Nella seduta del 23 dicembre 2020 il Consiglio Comunale di Verona ha revocato a Roberto Saviano la cittadinanza onoraria che gli era stata conferita con una delibera del 2008 votata all’unanimità. Nella proposta di revoca, approvata con 20 voti a favore, 7 contrari e un astenuto, si fa riferimento ai mancati ringraziamenti da parte di Saviano e al fatto che non sia mai venuto in città, alla sua posizione favorevole alla legalizzazione delle droghe, alla difesa del sindaco di Riace Mimmo Lucano e di Carola Rackete capitano della Sea Watch 3, nonché alle critiche espresse nei confronti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Le razioni, anche a livello nazionale, non si sono fatte attendere ed è già iniziata la raccolta di firme per ridare la cittadinanza allo scrittore napoletano. Riportiamo i comunicati stampa pervenuti alla redazione.
La delibera di maggioranza con la quale il Consiglio comunale ha revocato la cittadinanza allo scrittore Roberto Saviano umilia i più genuini sentimenti di giustizia e lotta alla criminalità mafiosa dei cittadini veronesi e getta sulla nostra città ulteriore discredito nell’opinione pubblica nazionale. Una volta di più, come nel caso della proposta di intitolare una via a Giorgio Almirante, questa amministrazione dimostra rozzezza e superficialità sconcertanti, ritenendo di potere disporre dei titoli onorifici di una città – l’intitolazione di una strada, la concessione prima e la revoca poi della cittadinanza … – non come atti solenni, impegnativi, destinati a qualificare i valori permanenti di una comunità, ma come strumenti di lotta politica spicciola, occasionale – oggi sì domani no – da gestire con la stessa disinvoltura con cui si aggrediscono gli avversari in campagna elettorale. Con queste poverissime armi, i nostri amministratori pensano di coprire il vuoto ideologico e politico che li caratterizza. Invece che esaltare la vocazione europea ed internazionale della nostra città, l’amministrazione la sta facendo precipitare in una dimensione sempre più povera e provinciale. Bene hanno fatto i consiglieri di opposizione, ma non tutti, a votare in senso contrario o ad esprimersi contro l’iniziativa. È ora di cambiare.
La città che sale
Siamo in una situazione difficile, di una città bloccata a livello di crescita e di sviluppo. La peggiore del Veneto, con un sistema sanitario in forte affanno, con medici che ogni giorno denunciano carenze e difficoltà di ogni genere. In uno scenario tragico come questo, l’amministrazione comunale decide che è una priorità assoluta togliere la cittadinanza onoraria a Saviano per le sue opinioni scomode, ma legittime. Le motivazioni stesse poste da Zelger a fondamento della mozione, oltre ad essere un assurdo pretesto rispetto alla lesa maestà al “Capitano” Salvini, sono addirittura un attacco alla libertà di pensiero, al diritto di espressione. Tutto ciò è l’ennesimo esempio di pochezza morale e politica dell’amministrazione Sboarina che, a ridosso del Natale, non riesce a partorire nulla di meglio che questo misero atto. Ci dispiace per Verona.
On. Davide Bendinelli
Valeria Pernice coordinatrice Italia Viva Verona
Roberto Saviano è un simbolo di lotta contro mafie ed ecomafie, premiato da Legambiente nel 2018 con un riconoscimento speciale del Premio Ambiente e Legalità, conferitogli per l’impegno nel denunciare le mafie, la loro pericolosità per l’ambiente e la vita civile delle comunità e per la difesa dei diritti dei più deboli quale antidoto alle mafie, alla corruzione e alle dinamiche distruttive della democrazia. In Veneto le infiltrazioni mafiose sono ben presenti e radicate, secondo l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia “esistono da tempo forti segnali che indicano come il territorio del Veneto stia diventando di particolare interesse per le consorterie mafiose, attraverso presenze qualificate o vere e proprie proiezioni nel territorio regionale”. Un sistema, quello Veneto, in cui “professionisti e imprenditori si rivolgono ai mafiosi per fare anche da tramite con la pubblica amministrazione”. Gli stessi numeri del dossier Ecomafia di Legambiente parlano di una regione esposta a reati contro l’ambiente, dai rifiuti stoccati illegalmente nelle cave e nei capannoni, alle inchieste sul cemento che dimostrano come l’attenzione deve essere tenuta alta sui reati contro l’ambiente. Pensiamo quindi che la decisione di revoca della cittadinanza onoraria a Saviano, votata ieri in Consiglio Comunale, per quanto evidentemente ideologica, imbarbarisce il dibattito pubblico e non sia un bel segnale per la città, che ha temi ben più urgenti con i quali è costretta a confrontarsi.
Legambiente Verona
Premessa. Considero Roberto Saviano un buon divulgatore ma un mediocre scrittore, e purtuttavia condivido le sue battaglie civili contro le mafie, sull’immigrazione, di solidarietà con gli ultimi, contro i traffici di droga e armi. Detto questo, ho ritenuto un errore, nel 2008, dargli la cittadinanza onoraria veronese, perché era del tutto evidente che le motivazioni erano solo d’immagine, per la classe politica di allora (Sindaco Flavio Tosi, presidente del Consiglio Pieralfonso Fratta Pasini), per mettersi una medaglietta di “antimafia” al petto; Saviano non aveva avuto alcun rapporto specifico con Verona, nessun merito particolare verso la città (come prevederebbero le motivazioni), e infatti non venne mai a ritirare l’onorificenza, non ringraziò e non so nemmeno se venne a saperlo. Ma questa è storia passata. La revoca della cittadinanza, nel 2020, ha motivazioni ancor peggiori della concessione. Le argomentazioni indicate nella delibera sono tutte ideologiche e solo di vendetta politica, contro le posizioni assunte da Saviano (che sono peraltro coerenti con quelle che aveva nel 2008); togliergli la cittadinanza che non aveva mai chiesto è considerata una medaglietta per l’attuale maggioranza (Sindaco Federico Sboarina, presidente del Consiglio Ciro Maschio). Insomma, l’immagine di Verona scivola sempre più in basso per colpa di una classe politica inadeguata, pasticciona, improvvisata, incapace. E poi si stupiscono che la città sia stata esclusa dalla selezione delle candidate per la Città della Cultura. Veronesi, imparate a votare meglio!
Mao Valpiana, Verona
La revoca della cittadinanza a Saviano perché ha osato criticare Salvini è una offesa a tutta Verona e a tutto il Veneto. La città è ostaggio di una cultura politica fascio-leghista che censura chi critica la Lega ma è accondiscendente verso chi, negli ambienti dell’estrema destra, sfascia la città per criticare le misure anti Covid. Per storia, cultura e sviluppo economico e sociale Verona dovrebbe invece essere simbolo di una città aperta ed inclusiva. L’opposto di quello che questa giunta rappresenta.
Anna Lisa Nalin, componente della segreteria di +Europa e portavoce regionale in Veneto
Giorgio Pasetto, coordinatore di +Europa Verona.
Nel caso della revoca della cittadinanza onoraria allo scrittore Saviano emerge chiaramente la volontà di punire non solo il dissenso che lo scrittore esprime ed ha espresso nei confronti dell’operato dell’ex Ministero dell’Interno Salvini, ma soprattutto chi ha idee diverse da chi è al potere in quel momento. Non mi meraviglia che il consigliere Zelger, abituato a cambiare idea e casacca a seconda delle convenienze politiche del momento, abbia chiesto l’approvazione della sua proposta, motivata principalmente da adulazione e servilismo nei confronti del suo leader politico di turno. Mi indigna di più che abbia trovato consenso dalla maggioranza del consiglio comunale. Mi stupisce inoltre che il Sindaco Sboarina o lo stesso presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, che nel 2008 furono tra quelli che votarono a favore della cittadinanza onoraria a Saviano, non comprendano che quello che hanno appoggiato sia nient’altro che un atto di rappresaglia politica contrario ai valori democratici sui quali hanno giurato e ai quali spesso si appellano per chiedere cittadinanza alle loro idee di destra. Sono atti da maggioranza irresponsabile o, peggio, da piccoli dittatori in erba. La revoca della cittadinanza a Saviano mi spinge a chiedere ai veronesi che hanno a cuore i valori della democrazia di intraprendere azioni civili risolute perché la decisione sia rivista, per dimostrare che Verona e i veronesi non sono vittime dell’indifferenza di fronte a fatti così gravi.
Maurizio Facincani, Segretario provinciale Pd Verona
redazione@verona-in.it
