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Interviste

«Il PD alternativo per uscire dall’immobilismo degli ultimi 15 anni»

INTERVISTA – Facincani: «Non ci faremo costringere dentro recinti precostituiti e valuteremo con gli alleati se fare o no le primarie»

Maurizio Facincani
Maurizio Facincani

INTERVISTA – Le dimissioni del segretario Nicola Zingaretti hanno lasciato in eredità un Partito democratico che vacilla, e che deve fare i conti, a livello nazionale, con un passaggio di consegne che rischia di mettere una contro l’altra, una volta per tutte, le mille correnti che da sempre agitano le stanze del Nazareno.

Ma a Verona, tra poco più di un anno, si vota per il rinnovo dell’amministrazione comunale, e Maurizio Facincani, segretario provinciale del Pd, prova in tutti i modi a tenere il timone puntato verso l’obiettivo. A lui abbiamo chiesto come intende muoversi, in vista di un voto che nel recente passato ha regalato davvero poche soddisfazioni alla coalizione di centrosinistra.

– Partiamo dalla scelta del candidato, che a Verona ha sempre rappresentato uno scoglio storicamente difficile per il Pd e il centrosinistra in generale. Che strategia adotterete?

Facincani. «A me e al segretario cittadino Luigi Ugoli la direzione provinciale e l’assemblea cittadina hanno conferito il mandato di stabilire tutte le “relazioni utili all’individuazione del migliore candidato interno (in caso di primarie di coalizione) o all’individuazione della proposta di un nome da condividere in modo unitario con la coalizione”».

– Sulla base di quali criteri e di quali linee guida di programma cercherete il candidato ideale?

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Facincani. «L’obiettivo è presentare ai veronesi una proposta amministrativa che punti su una maggiore qualità della vita (quindi con la lotta all’inquinamento dell’aria e al consumo del suolo, la promozione della mobilità dolce e del trasporto pubblico), migliori opportunità per tutti, specialmente per i giovani e le donne, e una proposta culturale innovativa e popolare.

Queste sono, per il Pd veronese, le precondizioni indispensabili a creare una città più accogliente, inclusiva, coesa e giusta. Obiettivi ottenibili schierando una squadra che, a partire dal candidato sindaco, sia in forte ed evidente discontinuità sia con la giunta attuale, che si è caratterizzata per un immobilismo quasi totale, sia con quelle a guida Tosi».

– Il nome di Damiano Tommasi, proposto da alcuni deputati Pd, è realmente in pista?

Facincani. «Il candidato sindaco o la candidata sindaca dovrà essere una personalità di riconosciuta autorevolezza, con forza aggregativa e che possa quindi permettere di allargare il più possibile l’area di riferimento costruendo alleanze e attirando, per l’entusiasmo che può muovere e la speranza di cambiamento che può incarnare, anche il voto degli incerti e di chi si astiene. Damiano Tommasi è una persona di valore, espressione di quella parte di società veronese che aspira a contribuire al cambiamento in meglio di Verona.

Per questo lo riteniamo un profilo da tenere in considerazione. Ma proprio perché crediamo nel lavoro che stiamo facendo il candidato sindaco non potremo sceglierlo da soli ma condividerlo con tutti i soggetti che aderiranno al progetto di coalizione che stiamo proponendo».

– Farete primarie d’area?

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Facincani. «Il nostro Statuto prevede le primarie per l’individuazione del candidato del Pd alla carica di sindaco delle città capoluogo. Se il lavoro avviato per costruire una coalizione ampia, che superi gli steccati che hanno limitato la proposta con cui ci siamo presentati nel 2017, arriverà a compimento, valuteremo con gli alleati se fare o no le primarie. Siamo convinti che se servono solo a fare una conta interna non sono utili al Pd e non ci aiutano a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi».

– I 5 Stelle si sono visti sfilare dalla Lega il candidato del 2017; Flavio Tosi si ricandiderà; i neonati partiti centristi, da Azione a Italia Viva, hanno necessità di collocarsi; alla vostra sinistra c’è, come quattro anni fa, la lista guidata da Michele Bertucco. Quali eventuali alleanze sono possibili per il Pd?

Facincani. «Abbiamo avviato una interlocuzione diretta con tutte le formazioni politiche della nostra area di riferimento, dalla sinistra di Michele Bertucco al centro di Azione e di Italia Viva senza escludere i Cinque Stelle, + Europa, Europa Verde, ma anche con le altre forze politiche alternative al centro-destra comunque si presenti, le civiche vicine ai nostri valori e le realtà associative, culturali ed economiche della società civile veronese.

Non ci faremo costringere dentro recinti precostituiti; stiamo lavorando per proporre ai veronesi una vera proposta alternativa rispetto agli ultimi 15 anni, che non solo hanno bloccato lo sviluppo di Verona, ma hanno addirittura fatto fare un passo indietro alla città e alle sue eccellenze, perdendo il controllo dell’Aeroporto e di importanti realtà economiche e finanziarie, mettendo a rischio altri gioielli come la Fiera».

Carlo Garzotti

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Giornalista professionista, collabora con giornali, riviste e testate web di Verona e nazionali. In città ha coordinato la redazione del settimanale L'Adige di Verona, ed è tra i fondatori della testata all news VeronaSera, della quale è stato anche direttore responsabile. Scrive di politica, attualità, economia, sport, e di tanto altro ancora. carlo.garzotti@gmail.com

2 Comments

2 Comments

  1. ODC

    12/03/2021 at 17:43

    Auguri!

  2. Marcello Toffalini

    12/03/2021 at 15:36

    Finalmente, qualcosa si muove. Non sarà Conte né Letta ma l’ambiente di riferimento almeno è tracciato.

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