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La Verona del futuro parte dalla revisione del PAT

Per un vero stop al cemento il nuovo Piano di Assetto del Territorio dovrà essere rivisto per avviare un progetto di città ecosostenibile

consumo di suolo

Verona si confermata negli ultimi anni tra le maglie nere per il consumo di suolo in Veneto, che a sua volta è la seconda regione più cementificata d’Italia dopo la Lombardia. Nella nostra città l’incremento di suolo artificializzato nel 2020 è stato di 9,13 ettari arrivando al 28,4% dell’intera superficie comunale.

Bisogna invertire la rotta andando ad una revisione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Verona che prevedeva un aumento di circa 25mila abitanti (mai avvenuto) e nuove cubature per quasi 4,8 milioni di metri cubi (oltre 20mila appartamenti da 80 metri quadrati).

Per un vero stop al cemento il nuovo PAT del Comune di Verona dovrà essere rivisto per avviare un progetto di città eco-sostenibile, che parta dal ruolo vitale (ai fini eco-sistemici e sociali) del territorio inedificato, delle infrastrutture verdi e delle aree boscate, dell’agricoltura urbana e periurbana, delle periferie storiche come patrimonio urbano di valore, mettendo in gioco anche gli stessi PUA in itinere, laddove compromettano aree inedificate importanti per la resilienza dei quartieri periferici. Il fabbisogno abitativo della futura città andrà prevalentemente affidato alla riqualificazione ed alla rigenerazione urbana, che sono promosse con opportuni incentivi dalla stessa legge regionale, partendo anche dal fatto che nel breve periodo il fabbisogno potrà essere assicurato dall’offerta di abitazioni esistente sul mercato immobiliare e dall’attuazione dei PUA già approvati e non ancora realizzati.

Ma la revisione del PAT non è sufficiente: bisogna ragionare in termini di città policentrica, concordando con i comuni contermini (la grande Verona) la distribuzione della popolazione che interesserà nel tempo l’intera conurbazione veronese. Ciò al fine di evitare il disordinato sviluppo che c’è stato a Verona e nei comuni limitrofi e la dispersione edilizia che ne è conseguita.
Indubbiamente una notevole mole di lavoro che non dovrà rinunciare a quella condivisione delle analisi e delle proposte che è l’unico strumento per costruire un progetto di città che veda tra i protagonisti anche gli stessi cittadini.

Michele Bertucco
consigliere comunale Verona e Sinistra in Comune

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