Bisogna essere indulgenti con Damiano Tommasi, è la sua prima volta in politica e la responsabilità di sindaco in una città come Verona non è cosa da poco. Bisogna essere indulgenti anche con la sinistra, che nel Veneto ha tutta la strada in salita e di suo ha sempre bisogno di spaccare il capello in quattro e su quello a volte dividersi.
Intanto la satira si scatena: “va bene anche il programma del 2029”, scrive simpaticamente Gianni Falcone vicedirettore e vignettista di questo giornale, “ne ho di bellissimi già degli anni Settanta, anche a colori” commenta un altro lettore. Altri generosamente dispensano consigli, preoccupati del passare dei giorni e dell’apparente silenzio del neo candidato sindaco. Tuttavia i tavoli di lavoro di Tommasi con le forze di coalizione stanno andando avanti e di tempo ce n’è ancora abbastanza, sia per la campagna elettorale che per adempiere agli obblighi di legge (art.73, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) che prevede l’affissione del programma all’Albo Pretorio del Comune.
Ma chi li legge più i programmi elettorali? Si trovano ancora cittadini che scelgono a chi dare il voto solo dopo aver attentamente soppesato, discusso e confrontato ogni punto del programma amministrativo dei candidati? Oggi la competizione politica, anche quella locale, si gioca a colpi di slogan e spot sui media, con il contorno di professionisti della cura dell’immagine, del marketing e di social media manager. Inoltre l’elettorato è più mobile di un tempo e determinante è la personalità oltre che la credibilità del candidato.
Ma i programmi amministrativi sono poi concretamente attuati dai sindaci una volta eletti? Del programma del candidato sindaco Federico Sboarina alle ultime elezioni del 2017 quanti punti delle 31 pagine si sono poi tradotti in atti concreti? E quante delibere di Giunta sono state coerenti o piuttosto in palese contrasto con le promesse elettorali? Sono ostiche queste verifiche, anche per la vaghezza dei programmi, dove spesso gli obiettivi sono tanto allettanti quanto generici e non misurabili. Servirebbe veramente un fact-checking delle promesse elettorali per smascherare le bugie e la faccia tosta di tanti candidati sindaci, una volta eletti.
Bisogna comunque partire dai programmi e c’è attesa per quello di Damiano Tommasi, frutto di pesate mediazioni all’interno della coalizione, e anche se di lui non si conosce molto, la sua storia personale fa ben sperare nella coerente concretizzazione delle promesse elettorali una volta sindaco. Tanti sono i problemi di Verona che il nuovo sindaco dovrà affrontare, dalla viabilità al verde pubblico, dal turismo al centro storico, dalla cultura agli enti partecipati, solo per accennare ad alcuni macro temi, problemi antichi della nostra città che Giorgio Massignan ha con competenza elencato.
Quante possibilità ha il centrosinistra di vincere la prossima competizione elettorale? Con una destra divisa su diversi candidati, Damiano Tommasi ha la possibilità concreta di arrivare al ballottaggio. Vincere poi la sfida del ballottaggio dipenderà da lui stesso, dall’empatia che saprà suscitare, dalle emozioni politiche che saprà risvegliare, dalla sua capacità di aggregare e conquistarsi la fiducia dei cittadini veronesi. Se saprà muoversi nel campo della politica così come sapeva muoversi nel centro campo degli stadi di calcio, avrà delle chance di vincere la finale. Buona fortuna Damiano.
Claudio Toffalini

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

Cristiina Stevanoni
24/12/2021 at 14:47
Il candidato è candidato, è candidato, è candidato, quasi come la rosa di Gertrude Stein. Sembra questa la morale della favola. Eppure, parlare di calcio, nella Verona dell’Hellas, sembrerebbe quasi d’obbligo: anzi, un punto a favore. Così come parlare di scuola, visto che fra le elettrici e gli elettori di sinistra e di centro si annidano tante e tanti di coloro che hanno speso una vita per insegnarci, o per difenderla. la scuola. Già: la scuola pubblica, l’università pubblica…
Giuseppe Braga
24/12/2021 at 10:41
Vorrei poter esprimere gli auguri più spontanei, per un ricambio della guida politica e della amministrazione della città di Verona. Nel contempo, osservo come molti critici verso l’unica candidatura alternativa al centro destra, così pure diversi componenti degli 11 gruppi tematici istituiti par la formazione di un programma, siano gli stessi che, assieme a tanti altri – me compreso – nel 2017 non hanno ottenuto positivi risultati. Mancano ancora un po di mesi: vediamo di aggiustare il tiro!
paolo ricci
24/12/2021 at 11:09
Errare humanum est autem perseverare diabolicum…
Claudio Toffalini
23/12/2021 at 18:57
La candidatura di Tommasi, outsider della società civile, conferma tutte le difficoltà della sinistra veronese, in particolare del PD, così come Draghi a livello nazionale. Se la coalizione di centro-sinistra saprà, non dico vincere, ma almeno ottenere un risultato onorevole al ballottaggio sarà merito soprattutto di Tommasi stesso. Quanto vale il plus di Damiano lo sapremo a primavera.
Maurizio Danzi
23/12/2021 at 13:42
Undici tavoli di lavoro Undici!
Ing. Toffalini non può non capire che questi con l’empatia di Tommasi non c’entrano nulla!
Lo dice lei: chi vota sui programmi?
Era un percorso che andava costruito dopo la debacle di Orietta Salemi, quasi cinque anni fa.
Ma il PD è stato commissariato due anni per poi avere alcuni gruppi politici interni che si osteggiano tuttora.
Traguardi dopo il silenzio alle Regionali ha deciso di muoversi da solo.
Azione, Italia Viva, Bertucco. Devo dire altro ?
E ora tutti a discutere.
Benvenuti tra noi.
La politica è altra cosa.
L’empatia è la massima espressione dell’ascolto.
Chiedere a Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein.
Ma forse lei intendeva dire che ci vorrebbe un miracolo…..
paolo ricci
23/12/2021 at 10:50
Se anche nel centro-sinistra nessuno fosse interessato ai contenuti del programma per l’elezione di un Sindaco, quindi la carica più vicina al vivere ed al sentire dei cittadini, vorrebbe dire che la destra avrebbe imposto definitivamente la propria visione del mondo e quindi di fatto già vinto. Mi auguro proprio di no. Il problema semmai è proprio la “non-storia” del candidato che, ahinoi, non “fa ben sperare nella coerente concretizzazione delle promesse elettorali una volta sindaco”. Tuttavia, con spirito laico, quindi “scientifico” attendo i riscontri che potrebbero confermare o rigettare l’ipotesi.