INTERVISTA – “Comitato presente” nasce a Verona nel 2019 da 6 persone che si sono ritrovate insieme ad una decina di cittadini in una riunione di quartiere nella sala civica vicino al Policlinico, in Borgo Roma. Il gruppo si propone di raccogliere le segnalazioni di chi vive nelle diverse zone della città. Abbiamo intervistato il presidente Silvio Caloi.
– Come nasce “Comitato presente” e com’è strutturato?
Caloi. «Durante la prima riunione abbiamo eletto un presidente, un vice presidente e un segretario. Siamo partiti dalla quinta Circoscrizione perché, inizialmente, eravamo tutti abitanti di quella zona. Sono poi arrivate altre persone con funzione di responsabili che si occupano dell’organizzazione: l’idea è quella di andare verso una struttura sempre più capillare e attualmente copriamo sei circoscrizioni su otto; non siamo presenti nella prima e nella quarta».
– Qual è lo scopo che muove il comitato?
Caloi. «Come è precisato nella nostra pagina Facebook, il comitato è un’organizzazione di volontari a cui tutti i cittadini possono aderire. L’obiettivo è quello di far emergere i problemi che insistono nei vari quartieri per poi provare a risolverli. Se non arriviamo alla soluzione, ci interessa, per lo meno, segnalare un determinato problema alla politica».
– Quali sono le vostre modalità di intervento?
Caloi. «Nella nostra pagina Facebook abbiamo un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica che usiamo come contatto per la cittadinanza: invitiamo, quindi, i cittadini ad inviarci segnalazioni di qualsiasi tipo. A nostra volta, noi siamo collegati con i diversi riferimenti e contatti istituzionali a seconda della natura della segnalazione. Ad esempio, se si rompe una tubatura e un cittadino ci segnala la fuoriuscita dell’acqua, noi attiviamo la segnalazione ad Acque Veronesi. Se ci viene segnalato un lampione che non funziona, inviamo la segnalazione ad Agsm. E così via».
– Come rispondono le diverse autorità competenti?
Caloi. «Con diversi enti abbiamo un ottimo rapporto, ad esempio con Amia. Abbiamo fatto due uscite in quinta Circoscrizione per ripulire alcune zone dai rifiuti (Strada Le Grazie) e Amia ci ha fornito il materiale necessario. Le risposte più difficili da ottenere sono quelle riguardanti la sicurezza. Riceviamo moltissime segnalazioni e la sensazione è che i quartieri in questi ultimi anni siano stati abbandonati e siano diventati molto meno sicuri rispetto al centro città. Una vittoria che ci sembra importante sottolineare è quella partita da una segnalazione locale riguardante le code fuori dagli uffici postali. Partendo da una semplice richiesta, tramite il consigliere Alberto Bozza si è mosso qualcosa a livello regionale. Poste Italiane sono state interpellate per provvedere a montare fuori dagli uffici dei gazebo per proteggere i cittadini dal maltempo o dal sole estivo».
– Siete stati interpellati per risolvere qualche problema connesso all apandemia?
Caloi. «La scorsa primavera c’era una grande richiesta di mascherine e di altri dispositivi legati all’emergenza sanitaria. Insieme ad un’altra associazione ci siamo messi al lavoro per recuperare un po’ di mascherine e alcune tute da donare a chi ne aveva bisogno».
– Avete qualche obiettivo politico in vista delle prossime elezioni comunali?
Caloi. «Come comitato, oltre ad essere tutti volontari siamo anche apartitici e apolitici. Perciò non abbiamo nessuna aspirazione a cariche politiche. Quello che però vorremmo fare in vista delle elezioni comunali del 2022 è la stesura di una lista di esigenze che provengono dai quartieri da consegnare a tutte le forze politiche». Nelle nostre richieste ci siamo sempre rivolti a tutte le forze civiche e politiche presenti sul territorio di Verona, senza privilegiare destra, sinistra o centro».
– Avete qualche attività in programma per il prossimo futuro o qualche attività già fatta in precedenza che vorreste ripetere?
Caloi. «Un’attività che vorremmo ripetere, non appena si potrà, è legata all’animazione delle piastre da basket. In passato ci siamo organizzati per visitare alcuni campi sportivi con una cassa audio e della musica, invitando famiglie e ragazzi a trascorrere un po’ di tempo in serenità. L’obiettivo era quello di ridare vita ai cosiddetti “campetti” che non riteniamo siano sempre sicuri. Ci piacerebbe coinvolgere anche i negozi di quartiere per passare il messaggio che un quartiere deve essere vivibile in sicurezza e alla portata dei cittadini. L’attenzione non deve essere rivolta solo al centro storico».
Annalisa Avesani

Annalisa Avesani. Laureata presso l'Università degli studi di Trento-Studi Internazionali (tesi sui gender studies con particolare focus sulle politiche di conciliazione lavoro-famiglia). Master in Studi Interculturali-Saperi e pratiche per l'accoglienza dei richiedenti asilo (Università degli studi di Padova). Iscritta al diploma di Human Security and Sustainable Development presso Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) di Milano. Attualmente lavora presso la CSSA Il Samaritano Onlus-Caritas diocesana veronese. annalisaavesani@gmail.com

ODC
14/03/2021 at 17:14
“Eravamo quattro amici al bar….” Così spesso iniziano avventure felici.
I migliori auguri.