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Verona al voto, ma quale sarà la città del futuro?

Quale città hanno in mente i candidati alle prossime amministrative? Ancora una volta sarà decisiva la qualità della classe dirigente

Piazza Bra, Verona
Piazza Bra, Verona

La campagna elettorale per le elezioni comunali è iniziata in tono minore, ciascuno dei candidati con modalità differenziate.

Il sindaco in carica Federico Sboarina annunciando per il futuro una “città olimpica” con riferimento alle Olimpiadi invernali del 2026 a Cortina dove Verona, coinvolta per le conclusioni in Arena, c’entra come i cavoli a merenda. Un limite di proposta strutturale che il sindaco cerca di superare con una presenza ossessiva sui media. L’ex-sindaco Flavio Tosi impegnato nell’impresa impossibile di dare un senso ai suoi 10 anni di governo della città senza alcuna realizzazione significativa. Damiano Tommasi, del centrosinistra, con una gestione piuttosto distante dalla politica ufficiale, privilegiando una serie di incontri con gruppi di vario genere dei cittadini.

I pochi confronti finora indiretti, tramite stampa, sono stati indirizzati su specifici problemi quasi che l’obiettivo futuro della città nasca da singole realizzazioni.

Tuttavia, è diventato ormai senso comune che questo terzo decennio del XXI secolo sarà decisivo per il futuro del mondo e delle singole città: sia perché sono sempre più venuti a maturazione gli effetti della grande trasformazione tecnologica che trova nella transizione digitale, ecologica e ed energetica i suoi punti decisivi, sia perché la pandemia e la guerra ne hanno complicato il tragitto ed elevato i costi.

Verona si trova ad affrontare questa sfida in una situazione di incertezza e di difficoltà. Dal punto di vista del modello di sviluppo mantiene alcuni settori di eccellenza (agroalimentare, logistica e turismo) mentre registra alcuni punti deboli in ambiti recentemente regrediti, come gli effetti di una certa deindustrializzazione passata, l’avvento di un terziario povero, assenza di innovazione, ridimensionamento infrastrutturale (aeroporto, enti comunali partecipati, banche e Cattolica assicurazione) chiusura nei rapporti economici e politici internazionali.

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Un quadro problematico che si completa con l’incapacità di pensare un assetto urbanistico finalizzato a valorizzare l’identità di una città d’arte e cultura per cui emergono, tra gli altri, due grossi problemi rappresentati dall’abbruttimento del centro storico per l’estensione selvaggia di plateatici pro-ristoratori e i colli di bottiglia del traffico tra centro e periferie.

Sul piano sociale permangono limiti evidenti del funzionamento dell’ascensore sociale, un mercato del lavoro caratterizzato da forte divario qualitativo tra domanda e offerta di lavoro in prevalenza precario, tasso di scolarizzazione inferiore alla media europea, fasce di povertà diffusa, violenza giovanile e politica in ascesa.

In queste condizioni la linea di tendenza prevalente della città rimane, a mio avviso, quella di un lento declino dettato dalla incapacità di individuare e realizzare una svolta all’altezza delle potenzialità rimaste. Una campagna elettorale che voglia essere un contributo reale a un futuro diverso di Verona dovrebbe fare di questo problema il cuore del confronto politico tra i candidati e con i cittadini.

Sul modello di sviluppo credo sia necessario ridare prospettiva all’industria, realizzando, anche sulla base dei fallimenti passati, una struttura di innovazione tecnologica partendo dai settori più sviluppati e cogliendo le occasioni possibili in altre direzioni. In questo campo sarà decisivo il ruolo dell’Università.

Sulla riqualificazione del terziario e del turismo è indispensabile riformare e rilanciare il sistema museale cittadino (Castelvecchio, Arsenale), rilanciarlo (Arche scaligere, Museo di Storia Naturale) dando vita ad altri più o meno definiti siti (Castel San Pietro, Palazzo del Capitanio, Parco delle Mura) e infine coordinando i musei pubblici con quelli privati ed ecclesiastici.

Altrettanto rilevante rimane la riforma e il rilancio degli enti di servizio territoriale partecipati dal Comune aggiornando la loro funzione, garantendo le risorse necessarie e favorendo il loro ulteriore sviluppo, anche attraverso opportune alleanze con altri soggetti analoghi per rendere più adeguata la loro funzione.

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Per Verona, città di relazione, è essenziale incentivare i rapporti economici e culturali a livello internazionale, in particolare con la Germania rispetto alla quale il nostro territorio rappresenta la naturale porta italiana, con rapporti tra le imprese, integrando maggiormente la nostra società nell’Europa.

Sul piano occupazionale, accanto all’esigenza di innalzare la qualità del lavoro nei diversi settori economici, è necessario migliorare le competenze con più scolarizzazione e formazione e, tramite una contrattazione collettiva più innovativa, superando la povertà di chi lavora.

Con queste e altre scelte il governo futuro della città potrà avvicinare la realtà di Verona alla sua identità migliore di una città di media dimensione con una economia innovativa in cui qualità di produzione, lavoro, arte e cultura, e la tradizionale solidarietà, unite a un’apertura nell’Europa e nel mondo rappresentano una sintesi virtuosa frutto dell’impegno concorde dei suoi abitanti.

Questa idea complessiva del futuro della città dovrebbe scaturire da una campagna elettorale caratterizzata da un confronto civile e da un impegno comune per favorire il cammino futuro in tale direzione. Ma la politica locale sarà all’altezza di questo compito? Ancora una volta sarà decisiva la qualità della classe dirigente.

Luigi Viviani

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Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com

1 Comment

1 Comment

  1. Maurizio Danzi

    21/04/2022 at 12:38

    Caro Gigi se ti rimane del tempo e vuoi candidarti io ti voto.

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