelle sale civiche delle nostre frazioni. In generale vogliamo anche proseguire i progetti in corso percorribili, altrimenti gli iter procedurali diventano infiniti».
– Zevio è pronta per accogliere un sindaco così giovane?
Righetto. «Penso di sì, la mia figura fuori dagli schemi ha provocato curiosità e fermento. A chi mi dice “te si un butin”, rispondo che il lavoro dell’amministrazione è frutto di un gruppo che porta avanti idee e progetti e Zevio Bene Comune è una squadra competente e con esperienza».
Gregorio Maroso

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com

Maurizio Danzi
11/05/2022 at 11:21
In bocca al lupo