La valorizzazione delle sponde cittadine lungo il corso del fiume Adige dovrebbe essere oggetto di attenzione della futura Amministrazione cittadina che verrà votata nel 2022. Quest’area inizia dalla zona di Bosco Buri, vasta superficie boschiva planiziale e termina nei pressi di Rivoli, tra la Valdadige e i territori dove si producono vini e spumanti, verso la provincia di Trento.
La nuova amministrazione potrebbe ad esempio realizzare, con l’aiuto della Soprintendenza e nel rispetto di vincoli monumentali e paesaggistici, una passerella ciclopedonale che si eleva sul corso d’acqua cittadino, in modo da connettere zone di pregio monumentale e storico-artistico consentendo a turisti e veronesi di ricostruire un legame più stretto con il fiume.
Il percorso potrebbe lambire il Quartiere Filippini, dove si trova la Dogana delle merci, attiva in epoca veneziana e progettata dall’architetto veronese Alessandro Pompei (1705-1772) nel 1745, via Sottoriva, dove cinque anni fa sono emersi gli scavi di un antico porto romano, l’area dove si trovano Castelvecchio, il Ponte Pietra e il Teatro Romano sino alla Diga del Chievo, da cui il fiume prosegue verso la Valdadige.
Proprio all’altezza di Ponte Pietra si potrebbe realizzare un percorso per spiegare, con pannelli illustrativi, il lungo rapporto instauratosi nel corso dei secoli tra Adige e la città in relazione al commercio, alla navigazione fluviale, mettendo in risalto il ruolo di Piccola Venezia che Verona ha avuto sino all’alluvione del 1882 che provocò ingenti disastri.
Molte e belle fotografie di fine Ottocento e inizio Novecento mostrano nitidamente la Verona Fluviale all’altezza del Ponte Pietra, con raffigurati piccoli burci e mulini galleggianti. I burci sono grosse imbarcazioni da carico in uso nella Laguna di Venezia. Si tratta di un battello di grandi dimensioni dal fondo piatto per poter navigare agevolmente nei bassi fondali della laguna. Per secoli i burci sono state le imbarcazioni più diffuse per il traffico fluviale.
I burci che solcavano le acque dell’Adige si trovano documentati nell’ultimo saggio di Gian Antonio Conati (Arti e mestieri sull’Adige. Dalle Valli tirolesi all’Adriatico (pp. 535, Cierre Grafica, €29,90), profondo conoscitore della storia del fiume, a tal punto da aver realizzato a Pescantina un museo e centro documentazione etnografica dell’Adige.
Da Ponte Pietra si può osservare un panorama che racchiude tutti i più bei monumenti cittadini: dalla Chiesa di Sant’Anastasia, al campanile della Chiesa di San Tomaso Cantauriense. Infine lo sguardo si posa sulla Torre civica dei Lamberti. Da qui in poi l’ipotetico percorso si snoda verso la campagna e si collegherebbe alle alzaie arrivando sino alla Valdadige. Il percorso ciclopedonale cittadino potrebbe incrociare le vie d’acqua artificiali, il Canale Biffis e il Canale Agro Veronese, da cui potrebbe essere progettata una pista ciclabile di collegamento con l’entroterra collinare e morenico.
Il percorso andrebbe infine a collegarsi verso la ciclabile Adige-Terra dei Forti, lambendo le pareti della Chiusa di Ceraino sul lato di Volargne, da cui si può vedere lo sperone del Forte Wohlgemuth di Rivoli, costruito dagli Austriaci intorno al 1850.
Michelangelo Piccin
Marcello Toffalini
02/12/2021 at 11:15
Una passerella pedonale che si eleva sul corso d’acqua cittadino tra la Dogana Vecchia e Veronetta, potrebbe essere proprio una buona idea a salvaguardia delle bellezze cittadine: si pensi alla vista sui ponti Nuovo e Pietra e allo scorcio sulla collina retrostante, oggetto di tanti quadri oltre che degli sguardi interessati di turisti e cittadini veronesi.