Giovedì 10 dicembre. I resti perfettamente conservati di un corpo umano sono stati ritrovati oggi nell’Arena di Verona. Si tratta della prima e unica sepoltura rinvenuta all’interno dell’anfiteatro. La scoperta è avvenuta nell’ambito dei lavori di restauro che si stanno realizzando, con un cantiere che prevede la riqualificazione completa degli arcovoli. É proprio all’arcovolo 31 che i ricercatori della Soprintendenza hanno trovato tracce di bruciatura tra le pareti. Si aspettavano di rinvenire i resti della fornace di un fabbro, come già accaduto durante altri scavi, invece si sono imbattuti in una sepoltura, sicuramente successiva al primo secolo dopo Cristo, epoca a cui risalgono i cocci rotti usati come selciato e spostati, più di 1500 anni fa, per fare spazio alla sepoltura.

Lo scheletro ritrovato in Arena
Parte ora lo studio dettagliato dello scheletro che sarà estratto dall’arcovolo e portato in laboratorio per gli esami e le analisi specifiche. Verrà usato lo strumento del carbonio-14, il metodo più utilizzato per le datazioni in archeologia, che porterà a definire con precisione entro un mese non solo l’epoca a cui risale il reperto, ma anche i caratteri dello scheletro, dall’età alla corporatura fino alle cause della morte. Tuttavia, gli esperti della Soprintendenza sembrano non avere dubbi: si tratta del corpo di una donna, la cui posizione con le braccia conserte e poste leggermente sotto il petto è tipica delle sepolture. Anche l’epoca sembra abbastanza chiara e si evince dalla profondità del ritrovamento che rimanderebbe al periodo tardo antico, compreso tra il terzo e il sesto secolo dopo Cristo.
Il primo a voler vedere il ritrovamento è stato il sindaco Federico Sboarina, che oggi si recato all’interno dell’Arena per ammirarlo nel sito originale. Insieme a lui, l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto, il soprintendente Vincenzo Tinè, Brunella Bruno e Irene Dori rispettivamente archeologa e antropologa della Soprintendenza.
Il Sindaco Sboarina ha dichiarato: «ho chiesto alla Soprintendenza di approfondire lo studio anche negli altri arcovoli, i dettagli della sepoltura fanno pensare che potrebbero essercene altre simili. Ora è il tempo delle analisi approfondite, dopodiché sarà valutata la modalità migliore per valorizzare questo reperto e la sua collocazione, che potrebbe arricchire il percorso museale all’interno dell’anfiteatro che prenderà forma alla fine del cantiere».
Il sovraintendente Tinè ha aggiunto: «in archeologia ritrovare degli scheletri è sempre emozionante, farlo all’interno dell’Arena è qualcosa di unico e davvero eccezionale. Abbiamo già scavato delle sepolture all’interno dell’anfiteatro, ma mai in questa posizione, dentro un arcovolo cieco. Non pensavamo di rinvenire livelli romani conservati in situ, riteniamo che questa sepoltura sia stata inserita in epoca Tardo Antica o Alto Medievale al massimo, tanto che crediamo meriti adeguata valorizzazione».

