Gli ultimi quindici anni di amministrazione, hanno portato le casse del Comune di Verona ad una situazione economica molto critica, nonostante non sia stato realizzato alcun importante progetto e si siano perdute parecchie opportunità. In compenso, sono state commissionate tante, troppe consulenze e redatti parecchi piani e progetti inutili.
I risultati sono stati la vendita di quasi tutti i palazzi e gli edifici storici di proprietà pubblica, il declassamento dell’aeroporto Catullo, il quasi fallimento della Fondazione Arena, la costante crisi dell’Ente Fiera e le precarie gestioni e condizioni economiche delle aziende partecipate.
Nel frattempo si sono concluse le trasformazioni – ma sarebbe meglio dire le perdite – degli istituti bancari, come Banca Mutua Popolare e Cassa di Risparmio, e assicurativi, come Cattolica, vecchio patrimonio della città e dei suoi cittadini.

Forte Santa Caterina, rendering dei magazzini della cultura
È sicuramente mancata un’oggettiva e scientifica pianificazione del territorio, lasciando ai privati il privilegio di proporre le scelte d’uso e di pilotare gli strumenti urbanistici. In compenso, si insiste sull’assurdo e devastante progetto dei Magazzini della Cultura, per ospitare le opere d’arte ora nei depositi, al forte Santa Caterina del Pestrino, accanto all’Adige. Un’area non facilmente raggiungibile, paesaggisticamente fragile e naturalisticamente molto importante, che andrebbe bonificata di tutti i residui edilizi recenti e rinaturalizzata. I Magazzini della Cultura dovrebbero essere destinati all’Arsenale, vicino al Museo di Castelvecchio.

2016-10-22, manifestazione per il Parco allo Scalo
Le recenti Giunte non hanno mai voluto aprire un serio, reale e costruttivo dibattito con la città su temi che riguardano urbanistica, economia, problemi sociali e di qualità urbana, ma hanno preferito rivolgersi e consultarsi con le lobbies economiche e con i gruppi sociali ideologicamente più vicini. Nel frattempo, i progetti di ristrutturazione del Borgo degli Ulivi a Quinzano, della lottizzazione al Nassar di fronte all’Adige, dell’ennesimo centro commerciale negli ex Magazzini Generali, del finto parco urbano all’ex Scalo Merci della Ferrovia, della trasformazione del centro storico con il Piano Folin, della filovia, e di altro ancora, stanno procedendo in modo disorganico rispetto al territorio.

Borgo degli Ulivi, Quinzano, Verona
Così, anziché un dibattito aperto sul futuro della nostra città, stiamo assistendo ai tour elettorali dell’attuale sindaco Sboarina e dell’ex Tosi, suo attuale e principale antagonista. Per il momento si riscontrano tanti slogan, parecchio fumo negli occhi e la ricerca di alleanze politicamente innaturali per la conquista del potere. Povera Verona.
Giorgio Massignan
VeronaPolis

Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

ODC
07/05/2021 at 16:44
Io non credo che il calendario giuliano verrà riformato post Sboarina natum.
Neanche pensando alle Amministrazioni precedenti a vero dire.
ODC
07/05/2021 at 16:21
Io non se se l’Amministrazione Sboarina abbia fatto cose sbagliate . Il giudizio lo daranno i cittadini e la storia di questa città .
Certamente è stata inutile .
M.
05/05/2021 at 21:24
Grazie della sua pubblicazione, egregio signor Massignan. Verona ha svenduto il suo intero patrimonio di conoscenze che l’hanno resa all’avanguardia nel mondo, a scapito del finto progresso.
Tutto il suo patrimonio culturale è stato svenduto da personaggi inesperti o in cerca di visibilità.
Verona, ricordiamolo, possiede la cinta muraria meglio conservata d’Europa e del mondo, ma viene rinnegata dagli stessi cittadini e dalle conseguenti giunte comunali. Serve una visione culturale meno provinciale che ne Tosi, ne Sboarina ma neanche Tommasi potranno mai avere. Confidiamo in valori fortemente civici e culturali, che sono purtroppo sempre di più in via estinzione.
M.