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Chi pianifica l’urbanistica? Il Comune o Cariverona?

Sarebbe interessante capire sulla base di quali studi gli amministratori pubblici hanno deciso che in ZAI ci fosse bisogno di un nuovo centro commerciale e in Centro Storico di un altro Hotel

La cella frigorifera agli ex Magazzini generali in ZAI (Verona, 1930)
La cella frigorifera agli ex Magazzini generali in ZAI (Verona, 1930)

In questi ultimi anni la Fondazione Cariverona, con gli acquisti di immobili di pregio dal Comune di Verona, si è assunta il ruolo di decidere le destinazioni d’uso di alcune tra le più importanti e strategiche zone del territorio veronese.

La Fondazione è un soggetto di diritto privato ed è chiamata, per statuto, a promuovere il benessere della comunità di riferimento e a non mettere a reddito il proprio patrimonio immobiliare; ma, con adeguati conferimenti, lo statuto può essere superato.

Infatti, la Fondazione Cariverona controlla il Fondo Verona Property, dove ha conferito il proprio patrimonio immobiliare, gestito prima da Torre SGR SPA ed ora da Patrizia Immobiliare.

Considerato che gli immobili gestiti dalla Fondazione sono in numero inferiore solo a quelli amministrati dalla Curia, le loro destinazioni d’uso dovrebbero essere inserite all’interno di una corretta pianificazione urbanistica. Ma non è così.

Infatti, un primo esempio negativo si sta verificando in ZAI, con gli interventi realizzati e da completare nell’area degli ex Magazzini Generali. Altri lo saranno in Centro Storico, se verrà approvato e realizzato il cosiddetto Piano Folin.

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Sarebbe interessante capire sulla base di quali studi oggettivi e di analisi tecniche, gli amministratori pubblici hanno deciso che in ZAI ci fosse bisogno di un nuovo centro commerciale e in Centro Storico di un altro Hotel.

Ma di chi sono le responsabilità di queste operazioni, estranee ad un piano complessivo? Della Fondazione Cariverona, che con abili conferimenti immobiliari è riuscita a superare gli ostacoli statutari? O dell’Amministrazione comunale di Verona, che non ha saputo pianificare autorevolmente e organicamente il proprio territorio e dialogare con la Fondazione su quali fossero le scelte più adatte a rispondere alle esigenze della città?

Un po’ di cronistoria su quanto è accaduto agli immobili dei Magazzini Generali: negli anni Ottanta si attua definitivamente il polo logistico intermodale del Quadrante Europa e gli storici Magazzini Generali furono dismessi. Nel 1987, il Comune di Verona ne acquisì l’intera area demaniale. Dal 1999 tutta la zona venne sottoposta a vincolo come patrimonio di archeologia industriale.

Il 31 dicembre 2003, l’ Amministrazione Zanotto cede i Magazzini Generali alla Fondazione Cariverona, con l’obiettivo di realizzare il famoso Polo Culturale. Nel 2015, la proprietà viene trasferita al gestore di fondi immobiliari Torre SGR SPA, una società con sede a Roma, controllata dalla Fondazione Cariverona.

Appena acquisita l’area, la Fondazione avviò un programma di abbattimento di tutti gli edifici con vincolo indiretto, per recuperare nuova volumetria, e attuare scelte d’uso che privilegiassero le funzioni più redditizie.

Per ottenere questa possibilità, era necessaria la sdemanializzazione dell’area pubblica, operazione favorita anche da proposte di riqualificazione della stessa con ipotesi di un polo culturale e di un auditorium in una zona, la ZAI, che ne avrebbe avuto e ne ha un oggettivo bisogno.

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Infatti, la Fondazione, appena acquisita l’area, sostenne il recupero della zona come: “sede museale della fondazione acquirente, nonché altre attività istituzionali nei settori dell’arte, della conservazione e valorizzazione dei beni e attività culturali”, ma, una volta ottenuta dallo Stato la sdemanializzazione, ridimensionò le aspettative, limitandosi a: “uno spazio polifunzionale da adibire ad auditorium per lo svolgimento di spettacoli e manifestazioni” e ad un archivio da adibire a “polo archivistico regionale”. Tutto il resto uffici e commercio.

In seguito, anche la proposta di uno spazio polifunzionale, ipotizzato all’interno della stazione frigorifera, l’edificio di maggior pregio in assoluto, tramontò per realizzare un nuovo centro commerciale, Eataly.

In tutto questo, qual è stato, se c’è stato, il ruolo della pianificazione pubblica?

Giorgio Massignan

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Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

2 Comments

2 Comments

  1. Giovanna

    22/04/2022 at 11:38

    Buongiorno,
    mi sorge una domanda: qual è il ruolo dell’amministrazione Tosi e poi Sboarina in questa faccenda?
    Grazie.

  2. Maurizio Danzi

    21/04/2022 at 17:21

    Non ho assolutamente competenze in materia. Rifletto: credo che la Fondazione abbia fatto, bene o male, il suo lavoro. Posso avere un parere ma è pleonastico e di alcuno interesse. Io poi non voto i componenti del CdA di Fondazione. Voto invece alle Comunali. E qui un commento risentito lo posso esprimere: ha senso parlare di pianificazione territoriale del Comune? Cambiate prospettiva e entrate a Verona da Est. Arrivate in Viale Venezia. Da 5, 10, 15 anni è sempre uguale. Un cimitero degli elefanti. Verona Olimpica. Il piazzista anni 80 ama riempirsi la bocca e l’album delle fotografie. Dio ci conservi almeno il senso del ridicolo

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