Un libro che racconta perché Verona e i veronesi sono così. Questo il sunto de I giorni degli ideali e delle illusioni (NE&A Editrice), secondo romanzo storico di Giorgio Massignan, dopo Gli artigli dell’aquila, presentato lunedì 21 marzo alle 18 nella sala del rettore della chiesa di San Rocco (Quinzano).
Al fianco dell’autore la giornalista Betty Zanotelli che, prima di iniziare con le domande, inquadra le generalità del libro: «Si tratta di un romanzo che rievoca vicende accadute tra il 1796 e il 1821, cioè prima de Gli artigli dell’aquila. I fatti narrati sono veri, ma alcuni dei personaggi che si muovono al loro interno sono inventati».
«Creare la famiglia Rinaldi – spiega Massignan – è stato un espediente utile per descrivere più intimamente Verona tra la dominazione austriaca e l’occupazione napoleonica. Un periodo fondamentale che, alimentato dagli ideali della Rivoluzione francese, ha fatto scaturire il Risorgimento».

Giorgio Massignan, Betty Zanotelli a Quinzano (Verona) durante la presentazione del libro I giorni degli ideali e delle illusioni
Dietro al libro una minuziosa ricerca storica su eventi e persone di quell’epoca, da Ugo Foscolo che «venne veramente a Verona», ad alcuni dei giustiziati dopo le Pasque veronesi, come i conti Francesco Emilei e Augusto Verità. Ma anche un viaggio attraverso il territorio scaligero: «Il palazzo dei Rinaldi l’ho localizzato in palazzo Bottagisio, la loro filanda invece a Montorio, che era davvero una zona di opifici».
Su questa base si staglia poi la parte preferita dall’autore, quella creativa, da cui nasce anche l’idealista filonapoleonico Matteo Rinaldi. «Come altri personaggi combatte una lotta interiore, dovendo affrontare le milizie della Serenissima, in cui è arruolato anche il fratello Ernesto» anticipa Massignan.
Emerge dunque un mondo dicotomico dal romanzo, in cui si scontrano gli ideali e le illusioni dei protagonisti. Ma mai a discapito dell’aderenza al fatto storico, come sottolinea lo scrittore: «Racconto le Pasque veronesi per come sono avvenute. È un episodio noto, ma in realtà poco conosciuto, visto che alcune forze politiche di solito lo strumentalizzano».
Un riferimento al contesto attuale, a cui ne segue un altro. «Il libro parla di una Verona bigotta e conservatrice: si adatta ai giorni nostri» scherza Zanotelli. Ma Massignan, attingendo ancora dall’amata storia che gli fa «capire perché siamo così», la prende sul serio: «Verona storicamente è sempre stata sottomessa al potente di turno. E la dominazione austriaca, descritta nel romanzo, ha contribuito a formare questo DNA».
Gregorio Maroso

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com

Marcello Toffalini
22/03/2022 at 15:42
L’attenzione di giovani giornalisti alle vicende storiche del mondo veronese dalla fine del ‘700, come Gregorio Maroso e Michelangelo Piccin, mi lusinga non poco e mi induce a confidare nella loro capacità di analisi di molti fatti storici che sono accaduti, non solo a Verona ma in Italia e nei suoi dintorni.