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Per Cingolani a scuola meno guerre puniche e più cultura tecnica

La tecnica è importante, ma per formare un cittadino consapevole e partecipe servono storia, letteratura e scienza

Roberto Cingolani
Roberto Cingolani

“Inutile studiare quattro volte le guerre puniche, serve cultura tecnica”, questo in sintesi quanto affermato nei giorni scorsi da Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica. Una battuta infelice? No, lui in quella affermazione ci crede profondamente così come Berlusconi insisteva per la scuola delle tre “I”: impresa, informatica e inglese. Una continuità di visione da Berlusconi a Cingolani per una scuola tutta orientata al mondo produttivo ed alla competizione economica e tecnologica. Ma la scuola è un’altra cosa.

Intanto bisogna ricordare al ministro Cingolani che le guerre puniche si studiano due volte e non quattro, nel ciclo delle elementari ed in seconda superiore, poi che l’espressione “cultura tecnica” è quasi un ossimoro, dato che la tecnica al giorno d’oggi spesso si chiude nelle ultra specializzazioni di settore, mentre la cultura apre la mente al sapere. Avesse parlato di cultura scientifica cioè di matematica, fisica, chimica, biologia, economia, si poteva concordare considerate le diffuse carenze in tanti giovani, oltre che le molte strampalate teorie antiscientifiche che circolano nei social.

Quella del ministro Cingolani invece è proprio una visione della scuola, una scuola in cui le materie umanistiche sono considerate superflue per lasciare spazio alla tecnica. Una scuola strutturata per sfornare operai, tecnici e manager, pronti all’uso da inserire nel mondo del lavoro, ma senza quello spessore culturale che permetta loro di interpretare i mutamenti sociali e gli avvenimenti contemporanei. Per carità, la tecnologia è importante, al giorno d’oggi è il carburatore dell’economia, ma per formare un cittadino consapevole dei propri diritti e doveri e attivamente partecipe della vita sociale e politica, non basta la tecnica, occorrono la storia, la letteratura, la filosofia oltre alle materie scientifiche.

Avesse detto che la storia, maestra di vita, andrebbe studiata in modo diverso dalla mnemonica serie di date ed eventi, si poteva concordare; invece per lui la storia sembra propria inutile. In realtà proprio le guerre puniche sono di incredibile attualità ed hanno ancora molto da insegnarci. Esse ricalcano infatti allora come oggi i contrasti economici, geopolitici e militari fra le due superpotenze dell’epoca: Roma e Cartagine, ed ogni parallelo al mondo odierno è superfluo.

Non per niente la gran parte dei presidenti, amministratori delegati, CEO delle grandi aziende, così come i politici di alto rango, hanno alle spalle formazioni classiche e master dove non mancano storia, filosofia, sociologia e cultura umanistica in generale. Ma se la storia e la cultura classica sono ritenute fondamentali nelle posizioni di potere, com’è che le si vorrebbe espellere dalla scuola? Si vuole forse tornare ad una scuola di serie A per le élite ed una di serie B dove è prevalente la formazione professionale (anche di alto livello ma esclusivamente tecnica) per le classi sociali inferiori?

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Il ministro Cingolani, insieme al ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi, si preoccupi piuttosto di aumentare i finanziamenti strutturali a scuola, università e ricerca. Si ricordi che nella UE siamo fra i peggiori nell’abbandono scolastico prima del diploma e ultimi per numero di laureati, e che questo non ha nulla a che fare con lo studio della storia e delle guerre puniche.

Claudio Toffalini

Written By

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

5 Comments

5 Comments

  1. Michelangelo

    01/12/2021 at 06:54

    Gentile Signor Toffalini, non c’è da aggiungere altro. L’unica cosa su cui si può innescare un dibattito riguarda il fatto che tutte le discipline, umanistiche, classiche e scientifiche se studiate seriamente e non con un’infarinatura generale, concorrono allo sviluppo della persona. La letteratura, la filosofia e la storia, se ben studiate, non sono inutili chiacchiere ma si fondano sul metodo e sul confronto. Le materie scientifiche trasmettono il rigore e la praticità. Anche le materie giuridiche giocano la loro parte, se pensiamo che il nostro Paese ha sviluppato una delle civiltà del diritto più avanzate del mondo intero.

  2. Maurizio Danzi

    29/11/2021 at 19:32

    Cingolani.
    Deve aver avuto un amore non corrisposto per le materie letterarie.
    Mentre deve essere stato assente a molte lezioni nelle materie scientifiche.
    Abbiamo già problemi importanti nel settore energetico. Qualcuno dice che siamo, per molti aspetti, sull’orlo del baratro: con lui abbiamo fatto un passo in avanti.

  3. Franz

    29/11/2021 at 14:13

    Bravo. Condivido in pieno il contenuto dell’articolo

    • Paola Lorenzetti

      29/11/2021 at 16:45

      Le persone che ragionano fanno sempre paura. Forse per qualcuno è meglio che il pensiero critico sia appannaggio delle classi dominanti e che tutti gli altri siano semplicemente bravi esecutori. E la scuola ormai non è più vista come un ascensore sociale. Stiamo razzolano indietro di 70 anni.

  4. Redazione2

    29/11/2021 at 12:05

    Se lo dice un ingegnere… 🙂

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