Dalla Passione di Gesù secondo Luca
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano. (…), era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. Luca 22,14-23,56
La Domenica delle Palme apre la “settimana santa” con l’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme e con il racconto della Passione. Quest’anno la liturgia propone la lettura del racconto di Luca.
Sono pagine più da meditare che da commentare. Meglio lasciar spazio al silenzio.
La fine drammatica di Gesù ci ripropone una domanda: perché è morto in croce?
In passato sono state date diverse interpretazioni, ma quella che è prevalsa è stata quella “espiatoria”. Cioè quella che abbiamo imparato al catechismo: “Per fare la volontà del Padre ed espiare i nostri peccati”.
Tuttavia, grazie anche al Concilio Vaticano II, molti teologi e biblisti oggi rifiutano la concezione “sacrificale” della morte di Gesù. Dio non è un sanguinario che vuole la morte di suo figlio come “espiazione” dei nostri peccati.
Sono stati gli uomini e non Dio a condannarlo a morte.
Lo hanno ucciso perché era un uomo libero. Perché aveva puntato il dito contro i potenti di allora. Li aveva smascherati. Voleva aiutare la gente a liberarsi degli imbroglioni che avevano trasformato il tempio in un mercato.
Gesù non voleva morire sulla croce. Voleva vivere. Amava la vita.
È morto perché i potenti di allora lo hanno fatto fuori.
La volontà del Padre non era che morisse sulla croce, ma che rimanesse fedele al “sogno” di Dio: costruire un mondo più giusto, più umano, dove il sabato è fatto per l’uomo, gli ultimi saranno i primi, si impara ad amare anche i nemici…
Gesù con la sua vita e con la sua morte e risurrezione ha annunciato che: un altro mondo è davvero possibile! Ma per realizzare questo chiede la nostra collaborazione.
Siamo noi oggi i protagonisti della Passione. Dietro le figure di Pietro, dei Sacerdoti, di Giuda, delle donne, della folla, possiamo vedere il volto di ognuno di noi.
Anche oggi ci sono tanti “poveri Cristi innocenti” che muoiono ingiustamente in croce.
Pensiamo ai bambini e alle mamme dell’Ucraina, ai tanti malati di Covid o altre malattie, agli anziani soli e abbandonati, alle donne vittime della violenza, ai molti giovani senza lavoro, ai tanti martiri di oggi…
Forse sono io il Pilato di turno che se ne lava le mani.
Dobbiamo chiederci: ed io da che parte sto? Quale ruolo ho nella Passione di oggi?
Don Roberto Vinco
Domenica 10 aprile 2022

Don Roberto Vinco, docente di filosofia allo Studio Teologico San Zeno e all'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona, è collaboratore nella parrocchia di Novaglie. roberto.vinco@tin.it
