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Lettere

Dalla crisi delle Destre alla possibile svolta per Verona

Elezioni

Il partito di Salvini, la Lega fa parte del governo centrale e gestisce importanti ministeri. Governa rilevanti regioni, come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Alto Adige, ed altro ancora. Nonostante questa sua considerevole rappresentanza politica, che nel Veneto si è attestata ìal 76,8%, a Verona non ha presentato (sino ad ora) nessuna proposta e candidatura per la carica del sindaco della città, in vista delle imminenti elezioni amministrative. Lo stesso vale per ciò che resta del partito di Silvio Berlusconi, Forza Itialia, e anche per altri schieramenti.

Perché ciò succede? Non e’ facile rispondere a questo interrogativo, rispetto al quale neppure i leghisti più informati e convinti sono stati in grado di fornire sinora delle risposte convincenti. E ciò ha indubbiamente favorito il partito di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, nel quale sono confluiti persino il sindaco di Verona e quasi tutti i componenti della sua giunta.

Da più parti vi è la convinzione che a Verona (e non solo) esistano più formazioni di destra: quella di Salvini, ormai sull’orlo di una crisi di fiducia; la destra di Giorgia Meloni, convinta di rappresentare l’opposizione al governo e di poter governare in territori come Verona; l’altra destra degli ultimi fedelissimi di Forza Italia e di Berlusconi, anche questa incapace di proporsi come punto di riferimento credibile per il prossimo confronto elettorale.

Queste destre messe insieme non raggiungono una maggioranza sufficiente e necessaria a garantire il governo di una città come Verona. Ciò dovrebbe preoccupare l’intera collettività per il fatto che questi amministratori controllano anche le aziende pubbliche municipalizzate: speciali, controllate e partecipate, ciascuna  con le proprie e note criticità di ordine finanziario e gestionale.

Credo pertanto necessaria una svolta e ritengo che ciò sia possibile se insieme si ha il coraggio di voltare pagina per affrontare i problemi con forze capaci di gestire le priorità locali, anche sotto il profilo finanziario. 

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Verona deve liberarsi dalle logiche dei poteri forti, spesso coinvolti in azioni che hanno visto più volte in un passato anche recente l’intervento della Magistratura. Le prossime elezioni consentono di farlo, se insieme sapremo impegnarci con maggiore fiducia in concrete scelte di cambiamento.

Giuseppe Braga

Written By

Giuseppe Braga è nato a Verona il 12 giugno del 1943. Ha lavorato alle Officine e Fonderie Leopoldo Biasi di Verona. È stato dirigente e membro della segreteria FIMCISL di Verona; dirigente e Segretario generale Federchimici CISL di Verona; Segretario generale SICET CISL di Verona e Responsabile organizzativo Confederazione; consigliere di terza Circoscrizione in Borgo Milano. Durante l’attività sindacale ha ricoperto varie cariche. giuseppe.braga@gmail.com

1 Comment

1 Comment

  1. Marcello Toffalini

    28/01/2022 at 16:31

    Vorrei rispondere a Braga e a Premi, a Viviani e pure a Montolli.
    Che per la Chiesa, non solo di Verona, l’impegno politico sia subalterno a quello religioso, per cui alla fine, comunque, risulterebbe cosa meno importante delle sue tradizioni liturgiche, se non addirittura sgradita ai suoi Vertici più clericali, è certamente vero ed è la ragione principale del basso profilo politico di molti cattolici, non solo veronesi. La difficoltà di un pronunciamento pubblico sulle questioni sociali più nobilitanti è difficile da smontare, lo so, eppure si potrebbe provare a superarla se si mettessero in campo significativi appelli pubblici di appoggio agli obiettivi più caratterizzanti delle prossime Liste comunali, e particolarmente a quelle più progressiste, accompagnati dai nomi di persone presenti ed attive nella Società civile, con vari e diversificati livelli di servizio: nomi di volontari delle numerose Associazioni della Città e del territorio circostante. Io ci starei, da cattolico, nei limiti delle mie possibilità. Forse questa degli appelli firmati da tanti cittadini, più o meno noti, più o meno impegnati nel sociale, privi d’interessi di Partito o di Potere, può servire a rispondere alla domanda posta (“che fare”) ed a riformare politicamente una buona parte dei cittadini veronesi. Che ne dite?

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