Nel nostro Paese sta per infrangersi una delle ondate più imponenti di sfollati degli ultimi 120 anni: oltre 900.000 le stime dell’Associazione Italia-Ucraina, molto attiva in questi momenti per gestire l’emergenza umanitaria che sta interessando l’intera Unione europea dove, a martedì 1° marzo, erano arrivati già 668.000 Ucraini.
Quelli arrivati finora in Italia sono un migliaio e, per gestire un arrivo il più possibile regolato (questo è quanto chiesto immediatamente da Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto), si sta lavorando partendo dai numeri.
I primi sono legati agli Ucraini presenti sul territorio nazionale dove è presumibile possano essere raggiunti dai parenti e dagli amici che fuggono dal conflitto. L’analisi è dunque basata su una sorta di censimento per monitorare e sostenere i bisognosi localizzati nelle province.
Nel nostro Paese, sulla base dei dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2021, la popolazione residente proveniente dall’Ucraina ammontava a 235.953 persone, di cui 59.947 in tutto il Nord Est (Triveneto ed Emilia Romagna).
Nello specifico regionale, gli Ucraini erano 16.784 (di cui 13.269 donne), pari al 7,11% del totale ed al 3,29% dei 509.420 stranieri residenti nel Veneto. La provincia con il maggior numero di Ucraini era quella di Venezia (4.964), mentre in quella scaligera risiedevano 1.265 donne e 407 uomini.
Gli altri numeri riguardano i posti disponibili. Nel briefing dei 7 prefetti della regione svoltosi il 2 marzo è emerso che quelli disponibili nei cas, i centri di accoglienza straordinaria che, al momento, ospitano i richiedenti protezione internazionale arrivati a partire dal 2013 (3.611 quelli presenti nelle strutture del Veneto al 28 febbraio scorso secondo il cruscotto statistico del Viminale, ai quali sono da aggiungersi i 570 presenti nei 69 progetti territoriali del Sai, già Sprar), non arrivano a cinquecento e devono servire pure per coloro che arrivano dagli sbarchi sulle coste meridionali e dalla rotta balcanica.
C’è pure da ricordare come gli Ucraini che hanno presentato l’istanza di protezione internazionale siano stati, nel 2018, 2.517, pari al 4,69% di tutti i 53.596 richiedenti, al quinto posto nella classifica degli asilanti dopo i Pachistani, i Nigeriani, i Bengalesi ed i Senegalesi.
Nella provincia scaligera, gli Ucraini che hanno usufruito delle misure di accoglienza a partire sono stati tredici fra centri di accoglienza straordinaria e progetti territoriali del Sai che fanno capo ai comuni di Fumane e di Verona (quello di Bosco Chiesanuova è dedicato ai minori stranieri non accompagnati).
Alla scarsità di posti si deve aggiungere l’attuale situazione pandemica, con la necessità di dover sottoporre al tampone di ingresso donne e uomini che provengono da uno Stato dove c’è parecchia diffidenza nei confronti dei vaccini anti Covid. Non è un caso che la Regione Veneto abbia predisposto un report con le linee guida in materia di assistenza sanitaria a favore degli sfollati dall’Ucraina.
Antonio Mazzei

Antonio Mazzei è nato a Taranto il 27 marzo 1961. Laureato in Storia e in Scienze Politiche, giornalista pubblicista è autore di numerose pubblicazioni sul tema della sicurezza. antonio.mazzei@interno.it
