Sabato 15 maggio dalle 17.30, in Piazza Bra a Verona, più di un centinaio di persone hanno manifestato a sostegno del Disegno di legge Zan che prevede “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Il presidio è stato organizzato nel fine settimana che precede la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transofobia, con ricorrenza il 17 maggio, da Arci Gay – Pianeta Milk Verona, Amnesty International Verona, Rete degli Studenti Medi Verona, UDU Verona, Circolo Pink, Sat Pink Verona e Collettivo ειμί, come risposta agli ostacoli incontrati dal Ddl in Parlamento. La richiesta è quella di una legge che tuteli i diritti delle persone con lo scopo di prevenire e contrastare le violenze e le discriminazioni, personali, sociali e politiche.

Manifestazione in Piazza Bra a sostegno del DDL Zan
«Per coloro che cercano di minare l’adozione di questo Disegno di legge, bisogna ricordare che non prevede la limitazione della libertà di manifestare o esprimere convinzioni personali, come stabilito dall’articolo sul pluralismo delle idee. Il Ddl prevede strumenti di prevenzione e di assistenza alle vittime, con l’obiettivo di garantire tutele adeguate quanto di far emergere l’ampiezza e la gravità dell’omobitransfobia e della misoginia nel nostro Paese, fino a ora poco denunciate per mancanza di una legge specifica.≫, ha detto Silvia Savoia, responsabile di Amnesty International Verona.
Il Ddl Zan, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020 ed è ora bloccato in Commissione Giustizia al Senato, prevede l’estensione dei due articoli del codice penale – che puniscono propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa – e amplia la Legge Mancino, che prevede la reclusione per “chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Il Ddl Zan interviene inserendo accanto alle discriminazioni già contemplate anche le discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.

Manifestazione in Piazza Bra a sostegno del DDL Zan
A prendere la parola, durante la mobilitazione di sabato a Verona anche Martina, studentessa con disabilità: «L’abilismo è un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità. C’è chi ancora crede che le persone con disabilità non crescano mai, non possano avere proprie opinioni, gusti personali, una propria sessualità, aspirazioni professionali. Il ddl Zan è fondamentale perché voglio essere libera di esprimere me stessa, realizzarmi come persona senza aver paura e senza dover lottare ogni giorno».
«Dove non arriva il buon senso, deve arrivare la legge», ha detto durante il suo intervento in Piazza Bra Stefano Ambrosini, presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Verona, tra le prime a introdurre, nel 2014, il doppio libretto Alias che prevede la possibilità di utilizzare un nome differente da quello anagrafico nelle interazioni con l’Ateneo a tutela delle studentesse e degli studenti transgender.
«Si può partecipare alla giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia o la bifobia con le chiacchiere o si può fare qualcosa di veramente utile: approvare al più presto il ddl Zan» ha dichiarato Francesca Businarolo (M5s), «Conosco bene il disegno di legge che ha ricevuto, peraltro, il via libera in commissione giustizia della Camera quando ne avevo la presidenza. È una legge che non mette a rischio i diritti o le libertà di nessuno, ma che può fare tanto per chi oggi è vittima di discriminazione e di gesti d’odio anche su base quotidiana. I cittadini italiani che, su questi temi, anticipano da anni i lenti processi parlamentari, lo chiedono da tempo, ne sono una dimostrazione anche le piazze piene sabato scorso in occasione delle manifestazioni di sostegno alla legge. Tra queste, piazza Bra, a Verona, dove da anni la politica locale si fa notare per le sue esternazioni ultraconservatrici, allontanandosi sempre di più dai propri cittadini».
Cristiana Ceccarelli

Cristiana Ceccarelli è toscana, nata in provincia di Pisa nel 1995. Attualmente è residente a Verona ma il dialetto è per lei ancora un po' ostico. Ha vissuto a Londra e adesso studia Editoria e Giornalismo all'Università di Verona. cristianaceccarelli311@gmail.com
