INTERVISTA – Italia Nostra nasce nel 1955 a Roma con l’intento di diffondere la cultura della conservazione in Italia. L’associazione cresce negli anni, arrivando ad essere presente su tutto il territorio nazionale con oltre 200 sezioni, quella di Verona aperta nel 1961. Tra le battaglie più significative quelle per la salvaguardia di Agrigento e di Paestum, delle mura di Ferrara, delle Ville Venete e dei Colli Euganei, della Costa Smeralda, delle Pinete di Migliarino e di Ravenna. Italia Nostra, ora diventata ONLUS, si impegna in attività di servizio, promuovendo la conoscenza e la fruizione dei beni culturali. Verona In ha intervistato Marisa Velardita, presidente di Italia Nostra Verona, per comprendere quanto la comunicazione sia importante per raggiungere questi obiettivi.
– Velardita, quanta importanza date alla comunicazione nella vostra mission?
Velardita. «Italia Nostra è stata fondata sulla base dell’Articolo 9 della Costituzione, per promuovere lo sviluppo della cultura e la comunicazione per noi è essenziale. Tramite la comunicazione vogliamo veicolare principalmente due messaggi: l’importanza della conservazione del patrimonio culturale e la necessità dei cittadini di riappropriarsi del loro territorio».
– Tra i vostri obiettivi c’è anche quello di raggiungere il decisore politico?
Velardita. «Certamente, spesso l’amministrazione comunale e le varie parti politiche fanno fatica ad ascoltare e a comprendere le nostre motivazioni, i nostri obiettivi. Questi soggetti però dovrebbero essere interessati ai nostri contenuti perché la tutela del patrimonio culturale è fondamentale in una società sana e prospera, anche economicamente».

Marisa Velardita
– Che strutture avete in house per comunicare?
Velardita. «A livello locale nessuna, a Verona siamo una piccola associazione costituita principalmente da volontari. Il direttivo segue tutti gli aspetti principali e la comunicazione è la parte che gestisco io».
– Ritiene che un maggior investimento economico nella comunicazione sarebbe necessario?
Velardita. «Sicuramente sì, attualmente però è complesso ricevere dei finanziamenti».
– I media cittadini danno spazio alla vostra associazione e ai vostri obiettivi?
Velardita. «Molto poco. Noi proviamo a farci sentire, inviamo comunicati stampa alle varie redazioni cittadine ma non vengono pubblicati. L’Arena ci pubblica solo quando è strettamente necessario. Capiamo di non essere una grande associazione ma Italia Nostra ha una storia importante e la nostra realtà è formata anche da professionisti che varrebbe la pena ascoltare più spesso per portare nuovi punti di vista su questioni di pubblico interesse».
– Avete mai pensato a un progetto di comunicazione condiviso con altre associazioni?
Velardita. «No. Collaboriamo molto con altre associazioni di tutela del territorio e del patrimonio culturale ma non abbiamo mai pensato ad un progetto condiviso di questo tipo. Riuscire ad immaginarlo è molto complesso».
– Se ci fossero le condizioni lei sarebbe disposta a sedersi attorno a un tavolo per discutere con altri soggetti interessati?
Velardita. «Io sarei favorevole a questo tipo di discussione, all’interno del mondo delle associazioni però ci sono resistenze difficili da capire. Sarebbe il caso di mettere da parte incomprensioni e “gelosie” per poter dialogare in maniera costruttiva».
Michael Campo
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