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Perplessità sulla riqualificazione dell’ex Scalo merci di Porta Nuova

Ex scalo merci, Verona Sud
Ex scalo merci, Verona Sud

Sulla stampa locale, e non solo, l’8 ottobre è apparsa la notizia che riportava il vincitore del bando di concorso per la riqualificazione dell’area dell’ex Scalo merci di Porta Nuova. Com’è ormai noto a tutti, trattasi di Signa Group, riferito come sviluppatore immobiliare tra i più importanti d’Europa.

Con l’occasione, il sindaco Sboarina ha manifestato la volontà di avviare il cantiere dei lavori il prima possibile per accelerare sugli investitori e sulla realizzazione degli interventi.

La deadline posta come ultimazione dei lavori è identificata con l’anno 2026, prima dell’inizio dei XXV Giochi Olimpici di Milano-Cortina (6–22 febbraio) quando Verona, come città olimpica, dovrà vedere già realizzate le opere strategiche previste nella trasformazione dell’ex scalo merci ferroviario di Verona Porta Nuova.

La notizia è ovviamente riportata anche sul sito di FS Sistemi Urbani (Ferrovie dello Stato) che, oltre a dettagliare tutte le informazioni relative al bando e alle modalità per parteciparvi, elenca anche nove domande frequenti, con relative risposte, che gli operatori economici partecipanti al Bando di gara hanno posto a FS Sistemi e Servizi nell’arco di tempo che va dal 3 marzo al 31 maggio scorso.

Tra queste, ci stupiscono, e nel contempo ci preoccupano, le risposte rese alle domande numero 7 ed 8. La 7 recita: «Si chiede se l’area sia già stata caratterizzata riguardo alla presenza di materiali inquinanti o pericolosi o di rifiuto nel suolo e sottosuolo (o quali siano i programmi per la sua caratterizzazione) e quando verrà fornita la relativa documentazione ai partecipanti al Concorso». La risposta fornita, alquanto sconcertante, riporta: «Non è stata svolta una caratterizzazione ambientale del sito. Al momento, RFI dispone di uno stato di conoscenza storica dell’area».

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Riteniamo inverosimile e molto improbabile che le FS non siano a conoscenza dello stato fortemente inquinato del terreno che, per decenni, hanno utilizzato come scalo merci ferroviario e sul quale decine di migliaia di locomotive sono transitate. Inoltre non vanno trascurate le forti probabilità che l’area nasconda ordigni bellici inesplosi.

Di tale argomento, lo scrivente Comitato Verona Sud aveva dettagliatamente trattato nell’articolo pubblicato su Verona In il 6 agosto scorso, nel quale veniva evidenziato, tra le altre cose, che in nessuno dei documenti che costituiscono l’accordo tra il Comune di Verona, la Regione Veneto ed il Gruppo Ferrovie dello Stato e nemmeno in quelli del Bando di concorso, viene fatto riferimento alla basilare questione della bonifica dell’area.

La domanda numero 8 invece è questa: «Si chiede di indicare quali siano i tempi previsti per la dismissione da parte di Ferrovie degli impianti ferroviari presenti sull’area oggetto del Bando e le condizioni in cui l’area sarà ceduta». La relativa risposta, alquanto articolata, oltre a ribadire quanto scritto nei documenti posti a Bando di gara aggiunge: «…, riferendosi alla programmazione delle fasi realizzative oggi prevista dal progetto preliminare del Nodo AV/AC di Verona Ingresso Est, la dismissione dell’esistente scalo merci di Verona Porta Nuova potrà avvenire solo a valle dell’attivazione del nuovo impianto merci denominato “Scalo Cason” e dunque non prima di 2 anni dalla data di avvio dei lavori del più ampio progetto connesso all’alta velocità».

Per quanto a nostra conoscenza, sino ad oggi né il nuovo impianto merci denominato “Scalo Cason” né i lavori previsti per la realizzazione del Nodo AV/AC di Verona Ingresso Est hanno avuto inizio. Quindi la data di inizio lavori, essendo legata all’Alta Velocità, inevitabilmente slitterà in avanti rendendo molto difficile il completamento del parco per l’anno 2026.

Per non parlare della bonifica della quale nessuna delle parti in causa sembra averne considerato l’entità e gli enormi costi. Non vorremmo mai che alla fine dovessero essere i cittadini a pagarli.

Meraviglia ancora una volta che né il Sindaco Federico Sboarina, né alcun organo di stampa abbiano fatto cenno ai contenuti delle risposte 7 e 8. Riteniamo quindi necessario che il nostro Sindaco si esprima sull’argomento, quale segno di considerazione nei confronti della cittadinanza, anche se le risposte date alle domande 7 e 8 fossero state nel frattempo sostituite da normativa più realistica e più snella.

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Diversamente, ci viene lecito pensare che si tratti dell’ennesima propaganda elettorale…

Il Comitato di Verona Sud

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