INTERVISTA – Giampaolo Veghini, segretario generale Cisl Verona, spiega le difficoltà che il sindacato ha avuto nel farsi ascoltare dall’Amministrazione Sboarina e lancia segnali alle forze politiche in campo per le prossime elezioni amministrative, dando appuntamento al 19° congresso della Cisl scaligera che si terrà in Fiera l’8 e il 9 febbraio.
– Veghini, quali sono i vostri rapporti con la politica locale?
Veghini. «Come sindacato abbiamo la nostra autonomia e cerchiamo di costruire rapporti trasversali con tutti. Tuttavia nella politica locale, ma anche in enti quali Confindustria o Confcommercio, evidenzio una mancanza di ascolto: si proclamano grandi idee a cui poi non viene dato seguito per una sorta di campanilismo e questo complica il confronto. Non a caso l’intento del prossimo congresso Cisl è proprio quello di promuovere una Verona che coinvolga l’amministrazione comunale e la Provincia. Ci deve essere collegialità».
– Che bilancio traccerebbe dell’amministrazione Sboarina che sta per scadere?
Veghini. «Sono entrato in carica nel periodo Covid e ho notato un’amministrazione troppo concentrata a risolvere le emergenze nell’immediato senza riuscire a delineare una visione per il domani: noi, per esempio, siamo stati interpellati solo per far fronte a contingenze, mai per il contributo che potremmo dare nel programmare il futuro della città. Perciò, se dovessi dare un giudizio, direi appena sufficiente, ma non di più: abbiamo molte idee, rappresentiamo un mondo variegato sia dal punto di vista sociale che delle competenze, eppure non siamo ascoltati».

Federico Sboarina
– Dove avrebbe potuto fare di più dal vostro punto di vista?
Veghini. «Il problema è stato proprio quello relazionale. Tra il 2018 e il 2019, con i miei predecessori, c’erano rapporti consolidati che però, tra pandemia e cambio di qualche persona di riferimento, sono stati spazzati via. Oggi bisogna proprio ricostruire questo filo di relazioni».
– Che cosa richiedete alla prossima amministrazione?
Veghini. «Chiediamo che mantenga un rapporto costante e sinergico con il territorio, per capirne i problemi e coinvolgendo tutti, dalle nuove generazioni ai più anziani, ed agendo quotidianamente nelle Circoscrizioni: è necessario creare un’idea di bene comune per la città che funga da elemento trainante. L’individualismo nelle scelte genera disagio sociale e disuguaglianze, perciò diventa fondamentale dialogare con tutti gli attori presenti sul territorio per poi fare sintesi e prendere decisioni».
– La coalizione di Tommasi sta lavorando attraverso 11 tavoli: siete stati coinvolti in qualche maniera?
Veghini. «Per il momento no, né da lui né da nessun altro candidato (queste le commissioni al lavoro, ndr), però lo abbiamo invitato al nostro Congresso affinché ci ascolti. In realtà abbiamo fatto lo stesso con tutte le forze politiche, le autorità e le istituzioni: si tratta di un congresso aperto».
– Quale tra i vostri servizi andrebbe ulteriormente sviluppato in questo periodo storico?
Veghini. «Essere vicini alle persone in tutto e per tutto, anche dal punto di vista umano. La nostra organizzazione non svolge solo servizi fiscali ma è caratterizzata anche da una costante attenzione nei confronti di chi si rivolge a noi: è importante far sentire la propria presenza attraverso un contatto diretto, che non può esaurirsi esclusivamente nel mondo virtuale. Questa vicinanza alla persona è ciò che chiediamo anche alla politica».
– I dati di ottobre 2021 denunciavano una Verona prima in Veneto per morti e infortuni sul lavoro. Cosa non funziona?
Veghini. «Ci sono vari aspetti che contribuiscono a questi dati devastanti ma il problema centrale è che spesso si guarda solo al guadagno e non alla persona e alla sua formazione. Un esempio nel campo dell’edilizia può essere il superbonus 110, che ha generato frenesia nel mercato con conseguente gestione approssimativa dell’ambiente di lavoro dei lavoratori. Situazioni di questo tipo portano all’assunzione di figure che non dispongono di una formazione adeguata per far fronte ai pericoli sempre in agguato, soprattutto se i lavoratori vengono impiegati per utilizzare macchinari dalla sicurezza discutibile. Occorre creare una particolare attenzione sui rischi dei luoghi di lavoro, agevolare l’integrazione dei lavoratori stranieri che magari non comprendono alcune norme per questioni di lingua e, in generale, agire sul piano culturale, a partire dalla scuola».
– Altro problema di Verona è quello del lavoro precario: la politica come potrebbe limitarlo?
Veghini. «Il settore terziario è il più rappresentato a Verona, ma offre contratti che non danno prospettive per il futuro: per questo molti dei nostri giovani si dirigono all’estero. Le nuove generazioni vanno fatte crescere nel nostro territorio attraverso investimenti importanti ed è qui che la politica deve intervenire. Le risorse del Next Generation EU sono un’opportunità da non lasciarsi scappare».
– Cosa dobbiamo aspettarci dal congresso Cisl?
Veghini. «È un evento significativo, i cui intenti sono ben esemplificati nello slogan “Ripartiamo, insieme partecipando”. Vogliamo prenderci cura delle esigenze del nostro territorio, collaborando con chi ha responsabilità amministrative. La pandemia sanitaria non deve tramutarsi in una pandemia sociale e questo è il messaggio che vogliamo lanciare con il congresso, istituendo un patto forte e partecipato con la città».
Gregorio Maroso

Gregorio Maroso è laureato in Filosofia, Editoria e giornalismo all'Università di Verona. Da sempre si interroga sulla vita e spera che indagare e raccontare i suoi aspetti nascosti possa fornirgli le risposte che cerca. gregoriomaroso@gmail.com
