Lunedì 10 maggio. «Per quanto riguarda lo sbancamento delle colline stiamo approfondendo tutte le tre situazioni riguardanti le aree di Santa Maria in Stelle, Monte Cucco e Trezzolano. Non saranno fatti sconti a nessuno se saranno rilevate irregolarità». È questa la risposta dell’assessore all’Edilizia privata Andrea Bassi dopo la manifestazione di domenica 9 maggio organizzata dall’associazione Monastero del Bene comune di Sezano che ha mobilitato un migliaio di persone preoccupate per le sorti della collina veronese.
«In questi ultimi mesi – dichiara il Comitato Valli ferite (che si definisce Collettivo per la tutela della Valpantena) – si assiste ad un utilizzo del suolo sempre più invasivo che sta trasformando la Bassa Valpantena in una zona industriale allargata. Esempi sono la recente costruzione di un enorme capannone vicino al Monastero degli Stimmatini di Sezano, la costruzione di un edificio di altrettante dimensioni, ad ovest del medesimo monastero, costruito in questi ultimi anni e destinato all’uso di un’azienda terzista come “ricovero attrezzi” e un ulteriore sbancamento di collina, una vera ferita nel bosco, si può osservare sopra Santa Maria in Stelle». Il Comitato denuncia inoltre l’eccesso di vigneti «che sta trasformando l’agricoltura in una monocoltura, con conseguenze di squilibrio dell’ecosistema che già cominciano a manifestarsi».

Verona, 9 maggio 2021. Manifestazione per la difesa della collina in Valpantena
«Emerge da questa vicenda un silenzio assenso della soprintendenza a fronte di un piano di interventi che sulla carta negherebbe la realizzazione di opere così invasive non in equilibrio con le caratteristiche del territorio» ha dichiarato la deputata Alessia Rotta (PD), mentre per il Consigliere comunale Michele Bertucco (Verona e Sinistra in Comune) la vicenda di Sezano è emblematica per capire come le normative urbanistiche della Regione Veneto hanno consentito interventi così devastanti in aree tutelate da un punto di vista paesaggistico.
«La Legge regionale sul Consumo di suolo non funziona – dichiara Bertucco – mentre il Comune di Verona è andato nella direzione sbagliata con la Variante 23 e continua a camminare lungo la strada sbagliata con la Variante 29. A fare le spese di questa politica, che sacrifica il bene al profitto di pochi, continuando a costruire case e negozi dove non servono, sono i cittadini, sempre più esposti agli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici che questa continua e pervasiva impermeabilizzazione del suolo non fa altro che accentuare».
L’assessore Bassi spiega come a Santa Maria in Stelle una parte del monte sia a rischio frana e per questo c’è un progetto di sistemazione con le necessarie autorizzazioni: quella Paesaggistico-ambientale e quella della Regione Veneto–Unità Organizzativa Forestale Ovest. Bassi dice anche che «nell’area di Monte Cucco il 3 maggio scorso è stato effettuato un sopralluogo da parte del Controllo Edilizio del Comune di Verona, su istanza e congiuntamente alla Forestale, e sono stati rilevati difformità nei lavori eseguiti, che non risultano conformi all’autorizzato e su cui oggi è stata emessa da parte del Comune un’ordinanza di sospensione dell’intervento». A Trezzolano i controlli da parte del Comune sono stati effettuati in giornata e non sono ancora noti i risultati.
Per quanto riguarda il capannone, ovvero l’intervento edilizio ad est del Monastero di Sezano, secondo l’assessore tutto sarebbe a norma. «Tanto rumore per nulla – sottolinea Bassi – perché con l’intervento sono stati prima demoliti i cinque capannoni esistenti e poi si è provveduto a ricostruirne uno solo, con una riduzione sul consumo di suolo pari al 50%».
«Sarà comunque mia cura – conclude Bassi – dopo aver incontrato il referente del Comitato, incontrare anche il titolare dell’Azienda, per tentare di trovare una soluzione di mitigazione che renda meno impattanti gli interventi».
ODC
18/05/2021 at 17:25
Bassi! Chi era costui?
Alberto Ballestriero
11/05/2021 at 18:11
L’assessore Bassi è lo stesso che da consigliere regionale nel 2013 in una intervista disse: “Con l’emendamento al Bilancio regionale votato oggi, andremo a recuperare ad area agricola tutte quelle zone finora considerate boschive da una vetusta legge regionale, ma che semplicemente recependo un decreto Monti possono essere piantumate e rivalutate dal punto di vista produttivo ed ambientale”.
Da li iniziò la corsa a piantare vigneti ovunque e le aree boscate da sempre considerate il cardine della difesa idrogeologica sono diventate inutili.
Giorgio Massignan
11/05/2021 at 12:31
Peso el tacon del buso. Non trovo frase migliore per commentare l’impossibile difesa alle costruzioni ed agli sbancamenti nelle colline della Valpantena, tentata dall’assessore all’edilizia Andrea Bassi.