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Mobilità a Verona, traforo breve e potenziare il trasporto pubblico

Da evitare che prenda piede l’idea di un tunnel lungo per collegare Est e Ovest della città, come pure che venga riproposta l’idea della Mediana, deleteria per il Parco dell’Adige Est

Filobus
Filobus

Per affrontare il problema della mobilità è necessario prevedere un nuovo e diverso modello dei trasporti urbani, che privilegi quelli pubblici rispetto a quello privato a motore.

Inoltre, andrebbero analizzati i diversi attrattori di traffico e le ore di maggior intensità dei flussi nelle arterie che li servono, per programmare e differenziare le aperture e le chiusure degli stessi.

Probabilmente in futuro i motori ibridi e/o elettrici sostituiranno quelli a combustione interna ma, per ridurre l’inquinamento, è necessario che l’energia prodotta derivi da fonti rinnovabili e l’Italia produce da tali fonti circa il 60% dell’energia elettrica totale: è ancora troppo poco.

In ogni caso, l’uso eccessivo di automobili private, anche se elettriche, provoca un insostenibile impatto sul territorio e sull’ambiente, per la necessità di sempre nuove infrastrutture stradali, di parcheggi e di occupazione di suolo pubblico.

La sola soluzione è nel trasporto pubblico, che dovrebbe rappresentare una reale alternativa a quello privato a motore, non un suo complemento.

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Pur ritenendo il progetto del filobus, così come è stato pianificato, non adatto a risolvere i problemi di Verona, dopo il taglio di centinaia di alberi, spesi parecchi soldi e cantierizzato molte zone della città, è doveroso ultimarlo al più presto. Magari evitando che il suo percorso transiti da via XX Settembre e via San Paolo, ma segua il tracciato esterno delle mura magistrali.

Oltre al filobus, andrebbe istituito un servizio di minibus elettrici di collegamento con il Centro storico; rivista e potenziata la rete dei percorsi ciclabili; realizzati i parcheggi scambiatori; attuata la pedonalizzazione del centro storico, mentre Borgo Trento, Cittadella, Valverde, San Bernardino e San Zeno diventerebbero Zone a Traffico Limitato.

Questi interventi strutturali, probabilmente, non saranno brevi e, soprattutto, potrebbero servire decenni per cambiare la mentalità e gli usi della gente ad un nuovo modello di mobilità.

Tempi lunghi e difficoltà andrebbero a vantaggio di tutti coloro che propongono la grande infrastruttura, la cosiddetta panacea a tutti i problemi della mobilità: il Traforo lungo, magari autostradale, o la resuscitata Mediana, che devasterebbe quello che resta del parco dell’Adige a est. Da sottolineare che per entrambe le opere, servirebbe il collegamento con l’ipotetica Strada di Gronda, tra San Massimo e l’attraversamento dell’Adige alla Sorte, un territorio ancora integro e paesaggisticamente prezioso.

Limitarsi ad attendere un cambiamento negli usi dei veronesi, potrebbe essere pericoloso.

Nel caso in cui i vari interventi non fossero sufficienti per risolvere il collegamento tra Borgo Trento e Borgo Venezia, ritengo sia necessario trovare un valido deterrente alle eventuali pressioni per il Traforo lungo e/o la Mediana.

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L’ipotesi di un’opera viabilistica, non urbanistica, come un traforo breve per mezzi privati, che colleghi Porta Vescovo con la zona dell’Ospedale di Borgo Trento, potrebbe servire allo scopo; anche se sarà particolarmente complicato progettare l’entrata e l’uscita dell’infrastruttura.

Terminata la realizzazione di un efficace sistema di trasporto pubblico, il traforo breve potrebbe essere interdetto alle automobili private e inserito nei percorsi del filobus.

Giorgio Massignan
VeronaPolis

Written By

Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

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