In quest’ultima fase della seconda ondata della pandemia il Veneto si presenta come la prima Regione del Paese per numero dei contagi giornalieri, l’elevato numero dei morti e la condizione degli ospedali che ha raggiunto il livello di saturazione con la loro capacità di proseguire nell’azione di cura sempre più compromessa.
Come mai la Regione che nella prima fase si presentava in condizioni nettamente migliori della media e, sino a poco tempo fa, era l’unica tra le regioni maggiori in zona gialla, è arrivata a questa poco invidiabile situazione?
Va considerato che nel corso della prima ondata, grazie alla collaborazione del prof. Andrea Crisanti, il Veneto è stata la prima regione ad adottare la linea della diffusione dei tamponi di massa, che ha consentito di ridurre ai minimi la diffusione dei contagi. Poi la collaborazione finisce e il Veneto incomincia un cammino che progressivamente lo ha portato alla situazione attuale.
Va comunque ricordato che il governatore Luca Zaia, con la quotidiana conferenza stampa, ha cercato di rendere edotta la popolazione regionale sulla evoluzione della situazione ma ciò non ha sortito gli effetti voluti. Credo che tale risultato negativo sia anche il prodotto di una politica che lo stesso Zaia ha seguito con coerenza durante tutto il corso della pandemia e, più in generale, della politica che la Lega persegue da sempre.
Zaia ha sempre tenuto una linea che ha obbedito a due precisi punti di riferimento: una netta distinzione dalle scelte del governo, sempre criticate e rimesse in discussione, e proprie scelte di estrema flessibilità, che pesassero il meno possibile sui cittadini. In tal modo egli vuol dimostrare che esiste sempre una linea diversa da quella del governo e meno dura e invasiva di questa.
Più in generale la Lega ha sempre seguito comportamenti che tendono a conquistare il consenso dei cittadini attraverso posizioni più favorevoli e popolari. Nel caso specifico è evidente che di fronte a una apertura i cittadini si sono sentiti liberi di tornare rapidamente alle condizioni precedenti, tanto più che la Lega si è sempre dimostrata scarsamente sensibili al rispetto delle regole, com’è avvenuto anche ieri in Senato, con l’assembramento durante il voto di fiducia sul Decreto sicurezza.
Questo spiega anche l’atteggiamento attuale di Zaia, che, pressato dai numeri, decide una piccola chiusura tra i Comuni, ma scarica comunque le responsabilità di una ulteriore chiusura sul governo nazionale. Il Covid spiega in modo chiaro quali sono reali intenzioni delle scelte politiche.
Luigi Viviani


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