Gli abitanti di Verona Sud nella conferenza stampa del 1 aprile scorso hanno chiesto agli amministratori del Comune di Verona se nelle trattative con le Ferrovie dello Stato per la realizzazione del Parco all’ex Scalo merci si sono ricordati che il Comune di Verona e i suoi cittadini avevano già dato molto alle FS regalando loro nel 1987 ben 180.000 mq di terreno del Consorzio ZAI per la realizzazione dell’area del Quadrante Europa. L’assessore all’Ambiente Ilaria Segala, anziché rispondere alla domanda, ha replicato che l’interesse primario del Consorzio ZAI era quello di portare a termine il proprio sviluppo. Ma l’assessore Segala dimentica:
a) che oggi non siamo più negli anni del forsennato sviluppo edilizio a tutti i costi del territorio;
b) che oggi Verona ha il primato di consumo del suolo in Italia;
c) che oggi i cambiamenti climatici stanno modificando le condizioni di vita sul pianeta;
d) che oggi il verde è l’ultima speranza per la nostra salute;
e) che oggi il credito di verde di Verona Sud arriva a 2 milioni di mq.

Ex Scalo Ferroviario, Verona
Sarebbero quindi urgenti delle risposte più concrete a queste emergenze, magari guardando a cosa stanno facendo a questo proposito comuni come Milano dove dal 2019 è partito Forestami, progetto promosso da Città Metropolitana di Milano.
Forestami è nato da una ricerca del Politecnico di Milano, grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani, e prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030, uno per ogni residente nell’area metropolitana. Per fare questo nella sostanza è stato redatto un vero e proprio Piano del Verde, della cui necessità per Verona abbiamo parlato diverse volte su questo giornale.
A Milano è stata realizzata una mappatura delle aree potenziali da forestare, in modo da costruire connessioni ecologiche tra i diversi settori dell’area metropolitana. Viene così aumentata la biodiversità anche in relazione agli effetti del cambiamento climatico, alle aree maggiormente colpite dall’isola di calore, alle aree particolarmente esposte al rischio idrogeologico, offrendo alla città nuovi servizi ecosistemici di mitigazione e adattamento. Forestami ha l’ambizione di far diventare la Città Metropolitana di Milano la prossima Capitale verde d’Italia.
Se questo si sta facendo a Milano, dove la densità abitativa è quasi doppia di quella di Verona e quindi con minori spazi a disposizione, a maggior ragione si potrebbe fare anche a Verona usufruendo degli ultimi spazi liberi rimasti. Quindi facendo le debite proporzioni con Milano, e assegnando un albero per abitante, risulta che sarebbero 250 mila gli alberi da mettere a dimora nella nostra città nei prossimi anni. Considerato che un albero occupa mediamente un’area di 30 mq, c’è bisogno di una superficie da riforestare di almeno 7 milioni e mezzo di metri quadrati.

Ex Scalo Ferroviario, Verona
Tornando al Parco allo Scalo, si comprende pertanto che destinare metà di questa superficie, 250.000 mq, per sfruttamento edilizio a tutto vantaggio delle Ferrovie, risulta antistorico e un’occasione persa per la città di migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti, tenuto conto che le Ferrovie hanno già ricevuto in regalo l’ampia area del Quadrante Europa.
Su questo tema dovrebbe essere avviato subito un tavolo di confronto tra il Comune e i cittadini come previsto dall’art. 3 del nuovo Regolamento sul Verde, entrato in vigore in questi giorni. Secondo questo articolo “il Comune si impegna ad istituire la Consulta per il Verde quale organismo rappresentativo con il compito di proporre, esaminare e discutere i progetti più complessi o situazioni particolarmente delicate”.
La Consulta, vero banco di prova del Regolamento sul verde, metterà in luce quanto questa Amministrazione voglia dialogare con i cittadini.
Alberto Ballestriero
VeronaPolis

Alberto Ballestriero. La campagna e il paesaggio sono una presenza costante nella sua vita. Ha lavorato come funzionario nella gestione di canali e opere agrarie presso uno dei più importanti Consorzi di Bonifica del Veneto. Dopo la qualifica nel settore del verde progetta parchi e giardini, alcuni dei quali pubblicati. È socio dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Per diversi anni è stato responsabile del settore verde urbano della sezione veronese di Italia Nostra. Ha pubblicato il libro “Confini Connessioni Scenari – divagazioni di un giardiniere sul paesaggio”. È socio fondatore dell’Osservatorio territoriale VeronaPolis. ballestriero@gmail.com

Enrico
10/04/2021 at 15:33
L’area dell’ex scalo ferroviario di proprietà delle FS deve essere adibita a Parco Pubblico, nell’interesse di tutti i cittadini di Verona, sia dei quartieri a sud, immediatamente limitrofi, come Golosine, Santa Lucia e Borgo Roma, ma anche per il centro della città, che non ha veri e propri spazi verdi pubblici, se ci pensiamo bene.
Io abito a San Zeno, di fronte ai bastioni, e questo spazio è frequentato da cittadini provenienti da moltissimi quartieri di Verona, distanti anche diversi chilometri… cosa vuol dire questo? Molto semplicemente che Verona non ha grandi spazi pubblici e distribuiti in modo uniforme.
Cosa sta facendo la nostra amministrazione? Vorrebbe accettare la proposta di FS di trasformare la zona dell’ex scalo ferroviario, nell’ennesima lotizzazione e colata di cemento, con qualche alberello quà e là, giusto per strizzare l’occhio a chi grida a gran voce la necessità di verde pubblico.
Questa è l’ennesima presa in giro di un’amministrazione a cui non interessa NULLA delle necessità dei cittadini, ma solo di accettare supinamente gli interessi di costruttori e speculatori.
E’ ora di dire BASTA e di scendere in campo, per Verona e per le future generazioni, non possiamo perdere questa occasione per la nostra città, per creare uno polmone verde che vada a colmare i bisogni sacrosanti dei Veronesi!!!
C.F.
09/04/2021 at 13:53
Da cittadino “mi domando”: ma questi amministratori stanno facendo il mio interesse di cittadino (amministrando la cosa pubblica nell’interesse comune) oppure si stanno prostrando supinamente alle richieste degli speculatori di turno?
Negli ultimi anni troppi casi di malagestione si sono succeduti: svendite di palazzi storici, giochi delle tre carte con spazi definiti “degradati” (vedi Esselunga Fiera), area ex BAM, filovia, centri commerciali senza logica,…
Ma da “cittadini” quando ci sveglieremo cominciando a chiederne conto?
Enrico Marcolini
09/04/2021 at 12:44
Lucide e pertinenti osservazioni quelle poste dall’arch.Ballestrero: questa amministrazione ne prenda atto e cerchi di porsi con onestà intellettuale di fronte a quanto qui evidenziato e di fronte ai cittadini che con il loro voto hanno dato delega a questa amministrazione NON A FARE QUEL CHE VUOLE, ma a sforzarsi in ogni modo possibile per realizzare quanto PROMESSO nel momento delle scelte elettorali e posto anche nel proprio programma di governo della città, ovvero di trasformare a VERDE il 100% dell’area dell’ex scalo merci!
Le buone ragioni ci sono tutte, e sono ben state ricordate in questo articolo, così come nel “position paper” NON UN METRO DI MENO, ovvero il documento di sintesi delle argomentazioni ben documentate che il Comitato Verona Sud ha già presentato a sostegno della necessità ed opportunità per l’intera città che tale area venga INTERAMENTE trasformata in vero PARCO URBANO e non in pseudo boschetti di betulle (che poi non pare siano una pianta autoctona adatta alle temperature estive veronesi) pensati solo in funzione dei clienti FS e non della città di Verona.
Ma il Sindaco e l’Assessore all’urbanistica del Comune di Verona hanno come prioritario interesse quello dei cittadini e della vivibilità di Verona o le desiderata di FS?
In molti penso comincino a chiederselo.
Per cortesia togliete il dubbio e rassicurate i cittadini tornando con coraggio sui vostri passi con onestà intellettuale, tornando all’originario e condiviso mandato col quale siete stati eletti!
Non si vada ancora avanti per poi invocare tardivamente PENALI ed altri impedimenti formali e burocratici per non fare ciò che era giusto fare (vedasi la miserrima vicenda del filobus): siete ancora in tempo!
M.
09/04/2021 at 11:27
Articoli che fa informazione propriamente detta. La scelta di adibire o meno spazi verdi spetta al ruolo della politica ed alle sue scelte di progettazione, e non si fa lasciando uno spazio ai privati, come sta avvenendo con la Variante 29.