Nell’intento di comunicare quanto è virtuosa l’Amministrazione Comunale di Verona in tema di verde pubblico il Presidente di AMIA in un articolo su l’Arena del 2 marzo annunciava la recente piantagione di 400 nuovi alberi . Ma dall’esposizione non era dato sapere se questi alberi vanno effettivamente ad incrementare il patrimonio arboreo oppure se banalmente sostituiscono piante eliminate per vari motivi: malattia, instabilità, eventi meteorici, etc. Infatti per dare ai cittadini un’idea chiara del bilancio arboreo l’Amministrazione dovrebbe contemporaneamente comunicare anche quante centinaia (migliaia?) di alberi sono spariti a Verona negli ultimi anni.
Nel 2011 nello spazio dell’ex Caserma Passalacqua sono stati abbattuti 200 alberi adulti e sani per far posto ad un nuovo parco (sic!) di cui a tutt’oggi non si vede ancora traccia. Nel 2019 per far posto a fantomatiche linee di filobus sono stati abbattuti altri 300 alberi.
Ad agosto 2020 una tempesta di tipo tropicale ha schiantato altre migliaia di alberi. A seguito di questo evento, imputabile ai cambiamenti climatici, altre centinaia di alberi sono stati tolti perché giudicati instabili e pericolosi. A ciò si aggiungano le centinaia di alberi che vengono tolti come pratica di normale manutenzione per vetustà, malattie, lavori pubblici, etc.
Oggi Verona è in sofferenza per i cambiamenti climatici, per la cattiva qualità dell’aria, per gli esigui spazi verdi della zona Sud e per l’eccessiva cementificazione del suolo di cui la città ha il primato, mentre organismi autorevoli parlano dell’urgenza di riforestare il Paese con ordini di grandezza di milioni di alberi.
Ma a Verona è complicato realizzare anche poche centinaia di mq di aree verdi, se pensiamo ad esempio alle difficoltà che hanno i cittadini di Verona Sud solo per vedere concretizzato dall’Amministrazione comunale l’ampliamento del Parco di Santa Teresa, già deliberato e finanziato da anni.
È evidente quindi che magnificare 400 nuovi alberi messi a dimora non ha molto senso perché appare comunque molto al di sotto delle necessità reali. Basti pensare, ad esempio, che una città come Milano con il progetto ForestaMi ha in programma di piantare 3 milioni di alberi. O addirittura al proposito uscito dall’ultimo G20 di mettere a dimora nel pianeta mille miliardi di alberi entro il 2030.
Solo quando sarà finalmente eseguito un serio censimento delle alberature si potrà conoscere la loro effettiva consistenza: quanti dove e perché siano gli alberi abbattuti; quanti dove e con quali criteri paesaggistici vengano piantati i nuovi alberi.
C’è bisogno di una anagrafe arborea con la quale siano registrate tutte le operazioni sulle piante, cominciando così a mettere in pratica gli impegni presi dall’Amministrazione con il Regolamento sul verde pubblico. Solo così la gestione del verde sarà trasparente e consentirà di instaurare, tra Istituzioni e cittadini, un rapporto basato sulla fiducia reciproca che eviterà sterili contrapposizioni.
Alberto Ballestriero
Verona Polis

Alberto Ballestriero. La campagna e il paesaggio sono una presenza costante nella sua vita. Ha lavorato come funzionario nella gestione di canali e opere agrarie presso uno dei più importanti Consorzi di Bonifica del Veneto. Dopo la qualifica nel settore del verde progetta parchi e giardini, alcuni dei quali pubblicati. È socio dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Per diversi anni è stato responsabile del settore verde urbano della sezione veronese di Italia Nostra. Ha pubblicato il libro “Confini Connessioni Scenari – divagazioni di un giardiniere sul paesaggio”. È socio fondatore dell’Osservatorio territoriale VeronaPolis. ballestriero@gmail.com

Rossella
17/03/2022 at 09:12
Ottimo articolo Alberto, noi abitanti di Verona sud non possiamo che condividere l’articolo
Enrico
15/03/2022 at 12:08
Ottimo articolo, così come sono tutte assai condivisibili le osservazioni postate dai lettori.
Aggiungerei un altro elemento di riflessione a mio avviso intrinsecamente connesso alla carente gestione del verde a Verona, anzi, la definirei la causa prima del problema in questa città: la truffaldina (per l’interesse collettivo) MONETIZZAZIONE degli standard urbanistici.
È cosa certa: se non si cambieranno le attuali norme tecniche operative/attuative del regolamento urbanistico, i cittadini veronesi non vedranno mai realizzato il giusto verde dovuto in relazione ed in proporzione alle aree edificate.
Se le amministrazioni che si succedono a palazzo Barbieri continueranno (colpevolmente) a permettere ai costruttori (con il beneplacito del comune stesso) di pagare quattro denari (il solo costo delle piantumazioni e non il valore delle aree stesse su cui piantumare) anziché destinare le dovute aree per il verde, non vi saranno mai sufficienti aree ove piantare alberi veri, non piantine decorative.
L’attuale amministrazione aveva promesso che sarebbe intervenuta sulla questione della monetizzazione: purtroppo nella nuova variante urbanistica 29 pare invece, ove possibile, voglia persino peggiorare questa pratica, spianando definitivamente la strada alla speculazione.
Già oggi a Verona complessivamente mancano all’appello 2 milioni di mq.di aree verdi (si consideri che l’area dell’ex scalo merci dove qualcuno vorrebbe ancora costruire è un quarto di quei 2 milioni di mq) e solo a Verona Sud il verde sottratto ai cittadini è pari circa a 800.000 mq.! Ci rendiamo conto quanto vengano considerati i cittadini ed il pubblico interesse?
Tutti sempre pronti a dichiararsi a favore delle istanze dei cittadini prima delle elezioni, ma poi pare che a palazzo Barbieri prevalgano altri strani influssi negativi, tanto potenti da fare prendere ai nostri amministratori decisioni contrarie alle promesse e persino controproducenti per la vivibilità della città e quindi anche deleterie per sé stessi e per la salute dei propri figli e nipoti.
Su questa patogenesi, oltre che sul Covid 19, bisognerebbe indagare più approfonditamente.
Damiano
14/03/2022 at 20:19
Una volta mi sono trovato ad un incontro con un ex sindaco, di cui non faccio il nome, il quale asseriva che il verde, per il Comune, è un costo non trascurabile. Sia per la manutenzione, l’acqua ecc. ma non è il solo, dei nostri amministratori, a pensarla così invece il verde e le piante in genere svolgono un ruolo importante per l’ambiente e la fauna che ospita compreso l’uomo. In particolar modo per il riscaldamento climatico le piante sono la migliore risposta a questo fenomeno che ha effetti devastanti in tutto il mondo. L’esempio più banale lo abbiamo d’estate quando percorriamo una strada alberata ed una invece senza alberi.
giorgio
14/03/2022 at 19:12
Ottime considerazioni, sig. Alberto.
Se se la sente chieda anche quante di queste si riferiscono ad alberi e quanti ad arbusti.
Chieda anche, visto che ad altri non rispondono, dove sono stati messi a dimora i 20.000 alberi dal 2017? Mesi fa i nostri amministratori hanno dichiarato che gli alberi piantati dal 2017 erano 40.000. Poche settimane dopo, di questi 40.000, la metà si sono trasformati in arbusti. Sarà stata la siccità
Alberto Ballestriero
14/03/2022 at 11:22
La sfida per i prossimi anni non sarà tanto per aumentare il numero degli alberi, ma sarà soprattutto per destinare a verde pubblico nuovi spazi necessari per piantarli. E ciò si otterrà solo con pressione dei cittadini per avere un serio Piano del Verde. Altrimenti si continueranno ad ammassare piante nelle solite aree con scopi solamente propagandistici.
Giorgio
13/03/2022 at 08:55
Non basta la quantità ma serve anche la qualità.
Mi ha fatto osservare un amico “agronomo” che le poche piante che vengono piantate, sono pianticelle misere non si piantano più cedri, platani o altre specie con chiome importanti, il futuro sarà di viali con alberelli tipo via IV novembre, buoni solo a mettere le lucette a Natale.
Redazione2
12/03/2022 at 15:49
Buongiorno Giorgio ed Alberto,
secondo quanto prevede la normativa nazionale entro due mesi dal termine del mandato amministrativo é fatto obbligo al Sindaco di pubblicare il “bilancio arboreo”, l’ultimo (ed unico) pubblicato nella sezione amministrazione trasparente – indagini ambientali – risale al 2017 in occasione del fine mandato Tosi.
Alberto Speciale
Franco
11/03/2022 at 18:20
Concordo pienamente con il contenuto di questo articolo. Mi permetto di aggiungere che è quantomeno irritante per me che sono un cittadino di Verona Sud sentir dire dal sindaco Sboarina che sono stati messi a dimora 1700 alberi in via Brazze che, per chi non lo sapesse, è una viuzza sperduta nei campi alla destra dell’Adige e al confine tra il comune di Verona e quello di San Martino Buon Albergo. Sembra quasi un gesto di captatio benevolentiae verso alcuni cittadini e un modo (questa però è puramente una mia illazione) per pulirsi la coscienza. Ricordo che le piante vanno messe dove mancano (a Verona Sud c’è un debito di MIGLIAIA e MIGLIAIA di mq di verde) e non dove già ci sono o dove non è possibile fruirne i benefici.